Senza confini Senza confini Elena Erlicher

I Cru del Beaujolais. Nouveau what?

In Italia, ma anche nel resto del mondo, il Beaujolais è conosciuto soprattutto come Nouveau, il vino novello francese ottenuto da macerazione carbonica totale, e ciò gli conferisce profumi spiccati di banana. Ma forse non tutti sanno che questa piccola denominazione così vicina alla Borgogna, e così distante come stile, è capace di donare vini dalla precisa e unica impronta territoriale. L’Appellation d’origine contrôlée nasce nel 1935, anche se le prime notizie su questo vino risalgono a secoli prima.

Non solo Nouveau

Negli ultimi decenni, però, la sua fama si lega prevalentemente alla tipologia Nouveau, dato il successo a livello mondiale, relegando in seconda battuta i più interessanti cru del Beaujolais rossi, alcuni dei quali evidenziano buone potenzialità d’invecchiamento – durante il nostro viaggio ci è capitato di assaggiare versioni anche di 10-20 anni. «Negli anni Venti-Trenta», spiega Dominique Piron, vigneron dal 1590 a Morgon (uno dei cru più storici e prestigiosi) e presidente del Comité interprofessionnel du Beaujolais, «eravamo molto forti sul mercato. Poi è arrivato il Nouveau: a noi piace ed è importante per la promozione dell’intera zona, ma dura solo un mese l’anno… Ora il desiderio di rivalsa è tanto».

 

 

I 10 Cru del Beaujolais

La Revue du Vin de France ha definito il Beaujolais “il più sensuale dei vigneti”. Esso si estende su 17.324 ettari e si snoda lungo una lingua di 10-15 chilometri di larghezza per 50 chilometri di lunghezza, posizionata da Mâcon, a nord, a Lione, a sud. Le altitudini variano dai 700-1.000 metri delle colline (con pendenze fino al 60%) ai territori pianeggianti del fondovalle. Qui si alleva prevalentemente la varietà Gamay, che è anche una delle più storiche della Borgogna e che è in grado di offrire una grande varietà di vini, dai più fini e aromatici Beaujolais e Beaujolais Villages ai più ricchi e complessi 10 cru del Beaujolais, ognuno con un proprio specifico carattere legato ai differenti terroir: Brouilly, Chénas, Chiroubles, Côte de Brouilly, Fleurie, Juliénas, Morgon, Moulin-à-Vent, Régnié, Saint-Amour.

Bianco, rosè e Crémant

Oltre a questi c’è il già noto Beaujolais Nouveau, che il mondo ogni anno attende il terzo giovedì di novembre e che ha il merito di far scoprire i profumi e gli aromi della nuova vendemmia. Alcuni vigneron del Beaujolais e Beaujolais Villages danno vita anche a una versione in bianco da uve Chardonnay, una rosé sempre da Gamay e apprezzati Crémant. In tutti i casi, cru compresi, questi vini sono in grado di offrire un ottimo rapporto qualità/prezzo. Infatti, anche le bottiglie dei cru più rinomati raramente superano i 30 euro.

La grande varietà dei suoli

Altro punto di forza di questa piccola regione vinicola è la grandissima varietà di composizione dei suoli – ben 73 tipi diversi, che passano dalle sabbie ai graniti e danno vita a una larga gamma di espressioni dei vini. Tra le varietà di suolo si possono schematicamente distinguere due tipi predominanti di terreno. A sud, i suoli argillo-calcarei, detti anche “pietre dorate”, tipici della denominazione Beaujolais, sono principalmente costituiti da calcare del Bajociano (stadio del Giurassico medio) e risalgono a 200 milioni di anni fa.

 

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 06/2016. Per continuare a leggere acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

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© Riproduzione riservata - 09/01/2017

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