Senza confini Senza confini Luigi Pelliccia

In Usa e Russia il nostro vino piace. Anche in Cina, ma lì siamo solo i quinti importatori

In Usa e Russia il nostro vino piace. Anche in Cina, ma lì siamo solo i quinti importatori

Vista la crescente importanza del nostro export vinicolo, abbiamo provato a verificarne le performance da una prospettiva un po’ diversa dal solito. Si è scelto un gruppo di 12 Paesi di riferimento, tra quelli più importanti fra i maturi ed emergenti, e si sono analizzati i dati relativi al loro import enologico. Ciò ha consentito di individuare quanto delle “torte” di importazione dei singoli mercati è coperto dal nostro vino e ha permesso di confrontare le quote italiane con quelle degli altri Paesi concorrenti e fornitori.

La tabella analizza i "flussi" in entrata del nostro vino nei 12 mercati mondiali più forti. In Russia, Stati Uniti e Germania L'Italia è il primo Paese fornitore di vino

DAL 2009 AL 2011 L’IMPORT ENOLOGICO ITALIANO AUMENTA SOLO IN USA, RUSSIA E CINA – Emerge così che, negli ultimi tre anni, la quota italiana migliora solo in tre mercati (però molto importanti), sui 12 esaminati: Usa, Russia e Cina. Ma, mentre negli Usa e in Russia il vino nazionale è leader, in Cina la sua quota si pone appena al quinto posto, con un 6,5%, a distanza siderale dai primi due fornitori: la Francia, che copre il 51,9%, e l’Australia, che segue col 15%.

IN CALO, INVECE, IN GERMANIA, DOVE SIAMO LEADER DI MERCATO – Il vino italiano accusa invece un calo in Germania, Francia, Spagna e Australia. Ma è necessario distinguere. In Germania, dove è leader, la sua quota 2011 (35,5%) perde “solo” un punto in tre anni, mentre in Francia, dove è terzo al 14,2%, evidenzia una diminuzione di quasi tre punti nel triennio. In Spagna, dove rimane secondo al 21,8%, il passo del gambero è precipitoso: nel 2011 arretra infatti di ben sette punti rispetto al 2009. In Australia, infine, dove il vino italiano è terzo col 6,2%, la perdita è di poco più di due punti nell’ultimo triennio. Va segnalato che, su questo mercato, la percentuale italiana si colloca lontanissimo dai primi due player: la Nuova Zelanda, che copre il 54,3%, e la Francia, che segue col 32,7%. Sugli altri mercati presi in esame (Brasile, Canada, Corea del Sud, Regno Unito, Giappone) la fetta italiana rimane stabile.

Tag: , , ,

© Riproduzione riservata - 17/01/2013

Leggi anche ...

Cabernet Sauvignon nel mondo, dai robusti argentini agli eleganti californiani
Premium
Cabernet Sauvignon nel mondo, dai robusti argentini agli eleganti californiani

Leggi tutto

Il nuovo investimento di Lvmh è analcolico
Senza confini
Il nuovo investimento di Lvmh è analcolico

Leggi tutto

Frescobaldi (Uiv) sugli espianti: “In passato non sono serviti, proponiamo valide alternative”
Senza confini
Frescobaldi (Uiv) sugli espianti: “In passato non sono serviti, proponiamo valide alternative”

Leggi tutto