Produzione vinicola mondiale 2015. L’Oiv fa il punto

Produzione vinicola mondiale 2015. L’Oiv fa il punto

L’Italia torna a essere il primo produttore mondiale di vino in quantità, con 48,9 milioni di ettolitri. Seguono la Francia e la Spagna, rispettivamente con 47,4 e 36,7 milioni di ettolitri. Lo dichiara l’ultimo rapporto dell’Oiv (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) che per il nostro Paese registra nel 2015 un incremento del 10% rispetto al 2014, nel contesto di una produzione mondiale che ha toccato quota 275,7 milioni di ettolitri, pari a un +2% sulla vendemmia precedente.

Chi sale e chi scende nella produzione vinicola mondiale

In un contesto in cui l’Europa gioca ancora nel suo complesso la parte del leone con i suoi 118,1 milioni di ettolitri rispetto ai 48,4 dell’America, i dati di segno negativo interessano Argentina (-12,1%, pari a 13,4 milioni di ettolitri) Germania (-4% con 8,8 milioni di ettolitri) e Grecia (-9% con 2,7 milioni di ettolitri). E se buone risultano le performance degli Stati Uniti (22,1 milioni di ettolitri), il Cile segna un nuovo record: +22,6% con 12,9 milioni di ettolitri. Stabile, invece, da 3 anni, il mercato australiano (12 milioni di ettolitri) e neozelandese (2,4 milioni di ettolitri).

Quanto vino si beve nel mondo?

Per quanto riguarda il consumo di vino, l’Oiv offre una stima tra i 235,7 e i 248,4 milioni di ettolitri per tutto il mondo. E i mercati si vanno internazionalizzando. «Pertanto, in base alla differenza tra produzione e consumo nel 2015 abbiamo acquisito un equilibrio sul mercato» spiega Jean-Marie Aurand, direttore dell’Oiv. «La produzione del 2015 dovrebbe soddisfare sia il consumo sia la domanda di vini per fini industriali (brandy, aceto e vermouth)». 

Un anno roseo per i rosé

Una tendenza in crescita, anche nei consumi, è rappresentata dai rosé fermi che nel 2014 assommavano il 9,6% della produzione mondiale di vini fermi. Quattro i Paesi leader nella produzione con l’80%: la Francia (7,6 milioni  di ettolitri), Spagna (5,5 milioni di ettolitri), Stati Uniti (3,5 milioni di ettolitri) e Italia (2,5 milioni di ettolitri). Una scelta che ha una sua precisa ragione, dal momento che dal 2002 i consumi sono lievitati a 22,7 milioni di ettolitri, aumentando fino al 20%. I Paesi più amanti dei rosé fermi sono Francia e Stati Uniti, rispettivamente con 8,1 e 73,2 milioni di ettolitri. Situazione all’opposto per Italia, Spagna e Portogallo, che invece vedono un decremento negli acquisti. Ma il rosé in Europa piace, eccome: lo dimostra il boom a partire dal 2002 nei consumi in Svezia (750%) e in Inghilterra (250%). Un nuovo mercato è costituito da Hong Kong (250%). E cresce anche l’export, a quota 9,8 milioni di ettolitri nel 2014, stimolato da Paesi come Inghilterra, Olanda e Belgio. Una bottiglia su tre è rosé, e i giovani trainano i consumi.

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© Riproduzione riservata - 03/11/2015

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