In Italia In Italia Jessica Bordoni

1964-2024: i 60 anni del Consorzio Collio

1964-2024: i 60 anni del Consorzio Collio

Un compleanno speciale, che rende omaggio a una delle prime denominazioni d’Italia. Oggi vale 7 milioni di bottiglie e 1.300 ettari di vigne, l’89% a bacca bianca. Il punto con il presidente David Buzzinelli e la direttrice Lavinia Zamaro.

Una mezzaluna di pendii baciati dal sole che abbraccia la provincia di Gorizia, delimitata dal fiume Isonzo e dal torrente Judrio. Siamo al confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, crocevia di popoli, lingue e culture. Tutto questo è il Collio, fiore all’occhiello della produzione bianchista italiana, che nel 2024 celebra un compleanno speciale: 60 anni dalla nascita del Consorzio tutela vini. È il 1964 quando un gruppo di appassionati vignaioli capitanati dal carismatico conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein decide di unire le proprie forze fondando un ente consortile – primo a livello regionale e tra i primissimi su scala nazionale – per valorizzare la qualità del prodotto e la vocazione della zona. Quattro anni dopo arriva anche il riconoscimento legislativo della Denominazione di origine controllata.

Un territorio storicamente vocato

«Oggi festeggiamo questi 60 anni di attività del Consorzio, ma la storia del Collio affonda le sue radici molti secoli fa», ricorda il presidente David Buzzinelli, al suo secondo mandato triennale. «La vite era presente già ai tempi dei Romani e nel Medioevo. In epoca moderna, i nostri vini ricevettero numerosi apprezzamenti nelle corti europee, dai dogi della Repubblica di Venezia fino alla dominazione degli Asburgo e alla mensa degli zar di Russia. Dopo i conflitti mondiali, il periodo della ricostruzione incoraggiò l’evoluzione della viticoltura: si impiantarono vigneti specializzati, selezionando le uve più adatte per gli appezzamenti di collina. Il nostro tesoro più grande è il terreno, costituito da marne arenarie stratificate, la ponca, che ci regala straordinari vini bianchi. Alle spalle ci sono le cime delle Alpi Giulie, che proteggono dai venti freddi del nord, e davanti il mar Adriatico mitiga le temperature».

Un patrimonio vinicolo da tutelare

A fronte di una superficie complessiva di 7 mila ettari, attualmente sono 1.300 quelli consacrati alla produzione enologica e l’89% del totale è rappresentato da uve a bacca bianca. «Siamo orgogliosi del nostro patrimonio vinicolo, che vogliamo continuare a tutelare e promuovere nel rispetto della tradizione che ci contraddistingue», prosegue il presidente Buzzinelli. «L’anniversario che celebriamo racconta l’evoluzione e la crescita di un territorio unico, capace di dar vita a vini di altissima qualità apprezzati e amati in tutto il mondo». Dello stesso parere la direttrice del Consorzio tutela vini Collio, Lavinia Zamaro, secondo cui questo traguardo rappresenta un grande impegno per la denominazione. «Siamo felici di onorare la lunga e appassionata dedizione dei produttori nei confronti della viticoltura del nostro territorio, lavorando per organizzare attività a livello nazionale e internazionale di promozione e valorizzazione dei vini del Collio, emblema di storia e riscoperta dei nostri luoghi».

La ricorrenza del 31 maggio e il Premio Collio

La nascita del Consorzio risale precisamente al 31 maggio 1964, data in cui venne firmato l’atto notarile di costituzione. E proprio il 31 maggio 2024 si terrà un evento esclusivo a Gorizia e dintorni, che si protrarrà anche il 1° giugno con la proclamazione del Premio Collio. «L’idea è quella di coinvolgere alcuni dei protagonisti storici della denominazione, che hanno contribuito al successo su scala nazionale e planetaria del Collio», continua il presidente Buzzinelli. Sono previsti una masterclass dedicata all’evoluzione della cultura vinicola della Doc e un convegno moderato dal giornalista Luciano Ferraro, che vedrà sul palco diverse professionalità legate al territorio, per esplorare insieme i cambiamenti in corso e le prospettive di sviluppo per il futuro.

