Senza confini Senza confini Marco Santini

Viaggi nel mondo del vino: In Ungheria alla scoperta del Tokaj

Viaggi nel mondo del vino: In Ungheria alla scoperta del Tokaj

A Budapest tra enoteche e locali di tendenza, e poi lungo la Strada del vino di Eger, la più antica città barocca. Un viaggio per le Cantine secolari ungheresi fino alla parte più orientale del Paese dove, a Tokaj e nei dintorni, si degusta quel vino color dell’oro, già famoso nelle corti europee del Seicento

Il Danubio attraversa la città di Budapest

Maestosa e sensuale, Budapest è la porta d’accesso per ogni viaggio alla scoperta dell’Ungheria. Tagliata dal Danubio che separa Buda da Pest, attraversata da ponti imperiali e segnata da grandiosi monumenti è una città dove fermarsi qualche giorno prima di partire alla scoperta del territorio. Anche per gli appassionati del nettare di Bacco, la capitale offre spunti interessanti come Bock Bistro, enoteca e trattoria, con un’ottima scelta di vini, situato nel palazzo del Grand Hotel Royal Corinthia, oppure il DiVino Wine bar, locale nuovo ma molto gettonato in piazza Szent Istvan davanti alla Basilica di Santo Stefano. Poco distante, in via Sas, meritano una visita anche Borkonyha, enoteca e trattoria insieme e la Casa dei Vini ungheresi nel Quartiere del Castello Reale, in piazza Szentháromság tér.
Da Budapest a Eger sono 138 chilometri attraverso l’Ungheria settentrionale: caratterizzata dalla presenza delle principali alture del Paese (la più significativa arriva a 900 metri s.l.m.), è una zona ricchissima di bellezze naturali e culturali, basti pensare alle principali attrattive, dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco, come il Parco Nazionale di Aggtelek e il paesino di Hollókö, zone vinicole di fama mondiale come quelle di Tokaj (dove viene prodotto il Tokaji Aszú) o di Eger, con il suo rinomato vino rosso, e i particolarissimi bagni termali della grotta di Miskolc-Tapolca.
Eger è una delle città barocche più belle dell’Ungheria, sede vescovile per mille anni. Vanta una storia importante e monumenti interessanti. È famosa per i suoi bagni termali e per essere il centro di una delle più famose zone vinicole ungheresi, con aziende secolari; Eger è patria di vini di notevole spessore che si possono gustare nelle cantine scavate nel tufo della valle Szèpasszony, percorrendo la Strada del vino di Eger. La regione è nota per il celebre rosso, l’Egri Bikavér (letteralmente “sangue di toro di Eger”), ottenuto prevalentemente da uva Kékfrankos con eventuali aggiunte di Kadarka. Questo vino deve il proprio nome a una leggenda della metà del Cinquecento; si narra che, per sostenersi in una feroce battaglia contro l’attacco dei turchi, i soldati ungheresi posti a difesa della fortezza di Eger bevvero ingenti quantità di vino rosso, cosicché quando i turchi si trovarono di fronte i guerrieri magiari con le barbe vistosamente macchiate di rosso pensarono che la loro ferocia e abilità nel combattimento derivassero dall’aver bevuto sangue di toro. E così, terrorizzati, si ritirarono.

La secolare cantina dell'azienda Thummerer, scavata nella pietra vulcanica

Nella zona di Eger si producono anche rossi leggeri, mentre dalle colline di Mátra, provengono bianchi di buona qualità, con uve Olaszrizling, Muscat de Lunel, Chardonnay, Sauvignon blanc e Sémillon.
La Strada del vino di Eger comprende la città omonima e 17 località vicine. Appena fuori dal paese si cominciano a incontrare le Cantine scavate nella roccia, in cui sono conservati a temperatura e umidità costante i vini e dove è possibile fare degustazioni. Tra le etichette più rappresentative quelle dell’azienda di Gál Tibor e St. Andrea. Un discorso a parte meritano i vini di Vilmos e Katalin Thummerer, invecchiati in secolari cantine scavate nella pietra vulcanica. Oltre all’eccellente rosso Vili Papa Cuvée, un taglio bordolese classico presentato solo nelle migliori annate e la loro notevole interpretazione dell’Egri Bikavér, producono anche un interessante Chardonnay fermentato in barrique e una cuvée ottenuta da uve Királyleányka e Leányka per il 50% e Sauvignon blanc, Chardonnay e Tramini per il rimanente 50%.
Trovandosi da queste parti nella prima metà di luglio vale la pena fermarsi alla festa del vino chiamata “Egri Bikáver”, dove degustazioni enologiche e raffinata gastronomia si accompagnano a un ricco programma culturale, con con conferenze e mostre.

