La zonazione è lo studio del comportamento della vite in risposta alle condizioni del terroir di appartenenza; è ciò che definisce i tratti specifici di ogni vino. I territori analizzati ne guadagnano dal punto di vista produttivo, ma anche di marketing. Il caso Soave.
«La zonazione viticola in Italia», ricorda l’agronomo Mario Falcetti, «si è sviluppata a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso. Fautori dei primi progetti sono stati l’Università di Milano e l’Istituto agrario di San Michele all’Adige. Poi è arrivato l’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano. Il punto di riferimento culturale e scientifico di questo nuovo approccio olistico, cioè studiare il comportamento della vite in risposta alle condizioni del terroir di appartenenza, è riconducibile all’Inra di Angers, e in particolare Christian Asselin, coordinatore del progetto, e René Morlat».
Gli anni ’90 hanno visto il diffondersi degli studi di zonazione, via via implementati con più ampi orizzonti investigativi (maggior interdisciplinarietà) e supportati da nuove tecnologie, come il Geographic Information System.