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250 anni di Marsala. La storia del vino fortificato più famoso d’Italia

250 anni di Marsala. La storia del vino fortificato più famoso d’Italia

La storia del Marsala comincia in Sicilia alla fine del ’700 e grazie agli inglesi ne diviene presto il vino simbolo. La famiglia Florio e Garibaldi lo consacrano al successo. Il declino tra i conflitti mondiali e la rinascita nel dopoguerra con la Doc e il Consorzio di tutela.

L’articolo fa parte della Monografia Marsala
(Civiltà del bere 4/2021)

Diversi secoli prima di Cristo i Fenici e successivamente i coloni greci svilupparono in Sicilia la coltivazione della vite e la produzione di vino, importando le migliori tecniche. Durante l’occupazione romana l’isola produceva oltre 500.000 ettolitri di vino alcuni dei quali, come il Mamertino della zona di Messina, lo Strongylanum di Stromboli, il Tauromenitanum di Taormina, erano decantati dagli autori latini.
Nel Rinascimento vi fu un forte interesse da parte dei Paesi nordici per i vini alcolici, aromatici e dolci del Meridione. Venezia ebbe per secoli il monopolio dei vini siciliani e in particolare della Malvasia delle Lipari e del Moscato di Pantelleria. L’espansione dell’Impero ottomano, iniziata nel XIV e XV secolo, spostò gradualmente la fonte di rifornimento di queste tipologie di vini verso la Spagna e le Canarie; la contemporanea creazione di nuovi tipi di vino come il Porto, lo Sherry e il Madera contribuirono a diminuire l’interesse per i vini siciliani, la fama dei quali rimase solo un ricordo.

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© Riproduzione riservata - 31/01/2022

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