Indicazioni lungo la Strada del vino di Tokaj-Hegyalja

Il viaggio prosegue verso la zona più orientale del Paese, mitica patria del Tokaji, lo storico vino dell’Europa dell’est, celebre nel mondo per il colore dorato, la grande complessità aromatica e il residuo zuccherino che gli conferiscono un carattere inconfondibile.  L’area vinicola di Tokaj-Hegyalja si trova nell’Ungheria nord-occidentale, vicino ai confini con la Slovacchia e l’Ucraina, sulle chine meridionali e orientali dei monti Zemplén; si estende per poco meno di 70 km², nel triangolo compreso fra i monti Kopasz-hegy (nei pressi di Tokaj), Szokolya (a est di Abaujszanto) e Sátor-hegy (a sud di Sátoraljaújhely), ed è completamente ricoperta di vigneti, che interessano complessivamente 27 località. In quasi tutti i centri della Strada del vino di Tokaj-Hegyalja (62 km in tutto), in particolare lungo l’itinerario Szerencs-Mezözombor-Tarcal-Tokaj-Sárospatak-Sátoraljaújhely, si trovano numerose Cantine dove è possibile degustare la produzione locale. Già famoso nelle corti reali di tutta Europa nel Seicento, questo vino deve il proprio successo all’unicità. A partire dalle uve (Furmint, Hárslevelü, e in piccola parte Muscat de Lunel e Oremus), fino alla morfologia del terreno, d’origine vulcanica, coperto da strati di sabbia e di loess (particolare sedimento trasportato dal vento, molto fine), al microclima legato alle estati secche e ai lunghi autunni miti, nonché alla vicinanza dei fiumi Bodrog e Tisza, che creano un fine velo di umidità favorevole allo sviluppo della Botrytis cinerea, l’indispensabile muffa nobile. Il vino Tokaji è così importante per il Paese da essere citato perfino nell’inno nazionale ungherese come uno dei maggiori doni ricevuti.  Non solo. A lungo si credette che l’incredibile colore del Tokaji fosse dovuto all’oro contenuto, che sarebbe scaturito dalle profondità del suolo vulcanico così, ancora nel XVIII secolo, la famiglia reale Asburgica fece fare delle ricerche per verificare se fosse vero.

La Cantina di produzione del mitico Tokaj Oremus a Tolcsva

Prima di arrivare a Tokaj paese, ai piedi del Kopasz-hegy, il solitario Monte Calvo, dove cominciano le prime colline ammantate di vigneti, sorge la prima cantina di design dell’Ungheria; la costruzione in stile organico realizzata dall’architetto Dezsö Ekler per l’azienda Disznókö, della società francese Axa-Millésimes. Oltre alla visita della cantina e la vista sui vigneti dalla terrazza panoramica, è imperdibile la degustazione dei vini di casa, fra i più titolati in assoluto. In particolare ci hanno impressionato il Tokaji Aszú 5 puttonyos 1993 con la sua incredibile concentrazione e freschezza; da provare anche il Late Harvest, vendemmia tardiva di uve Furmint in purezza, caratterizzato dai sentori intensi di miele, banana e pera Williams.
Il nostro itinerario prosegue fino al minuscolo villaggio di Tarcal, intorno al quale hanno sede il lussuoso castello-hotel e le secolari cantine della rinnovata azienda Grof Degenfeld. Eccellente il loro Tokaj Hárslevelü. Sempre a Tarcal si trovano anche Királyudvar, che brilla per i suoi single vineyard e l’azienda István Szepsy, riconosciuta come uno dei pilastri della ripresa del vino Tokaj del postcomunismo. Il modo migliore per degustare questo leggendario nettare è farlo direttamente nelle bellissime cantine del XVI secolo scavate per decine di metri nella roccia vulcanica, dei veri e propri labirinti, le cui pareti sono coperte da uno spesso strato di Cladosporium cellare, un tipo comune di fungo che genera una particolare muffa; questa si nutre dell’alcol che evapora dalle botti e, mista all’aria, penetra nel legno, creando quell’aroma unico e distintivo del Tokaj.

Tipiche costruzioni unghesi nel villaggio di Hollókö

La tranquilla cittadina di Tokaj rivela il suo passato grazie ai palazzi in stile tardo-barocco, ma oggi è sonnacchiosa e non è raro vedere ancora le vecchie Trabant parcheggiate in qualche stradina secondaria. Spostandosi alla fine della regione vinicola di Tokaj, si trovano gli splendidi vigneti dell’azienda Hétszölö ripiantati agli inizi degli anni Novanta. I filari, esposti a sud, sono disposti a ventaglio e si inerpicano sulla collina. Il terreno di loess dà un carattere speciale al Hétszölö Aszú che ha vinto parecchi premi internazionali.
Il mitico Tokaj Oremus viene prodotto nell’omonima azienda a Tolcsva. In questa Casa vinicola di grande successo stanno cercando di coniugare il futuro reimpiantando, ma sempre con uno sguardo alla tradizione. Ottimo il loro 6 puttonyos Aszú.
Rimanendo nella contea di Borsod-Abaúj-Zemplén si arriva a Sárospatak, il più importante centro spirituale della regione, nonché sede del collegio calvinista che ha forgiato buona parte dell’intellighenzia magiara dal XVI all’inizio del XX secolo. Un luogo di grande fascino, ideale per concludere il viaggio alla scoperta del vino che aveva incantato già le famiglie reali di un tempo. Ed è proprio in questa città che, sotto lo splendido castello Rákóczi in stile gotico-rinascimentale appena restaurato, nelle antichissime cantine, con la memoria, si ripercorrono le tappe di questo affascinante itinerario enoico,  degustando le etichette di Pajzos e Megyer.

I vigneti della Cantina Disznókö, su progetto del designer Dezsö Ekler

 

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© Riproduzione riservata - 25/06/2012

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