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2010, l’annata top del Brunello

4 Marzo 2015 Emanuele Pellucci
Se la vendemmia 2014 si è vista assegnare dalla commissione di esperti del Consorzio “3 stelle”, tutti gli occhi (e i palati) della stampa internazionale e degli operatori convenuti a Montalcino per Benvenuto Brunello erano però rivolti ai vini dell’annata 2010 (“5 stelle”assegnate a suo tempo). Un’aspettativa, corroborata dalle anteprime americane e dai commenti degli esperti internazionali, che non è andata delusa, tanto da fare affermare al presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci, che «quest’annata ha tutte le caratteristiche per entrare a far parte di quelle memorabili». IL SEGRETO: STANDARD ELEVATISSIMI – A suo dire, quel che più conta è che «il sistema Montalcino sta sviluppando la capacità di mantenere standard di eccellenza sempre più elevati», e soprattutto che il Sangiovese è stato portato «ad una qualità ed eleganzaassolutamente incomparabili». «Ogni annata», ha spiegato poi Bindocci, «è un punto di riferimento da cui partire». In effetti, gran parte dei vini Brunello 2010 presentati dalle 135 cantine partecipanti alla tradizionale anteprima montalcinese di metà febbraio hanno confermato appieno le aspettative. Vini di ampi profumi, con note caratteristiche di Sangiovese “nuovo corso”, una moderata sensazione del legno, tannini ben fusi, eleganza e lunghezza finale in bocca. UN BRINDISI INTERNAZIONALE – Finalmente un Brunello per i gusti più esigenti, da quelli dei consumatori internazionali a quelli degli appassionati più legati alla tradizione. Per celebrare un’annata così prestigiosa, il Consorzio ha organizzato anche un evento nell’evento: nello stesso momento della cena di gala, alcuni ristoranti in Italia e nel mondo, già vincitori del premio Leccio d’Oro, hanno servito e brindato con i clienti con il Brunello 2010. 2014: L’ANNATA DIFFICILE LASCIA SPERANZE? – Oltre ai vini di quest’annata, erano in degustazione nel chiostro del museo di Montalcino anche alcune Selezioni 2010, Riserve 2009, Rosso di Montalcino 2012 e 2013, Moscadello e Sant’Antimo. Quanto alla presentazione dell’annata 2014, celebrata con la formella disegnata quest’anno da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e autore a Montalcino di un appassionato intervento a difesa dell’agricoltura, Bindocci ha spiegato che «l’elevata acidità delle uve e l’uniformità di maturazione, anche lenta, ci porta una buona aria di ottimismo sulla bontà del vino imbottigliato». IL MERCATO RISPONDE – Ottimismo che si riflette sull’andamento commerciale, con l’export che si conferma al 67,5% (gli Usa con oltre il 30%) e con la crescita della produzione complessiva: oltre 13 milioni di bottiglie immesse sul mercato nel 2014 (+3,60% rispetto al 2013), di cui 8,4 milioni di Brunello. In aumento anche il giro d’affari, 168.250.000 euro, così come le presenze turistiche, che hanno fatto registrare un incremento del 10% del fatturato negli ultimi tre anni.

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