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Il Foglia tonda balla da solo o con il Sangiovese?

7 Febbraio 2019 Emanuele Pellucci
Il Foglia tonda balla da solo o con il Sangiovese?

Il Foglia tonda dà esiti migliori in purezza o in assemblaggio? In quale tipo di contenitori è meglio far maturare il vino per ottenere risultati ottimali? Ma soprattutto, questo autoctono può caratterizzare e dare qualcosa in più ai vini di determinate zone della Toscana?

Al centro di queste domande c’è il Foglia tonda, antico vitigno diffuso soprattutto nella parte centro-meridionale della Toscana, prima abbandonato e di recente recuperato da un ristretto numero di Cantine.

Un convegno dedicato al Foglia tonda

Per rispondere a questi quesiti, produttori e giornalisti si sono ritrovati il 1 febbraio a Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini, a Trequanda, nel primo forum dedicato appunto al vitigno Foglia tonda. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di nove Cantine di buona parte delle province toscane. Produttori che negli ultimi anni hanno dedicato piccole porzioni delle loro superfici vitate alla coltivazione di quest’antica varietà.

Dimenticato per tutto il secolo scorso

Diffuso da tempo immemorabile soprattutto nella Toscana meridionale e forse in Umbria, il Foglia tonda è citato dal Di Rovasenda (1877) nel suo Saggio per una ampelografia universale in cui descrive questo vitigno presente a Brolio. Anche gli agronomi Breviglieri e Casini (1964) lo riferiscono al Chianti. Più di recente il Foglia tonda è stato identificato nelle vigne storiche dentro le mura di Siena con il progetto “Senarum Vinea” (2007-2012). Dal 1970 è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite e nel 1978 è stato omologato dall’Università di Firenze. Fu abbandonato circa un secolo fa quando la sua vigoria dava ai poveri contadini dell’epoca tanta uva poco matura.

Donatella Cinelli Colombini con i vini degustati

La passione di Donatella Cinelli Colombini l’ha riportato in vita

Artefice del recupero del Foglia tonda ai nostri giorni può essere considerata proprio Donatella Cinelli Colombini. Fu lei che, già nel 2000, piantò nelle vigne della Fattoria del Colle oltre 400 marze provenienti dal vitiarum della Regione Toscana. L’esperimento dette subito buoni risultati, tanto che negli anni successivi fu replicato. L’esagerata produzione d’uva, tipica del vitigno, è stata tuttavia il maggior problema nella ricerca dell’equilibrio vegetativo. Determinante per migliorare la qualità dell’uva è stato anche l’apporto del professor Cesare Intrieri (Università di Bologna) che fece produrre barbatelle di Foglia tonda dalle piante madri del vitiarum della facoltà di agraria. Ed è così che con la vendemmia 2001 nasce Cenerentola (Orcia Doc), il vino di Donatella a base Sangiovese e Foglia tonda.

Le Cantine che hanno partecipato al forum

Oltre a Donatella Cinelli Colombini, al Forum hanno partecipato le seguenti Cantine (foto in apertura): Podere Sequerciani (Gavorrano, Grosseto), Podere Ema (Grassina, Firenze), Mocine (Asciano, Siena), Il Castellaccio (Castagneto Carducci, Livorno), Mannucci Droandi Nuova Agricoltura (Montevarchi, Arezzo), Podere Anima Mundi (Casciana Terme, Pisa), Santa Vittoria (Foiano della Chiana, Arezzo), Poggio al Vento Mascelloni (Castiglion d’Orcia, Siena).

In degustazione emergono gli interrogativi sul futuro del Foglia tonda

Sotto la guida del collega Gianni Fabrizio abbiamo degustato i nove vini prodotti, parte in purezza e parte in assemblaggio con Sangiovese e/o altri vitigni, dalle rispettive aziende. Alcuni maturati in anfora e altri nei contenitori tradizionali, botti o barrique. Le annate andavano dal 2014 al 2017. Secondo l’opinione di Gianni Fabrizio, il Foglia tonda produce vini di notevole ricchezza polifenolica, caratterizzati da un’acidità spiccata e una buona vocazione all’invecchiamento. «Circa il suo futuro», ha spiegato, «va capito se la sua vocazione è vivere di vita propria oppure diventare un partner privilegiato del Sangiovese in supertuscan assolutamente autoctoni».

Un momento della degustazione

Troppo fertile e vigoroso, ma resistente alle malattie

Per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche, il vitigno presenta (e da qui il nome) una foglia praticamente circolare e somigliante a una piccola padella. I grappoli sono piuttosto grossi, compatti e piramidali, qualche volta alati. Gli acini sono ovoidali con ombelico prominente e buccia blu molto pruinosa. Il suo maggiore difetto è tuttavia la fertilità: produce infatti una quantità eccessiva di uva. Il suo pregio invece è la resistenza a peronospora, botrite e, in parte, all’oidio. È leggermente più tardivo del Sangiovese nel germogliamento, fioritura, invaiatura e ovviamente maturazione. Quanto ai vini, questi sono di colore rosso granato scuro. Al naso si rivelano intensi, con sentori di viola, piccoli frutti e prugne secche. In bocca sono pieni e corposi, con un buon adattamento all’invecchiamento.

30 ettari che potrebbero diventare presto 50

Attualmente in Toscana la superficie coltivata a Foglia tonda è inferiore ai 30 ettari, ma si vocifera di un’importante azienda intenzionata ad investire su questa varietà piantandone circa 20 ettari.

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