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Coevo, contemporaneo senza età

19 Ottobre 2019 Civiltà del bere
Coevo, contemporaneo senza età

Il vino simbolo di Cecchi coniuga una forte spinta moderna a una grande longevità. Nell’annata 2015, armonica e complessa, il Sangiovese occupa il 50% del blend (che varia in base alla vendemmia). Seguono Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.

“Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante di separazione tra passato e futuro”. Queste parole, meditate da Sant’Agostino nelle sue celebri Confessioni, colgono perfettamente l’essenza del Coevo: il vino-icona di Cecchi presentato nel 2009 con la vendemmia 2006 e prodotto solo nelle annate eccellenti.

Un vino che racconta la sua epoca

«Con questo SuperTuscan abbiamo voluto marcare il tempo, dando un segnale profondo di sintesi storica e produttiva sia a livello aziendale sia per il panorama vinicolo toscano in generale, che vede la nostra famiglia impegnata nel settore da ormai quattro generazioni», spiegano Cesare e Andrea Cecchi, presidente e amministratore delegato del gruppo, che oggi conta 385 ettari divisi in sei proprietà tra la Toscana e l’Umbria.
L’aggettivo “coevo” rievoca la forte contemporaneità del vino, l’appartenere intimamente alla sua epoca fino a farsene autorevole portavoce. «Il nostro intento è raccontare il carattere unico di ciascuna annata attraverso una cifra stilistica “senza età”. Per questo motivo il blend varia a seconda della vendemmia, mantenendo però sempre come elemento cardine il Sangiovese, che dona l’impronta più autenticamente e storicamente regionale».

Cesare e Andrea Cecchi

Il blend è in continua evoluzione

Quattro le uve di riferimento: dai vigneti storici di Castellina in Chianti provengono il Sangiovese (vigneto Solare) e il Cabernet Sauvignon (La Gavina); mentre il Merlot e il Petit Verdot arrivano da Poggio la Lepre, nella proprietà Val delle Rose in Maremma.
«Le percentuali vengono bilanciate in base all’andamento climatico, al grado di maturazione e alla tenuta delle uve per garantire l’apice qualitativo della singola annata. Nel caso del Coevo 2015, attualmente in commercio, il Sangiovese è pari al 50%, seguito da Merlot e Cabernet Sauvignon, entrambi al 20%, e dal Petit Verdot, che si ferma al 10%».

Vinificazioni separate per un rosso elegante e longevo

La filosofia produttiva del Coevo prevede vinificazioni separate, con fermentazione in acciaio tra 25-30 °C e macerazione di due settimane per tutte le varietà. Segue un invecchiamento di 18 mesi in barrique e tonneau, poi in bottiglia per almeno 1 anno. Oggi nel calice si degusta un rosso perfettamente bilanciato tra la maturità tannica del Sangiovese e l’aromaticità del Merlot, che hanno beneficiato del lungo periodo di riposo, regalando al vino grande freschezza e la promessa di un’apprezzabile longevità. I frutti scuri e avvolgenti del Cabernet Sauvignon si integrano perfettamente con le note più speziate del Petit Verdot, aggiungendo alla beva complessità e struttura. Un vino contemporaneo, di nome e di fatto.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 5/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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