ll packaging e il calendario degli appuntamenti

«Per evidenziare anche graficamente questo compleanno, abbiamo realizzato un logo dedicato ai 60 anni e un’etichetta istituzionale che accompagneranno le attività del 2024», spiega la direttrice Zamaro. «L’evento del 31 maggio sarà anticipato da un fitto calendario di appuntamenti: presentazioni istituzionali, degustazioni e masterclass dedicate alla stampa, agli operatori del settore e winelover dal Friuli Venezia Giulia e dal resto d’Italia». In generale tutte le iniziative “standard” verranno potenziale e non mancheranno attività di promozione e comunicazione all’estero, a cominciare da quelle con Ais Uk a Londra nel mese di marzo, a cui seguiranno altre due degustazioni negli Stati Uniti nella seconda parte dell’anno. Da ricordare, anche l’evento del Vinitaly, il Collio Day (che coinvolgerà l’intera Penisola) e It’s Collio Time con la collaborazione dei sommelier Ais e Fisar a cui, da quest’anno si aggiunge la partnership con le associazioni di enotecari Vinarius e Aepi.

Il ritorno del Premio Collio, alla XVII edizione

Il 2024 segna il ritorno del Premio Collio, fermo da due anni e oggi alla XVII edizione. «Nato nel 2003 in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Udine, il Mib School of Management e l’Arca Friuli Venezia Giulia in onore del conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, il concorso si propone di premiare le attività che abbiano offerto un valido contributo sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nei settori della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione del Collio», racconta il presidente Buzzinelli.
È diviso in quattro sezioni: miglior tesi di laurea, miglior dottorato di ricerca e miglior articolo giornalistico-divulgativo (con premi sia per la stampa nazionale che internazionale). «Grazie alla facoltà di Architettura dell’Università di Gorizia, ad esempio, dal 2011 è stato avviato uno studio che promuove un uso del territorio che armonizzi viticoltura e urbanistica, con attenzione all’impatto ambientale, al mantenimento e alla conservazione delle originalità, ma anche alle innovazioni tecnologiche più avanzate».

Rispetto per l’ambiente

La sostenibilità è un tema centrale, come dimostra la bottiglia consortile ufficiale, inconfondibile con la scritta Collio incisa sulla baga (l’anello posto sulla parte superiore del collo) e la capsula gialla: è stata realizzata nel 2009 riducendo il peso e il consumo di vetro. Dal 2021 il Consorzio è diventato operatore associato per l’ottenimento del marchio SQNPI che certifica il rispetto del disciplinare di produzione integrata, mentre prosegue l’attività di salvaguardia genetica dei vitigni autoctoni con una selezione massale e l’impianto di nuovi vigneti di Ribolla gialla, Malvasia istriana e Tocai.
«Tra i progetti da ricordare c’è Wine Net, una rete di cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia che studia per migliorare la filiera di produzione vitivinicola attraverso soluzioni innovative e sperimentazione di tecniche di potatura e viticoltura», ricorda la direttrice Zamaro.

Focus sull’export

Oggi il Collio vale 7 milioni di bottiglie prodotte all’anno, per un totale di circa 270 aziende (tra conferitori e imbottigliatori) di cui 178 soci. In questi 60 anni sono cambiate molte cose e il ruolo del Consorzio si è inevitabilmente adattato alle esigenze correnti. «Penso all’impegno per la valorizzazione all’estero, ora che l’export occupa una fetta centrale delle vendite», conclude il presidente. «Il nostro mercato principale sono gli Usa, ma anche quello sudamericano e asiatico. Partecipiamo abitualmente a numerose manifestazioni come Vinitaly, Simply Italian Great Wines Tour in Usa e Asia, oltre ad organizzare direttamente tasting sul territorio e incoming. Le aziende del Collio sono cresciute e con esse la tecnologia e le competenze scientifiche di chi le guida. C’è una mentalità molto più aperta e internazionale, ma sempre con i piedi per terra, anzi nella terra!».

Foto di apertura: il vigneto Collio si estende complessivamente per 1.300 ettari

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© Riproduzione riservata - 14/02/2024

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