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Georg Meißner enologo di Alois Lageder

26 Marzo 2013 Elena Erlicher
Georg Meißner è il nuovo enologo della Cantina di Magrè (Bolzano) di Alois Lageder. Trentasei anni, diplomato Enologo alla facoltà di Farmacia dell'Università di Montpellier, Meißner subentra a Luis von Dellemann, cognato del viticoltore altoatesino e maestro cantiniere per 45 vendemmie nella tenuta di famiglia. Il nuovo enologo è ricercatore e docente alla Hochschule Geisenheim nella regione di Rheingau, ed è uno specialista nel settore della coltivazione biologico-dinamica, che ha approfondito con varie esperienze all'estero, in particolare in Sudafrica e negli Stati Uniti. IL METODO BIOLOGICO-DINAMICO - Nella Cantina di Magrè, Meißner si occuperà dei settori dell'agricoltura, dell'enologia, della ricerca e della didattica, dando un forte impulso alla conversione al metodo biologico-dinamico. Egli continuerà la sua attività didattica a Geisenheim, ampliando la collaborazione con il Goetheanum di Dornach e altre fondazioni, che assumeranno così un ruolo importante nell'elaborazione delle strategie aziendali. L'INCONTRO - «Una prospettiva di stretta collaborazione tra Georg e me», ha detto Alois Lageder, «si era già delineata più di un anno fa durante il nostro primo incontro. In quell’occasione, egli si distinse di fronte ad alcuni conferitori e collaboratori qui in Tenuta, unitosi in un gruppo di lavoro biologico-dinamico, per la sua grande competenza nel settore. Il forte consenso tra il giovane ricercatore e me, in merito al tema della conversione al metodo biologico-dinamico e allo sviluppo di questa coltivazione fu presto evidente e portò a una nuova comune visione». L'APPROCCIO STEINERIANO - Da anni la Cantina abbraccia la filosofia di un approccio interdisciplinare olistico che si ispira all'antroposofismo di Rudolf Steiner. «Grazie all’interazione tra agricoltura, pedagogia, musica, arte e medicina e, non di meno, al ruolo centrale dello spazio culturale e a una forte economia regionale», ha continuato Lageder, «siamo certi di poter rafforzare e migliorare la qualità del lavoro, così come l’individualità e l’autenticità dei nostri prodotti».

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