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Biancazita d’Amalfi, la Ginestra della Costiera

6 Ottobre 2019 Roger Sesto
Biancazita d’Amalfi, la Ginestra della Costiera

La Biancazita d’Amalfi, considerata un sinonimo della Ginestra, è attualmente diffusa a macchia di leopardo su tutta la Costiera Amalfitana, in particolare nei comuni salernitani di Scala, Ravello, Amalfi, Maiori, Minori, ma anche a Furore, Tramonti, Corbara e Positano.

Vitigno vigoroso e fertile, richiede potature drastiche. Poco tollerante alle crittogame, è bacca difficile da coltivare, soprattutto in regime bio. A piena maturazione, offre un livello zuccherino equilibrato e un’acidità abbastanza elevata. Se ne ottiene un vino dai tratti floreali che, in evoluzione, offre note di idrocarburi. Rientra come vitigno complementare nel Costa d’Amalfi Doc Bianco.

Gaetano e Luigi Reale

L’Aliseo di Reale da vecchie viti

Tra i suoi principali interpreti, meritano una citazione Gaetano e Luigi Reale, dell’omonima Cantina di Tramonti. Il loro Aliseo, Costa d’Amalfi Tramonti Bianco Doc proviene da vecchie viti, esposte a nord-ovest, su terreni argilloso vulcanici, allevate con la locale forma a pergola; se ne ricava un blend con prevalenza di Biancazita, quindi Biancolella e Pepella. Dopo la vinificazione in acciaio, 4 mesi sur lies e 3 mesi in vetro, l’Aliseo viene commercializzato in tutta la sua fragranza.

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