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Barolo en primeur, il re dei vini piemontesi va all’asta in barrique

3 Ottobre 2021 Elena Erlicher
Barolo en primeur, il re dei vini piemontesi va all’asta in barrique

Il 30 ottobre il Castello di Grinzane Cavour ospiterà la vendita all’incanto di beneficenza di 15 barrique e un tonneau di Barolo Gustava Docg 2020. Il progetto no-profit vede impegnati insieme la Cassa di Risparmio di Cuneo e il Consorzio di tutela della denominazione. L’assaggio in anteprima delle “prove di botte”.

Siamo abituati a vedere bottiglie di Barolo protagoniste nelle aste internazionali. Meno usuale invece, se non caso unico, è assistere a un’asta di Barolo suddivisa in lotti di barrique (già di per sé contenitore meno utilizzato per il re dei vini piemontesi). Accadrà il 30 ottobre a Barolo en primeur al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo), dove 15 barrique e un tonneau saranno battuti all’asta in collaborazione con Christie’s e in contemporanea con New York. L’iniziativa è ideata dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con la Fondazione CRC Donare.

Il ricavato a progetti benefici

Barolo en primeur è un’iniziativa benefica perché a ogni lotto, o insieme di lotti, sarà associato un progetto di utilità sociale nei settori della ricerca, dell’inclusione sociale, dell’arte e della cultura. Tutti i lotti saranno accompagnati dalle note di degustazione del critico americano Antonio Galloni. Il ricavato dell’asta (base d’asta di 30.000 euro) sarà devoluto alle Onlus titolari di ciascun progetto; mentre i fortunati che si aggiudicheranno le barrique – tempo tre anni per completare l’affinamento del vino – riceveranno le 300 bottiglie numerate corrispondenti vestite dell’etichetta dell’artista piemontese Giuseppe Penone, esponente della corrente di arte povera.

Batolo en primeur
Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC e Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani © Murialdo

Nascita e sviluppo di Barolo en primeur

Veniamo ora al vino. Il Barolo contenuto nelle 15 barrique e un tonneau proviene dalla vendemmia 2020 del vigneto Cascina Gustava (Mga della denominazione), che si trova accanto al Castello di Grinzane.
«Abbiamo acquisito la vigna nel 2017», spiega Davide Merlini di Fondazione CRC Donare, «mantenendo il comodato d’uso della Scuola enologica di Alba. Poi è nato il progetto Barolo en primeur insieme al Consorzio». «È l’inizio di un percorso per la nostra denominazione», dice Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, «dall’anno prossimo infatti intendiamo coinvolgere anche aziende private, le cui barrique affiancheranno le nostre all’asta».

Le viti di Nebbiolo di 45 anni di vigna Cascina Gustava

Il Barolo Gustava in vigna

La gestione delle uve, della vinificazione e dell’affinamento è stata affidata all’enologo Donato Lanati e al suo laboratorio Enosis Meraviglia di Fubine (Alessandria). È stato istituito un Comitato scientifico presieduto da Matteo Ascheri, con la partecipazione di Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino, Vladimiro Rambaldi dell’Agenzia di Pollenzo e Anna Schneider del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche). Il vigneto di quasi 4 ettari è esposto a sud-ovest su suolo di marne, che donano al vino più profumi che struttura. «È stato diviso in quattro macroparticelle e sono state selezionate 1.200 piante di 45 anni, con resa di 1 kg/ceppo, le cui uve hanno dato vita a due barrique», racconta Lanati. «Le altre barrique e il tonneau sono nati dalle uve raccolte per microzone e vinificate separatamente. Questo ha permesso di ottenere barrique dotate, ognuna, di una sua personalità».

Il Barolo Gustava nel calice

Il Barolo Gustava si trova ora a un terzo del suo percorso evolutivo ed evidenzia al naso per ora quasi solo gli aromi floreali e fruttati. Sarà pronto nel 2024. Noi abbiamo potuto assaggiare le “prove di botte” (barrique e tonneau) in anteprima per la stampa il 21 settembre. E abbiamo osservato che a livello cromatico i 16 campioni si presentavano tutti di un bel rosso rubino molto brillante e luminoso, non eccessivamente carico di colore.

I 16 campioni

  1. Ha un’intensità olfattiva in cui emergono i profumi floreali, in bocca il tannino accarezza il palato; è il più armonico
  2. È simile all’1, ma un po’ meno espressivo, al palato ha una densità maggiore; guardando i dati tecnici (livelli di alcoli e benzenoidi, terpeni e norisoprenoidi) si evince che sarà più espressivo in futuro
  3. È più evoluto e ha una leggera mancanza di pienezza
  4. Evoluto come il 3
  5. Ha profumi fruttati più semplici, in bocca è carezzevole e ha minor spigolosità
  6. È meno profumato degli altri e più spigoloso
  7. Ha aromi fruttati molto gradevoli e maggior densità al palato
  8. Ha una tonalità di colore più scarica, più acidità e vivacità, in bocca si sentono i tannini un po’ più ruvidi, che evolveranno
  9. Dal colore più intenso, meno floreale, il naso è più chiuso, al palato tannini piacevoli nonostante la durezza
  10. In bocca è quasi metallico, ma uscirà nel tempo
  11. È più armonico e immediato, al palato iodato
  12. Molto elegante e profumato al naso, con una nota di pepe
  13. Completo e gradevole, manca un po’ di immediatezza
  14. Meno immediato ora, ha un discreto potenziale, al palato buona polpa con tannino evidente
  15. Con evidenti note iodate al palato, come l’11, ha un tannino marcato ma ben integrato, finale di lunga persistenza
  16. (Tonneau) gradevole, ma con meno carattere degli altri, più adatto a diventare un Nebbiolo, piuttosto che un Barolo

Foto di apertura: 15 barrique e un tonneau di Barolo Gustava 2020 saranno battute all’asta il 30 ottobre © Murialdo

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