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50 anni di storia del vino: Monteverro, una perla enologica a Capalbio

50 anni di storia del vino: Monteverro, una perla enologica a Capalbio

Un progetto ambizioso, alla scoperta di un nuovo terroir, che dà vita a vini profondi ed espressivi del territorio. Il sogno realizzato di Georg e Julia Weber. Il rispetto per l’equilibrio dell’ambiente.

Monteverro non avrà il passato secolare delle più importanti Cantine italiane, ma ne condivide ambizione, spirito e voto all’eccellenza. La storia aziendale è quella di una passione a prima vista, di un sogno piantato da zero e di una visione caparbia che con gli anni ha vendemmiato consensi.
Georg Weber ha una laurea in Economia aziendale, ha studiato alla Business e Management School di Losanna, ma il vino è la sua passione. Sogna l’Italia e la costa Toscana. È affascinato da Bolgheri, dove si fanno grandi vini dalla vocazione internazionale, ma poi resta folgorato dalla bellezza di un angolo della Maremma dalle antiche suggestioni etrusche, incastonato tra un borgo medioevale e il Tirreno. «Vent’anni fa, nel 2003, ho deciso di acquistare un terreno di 60 ettari a Capalbio e di fondare la mia Cantina, perché credevo fortemente nel grande potenziale del Cabernet Sauvignon e del Cabernet Franc della costa maremmana. Fin dall’inizio sono stato entusiasta della zona, autentica e incontaminata, vicina al mare e dalle condizioni pedoclimatiche che mi parevano perfette».
Monteverro, che diventa il nome dell’azienda, è come si chiamano queste colline, popolate di cinghiali (“verro” è il termine usato da queste parti) e punteggiate dalla macchia mediterranea: terre argillose, storicamente dedicate alla coltivazione di grano, delle quali però Georg intravede ben altra vocazione. «La nostra realtà è nata da un campo di frumento in disuso e oggi stiamo raccogliendo i frutti del nostro maniacale lavoro», prosegue Georg, alla cui passione, pochi anni dopo, si è aggiunta quella della moglie Julia.

La gamma di due bianchi e quattro rossi

«Dopo l’approfondimento e l’analisi tecnica del terreno con esperti come Michael Rolland e la famiglia Bourguignon (gli studiosi della vigna Lydia e Claude che curano il parco vitato della tenuta, nda), mi sono convinto ancor più che questo fosse un luogo unico per fare vino». Così con le prime viti, pianta il suo sogno un po’ folle che presto diventa successo.
Dal 2008, la prima annata messa in bottiglia, i vini di Monteverro hanno tracciato una nuova via e standard qualitativi inediti per la Maremma, diventando raro esempio di riuscita fusione tra sensibilità internazionale e desiderio di esprimere lo spirito del luogo.
I vini, due bianchi e quattro rossi e tutti Igt, hanno una storia relativamente breve, ma sono già profondi ed espressivi di quest’angolo di macchia mediterranea. Monteverro, gran vin della Maison, è un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot che si ispira allo stile dei bordolesi più rinomati. Tinata omaggia la Côte du Rhône ma soprattutto «mia mamma Cristina, detta Tina, grande appassionata di Syrah, che si ritrova qui insieme alla Grenache». E poi lo Chardonnay, anch’esso di chiara impronta borgognona, che James Suckling ha battezzato “come un Premier Cru Puligny-Montrachet”.

Una squadra speciale

«A rendere così unica Monteverro sono anche le persone», tiene a sottolineare Georg. «Quasi tutti coloro che hanno sposato il progetto all’inizio fanno ancora parte del team e condividono la stessa visione e filosofia». Matthieu Taunay, enologo con radici nella Loira, ha maturato esperienza in tutto il mondo, dalle cattedrali francesi del vino, Champagne e Borgogna, fino a Nuova Zelanda, Sudafrica, California e persino India. In questi anni è stato affiancato da professionisti del calibro di Michel Rolland e Jean Hoefliger, entrambi chiamati come consulenti esterni da Georg e Julia.
«Ho conosciuto Matthieu in California e Michel a Bordeaux. Li ho convinti a sostenere Monteverro ed entrambi non hanno esitato a condividere il progetto ambizioso. Matthieu è l’enologo fin dall’inizio, dalla prima annata 2008. Ha sviluppato una conoscenza e un’esperienza fondamentale di tutto il terroir e di ogni singolo vigneto e rappresenta, condividendola, la filosofia della famiglia e dei nostri vini.
La sua ambizione di rendere il vino sempre migliore, insieme alla curiosità e al suo spirito di sperimentazione per ottenere il meglio dal terroir, lo rendono unico. Anche Michael Rolland è responsabile della consulenza fin dall’inizio e ha avuto un impatto importante sulla nostra attività, grazie alla sua pluridecennale esperienza, maturata anche qui, sulla costa toscana».

Rispetto per la natura e sostenibilità, i capisaldi di Monteverro

Il rispetto per l’ambiente che la circonda e l’armonia della sua conduzione sono un tratto fondamentale della filosofia produttiva di Monteverro. La vigna è un giardino e circonda la cantina come in uno Château bordolese. L’estensione della proprietà è di 60 ettari, i primi filari sono stati impiantati tra il 2004 e il 2006 e oggi le viti coprono 35 ettari, il resto è stato lasciato a bosco e ulivi. Un paesaggio fiabesco in cui la cantina si integrata, completamente scavata in una collina e dipinta dello stesso colore della terra ferrosa.
«Queste scelte ci permettono di creare un microclima singolare e garantiscono la biodiversità», sottolinea Georg. «Il vino si fa in vigna, quindi il nostro approccio si basa prima di tutto sul rispetto della natura. La missione quotidiana è orientata all’ottimizzazione dell’equilibrio organico del terreno, attraverso i metodi dell’agricoltura biologica, ma anche sperimentando quella biodinamica.
Questo è il cuore della filosofia produttiva, un fattore che riteniamo la chiave del successo e del futuro, anche in un’ottica di risposta ai cambiamenti climatici. Su questa base lavoriamo per esprimere la massima qualità e specificità possibile in ogni annata».
«La storia vinicola della Maremma e della costa toscana è ancora giovane», conclude Weber, «ma credo che a Capalbio, come in altre aree settentrionali, ci saranno presto grandi vini».

Foto di apertura: La vigna di 35 ettari circonda la cantina come in uno Château bordolese

MONTEVERRO

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© Riproduzione riservata - 22/09/2024

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