Senza confini Senza confini Anita Franzon

Scoperta una gigantesca Cantina in Israele. Risale ad almeno 1.500 anni fa

Scoperta una gigantesca Cantina in Israele. Risale ad almeno 1.500 anni fa

La città di Yavne, Israele, si trova poco più a Sud di Tel Aviv. Qui gli archeologi hanno riportato alla luce una Cantina risalente a 1.500 anni fa. Un ritrovamento archeologico sorprendente, anche perché secondo gli esperti si tratta dalla più grande azienda vinicola conosciuta risalente al periodo bizantino. Quando finiranno i lavori e il sito sarà messo in sicurezza, verrà creato un parco archeologico visitabile

Per approfondimenti: The Washington Post, Decanter e La Revue du Vin de France

«Siamo rimasti sorpresi nello scoprire una Cantina così all’avanguardia usata per produrre vino in grandi quantità», è la dichiarazione congiunta a The Washington Post dei direttori dello scavo.

Torchi, tini e giare per il “vino di Gaza e Ashkelon

Oltre alla struttura, gli archeologi hanno ritrovato cinque enormi torchi del periodo bizantino, due grandi tini ottagonali per la raccolta del mosto, migliaia di frammenti di giare e magazzini di stoccaggio. Il tutto a dimostrazione che la Cantina era ben organizzata sia per la produzione, sia per la vendita di vino. Secondo gli storici, la struttura era nota per la produzione di “vino di Gaza e Ashkelon“, dal nome delle due città portuali a sud di Yavne. Tale prodotto era considerato «un prestigioso vino bianco leggero», afferma Jon Seligman, uno dei coordinatori dello scavo. Che continua: «È un vino che è stato esportato in molti Paesi del Mediterraneo. Stiamo parlando di Egitto, Turchia, Grecia, forse anche di Italia meridionale». La produzione annuale di questo sito è stimata intorno ai 2 milioni di litri di vino.

Una Cantina di grandi dimensioni e perfettamente organizzata

Ma la grande azienda non si limitava certamente all’esportazione. Ci sono prove, infatti, che il vino qui prodotto lo consumasse prevalentemente la gente del posto; lo bevevano regolarmente – bambini compresi – anche perché costituiva una delle principali fonti di nutrimento, dato che l’acqua era spesso contaminata. Accanto ai torchi, che coprivano ciascuno circa 225 metri quadrati, il team di archeologi ha scoperto i cosiddetti “vasi di Gaza“, noti per essere comunemente usati per la conservazione del vino. E nel sito sono stati rinvenuti anche forni per la cottura di anfore di argilla (Decanter).

Nuove prospettive per il turismo culturale

Gli archeologi hanno lavorato su incarico di Israel Antiquities Authority (IAA) e lo scavo, iniziato due anni fa, ha coinvolto centinaia di lavoratori. Il sindaco di Yavne, Zvi Gur-Ari, ha dichiarato di non vedere l’ora che il sito venga messo in sicurezza e presentato come una destinazione turistica culturale. Il complesso entrerà infatti a far parte di un futuro parco archeologico accessibile al pubblico (La Revue du Vin de France).

Foto di apertura: scavi a Yavne © A. Peretz, Israel Antiquities Authority

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© Riproduzione riservata - 21/10/2021

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