Senza confini Senza confini Marco Santini

Alsazia tra Cantine e borghi incantati

Alsazia tra Cantine e borghi incantati

Itinerario alla scoperta di una delle regioni vinicole più antiche di Francia. Dove il sole riscalda vigneti che regalano uve sublimi, per etichette eleganti. Un percorso tra Grand Cru e Vendage Tardive da assaporare ospiti delle storiche Maison d’Alsazia, attraverso una strada lunga 170 chilometri

Terra di grande fascino e di storia, l’Alsazia è una delle regioni vinicole più antiche di Francia. Dalle vigne che scendono dai monti Vosgi e arrivano fin quasi alle rive del Reno, si ottengono ogni anno oltre 160 milioni di bottiglie di vino, il 25% del quale è destinato all’esportazione. La fa da padrone il bianco, che ammonta al 20% del totale prodotto in tutta la Francia.
I vitigni coltivati sono sette: il Riesling, forse il più conosciuto, il Pinot gris, una volta noto come Tokay, il Gewürztraminer e lo splendido e meno diffuso Muscat d’Alsace sono i più significativi. A questi vanno aggiunti: il Pinot blanc, delicato e fresco, il Sylvaner, leggero e molto profumato e il Pinot noir, l’unico rosso d’Alsazia, che in questa regione, come nella Loira, si serve freddo.

Le botti della Cantina Zind Humbrecht

Un territorio storicamente vocato

I vini alsaziani devono le proprie caratteristiche, che ne hanno determinato il successo, a due fattori fondamentali: le eccezionali condizioni climatiche e la conformazione dei terreni. Infatti, questa è una zona dove la piovosità è assai scarsa (tra le più basse di Francia) e le ore di sole numerose. Ma non solo, sul microclima giocano un ruolo fondamentale i monti Vosgi, che riparano dai venti e dall’umidità provenienti dall’Oceano Atlantico le vigne distese sui colli del versante orientale. Clima, dunque, ma anche ricchezza e varietà del suolo, che passa dalle zone ricche di granito, gneiss e scisto, fino a quelle silicee e a quelle calcaree, per digradare fino alle piane alluvionali dove poi la vite si ferma. Per quanto riguarda la storia dell’Alsazia, è opportuno sottolineare che le complesse e travagliate vicende storiche, come il fatto che la regione abbia cambiato bandiera quattro volte fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, non hanno impedito lo sviluppo di una tradizione viticola che affonda le proprie radici al tempo dei Romani. Alla fine del primo millennio si contavano oltre 160 distretti dediti alla coltura della vite e nel Medioevo i vini alsaziani erano considerati fra i più cari del mondo; alla fine della seconda Guerra mondiale, nonostante le devastazioni del periodo bellico, erano molte le vigne storiche sopravvissute.

Una gita in mongolfiera consente di cogliere al meglio lo splendido panorama vitato dell’Alsazia

Le denominazioni dei vini d’Alsazia

Oggi l’Alsazia è una regione vinicola fra le più avanzate d’Europa: all’avanguardia sia sotto il profilo della tutela del territorio e della qualità sia a titolo turistico, proponendosi come una destinazione d’eccellenza per il visitatore appassionato. I vini sono identificati in base al livello qualitativo e si distinguono in Appellation Aoc Alsace e Appellation Aoc Alsace Grand Cru: per aver diritto all’Appellation d’Origine Contrôlée Alsace Grand Cru, i vini devono provenire da uve raccolte in 52 territori titolati e strettamente delimitati dei vigneti alsaziani. Sono solo quattro i vitigni autorizzati a divenire grand cru: Riesling, Gewürztraminer, Pinot gris e Muscat d’Alsace; la gradazione alcolica minima deve essere di 10° per il Riesling e di 12° per il Muscat, il Gewürztraminer e il Pinot gris, con un rendimento massimo autorizzato di 70 ettolitri per ettaro. L’etichetta dei grand cru deve indicare obbligatoriamente, oltre alla Aoc, anche la località, il vitigno e il millesimo di riferimento. A questa classificazione se ne aggiungono altre due: Vendage Tardive, per vini ottenuti con uve vendemmiate in sovramaturazione, e Sélection de grains nobles, per prodotti con grappoli raccolti e selezionati a mano e, solitamente, aggrediti dalla muffa nobile, la Botrytis cinerea. Una categoria a parte riguarda i Crémant d’Alsace, spumanti ottenuti con il Metodo Classico, principalmente da uve Pinot blanc.

Il fornito Sommelierie Wine Shop di Colmar

Lungo la Strada del vino d’Alsazia: Domaines Schlumberger

I vini di questa regione sono caratterizzati da notevole eleganza e concentrazione superlativa, capaci di regalare grandi emozioni in abbinamento con i cibi ma, specie nel caso delle Vendages Tardives e delle Sélection de Grains Nobles, possono diventare grandi vini da meditazione. La Strada dei vini Alsaziani prende il via nei pressi di Mulhouse, capitale europea dei musei della tecnica. Lasciata la città, si raggiunge Thann, dove cominciano i 170 chilometri di un percorso goloso dove le soste sono scandite dalle visite alle Cantine e dalla scoperta di un territorio costellato da numerosi paesini da scoprire e gli infiniti appuntamenti con la gastronomia locale. La prima tappa enologica si trova a Guebwiller, unico paese in Alsazia a vantare quattro grand cru (Kitterlé, Kessler, Saering e Spiegel), dove ha sede l’azienda vinicola Domaines Schlumberger, perfetto esempio di equilibrio di tradizione e modernità. Su 140 ettari di vigna 70 sono classificati grand cru, 30 beneficiano di un regime biodinamico e i terreni ripidissimi vengono ancora arati con i cavalli: dispone inoltre di 120 grandi botti di legno secolari alle quali è stato applicato un moderno sistema di termoregolazione, e le rese per ettaro sono bassissime (45 ettolitri su tutta la proprietà). Il risultato è una serie di vini che si caratterizza per eleganza, finezza e concentrazione su tutta la gamma: brillano i grand cru, in particolare il Gewürztraminer Kessler, vino sensuale, di grande struttura, con il suo naso complesso, speziato e floreale e il gusto rotondo e vellutato con ricordi di rose, frutti esotici, spezie e quel finale così fresco e pulito;  da ricordare anche il Riesling e il Gewürztraminer della linea Les Princes Abbés, per non parlare delle splendide vendemmie tardive prodotte solo nelle annate migliori. Si lascia la Cantina degli Schlumberger con la sensazione di aver incontrato persone con un rispetto estremo della terra.

Dodici generazioni, una Cantina. Maison Frick 

Di nuovo in viaggio, si supera il borgo di Rouffach, dominato dal castello d’Isenbourg, oggi trasformato in un raffinato hotel cinque stelle, prima di arrivare a Pfaffenheim, piccolo paesino che ospita l’azienda della famiglia Frick, 12 generazioni di vignaioli nel medesimo luogo e una conoscenza e una sensibilità nei confronti del territorio che li ha portati a scelte anche radicali. Nel 1970 la conversione di tutto il domaine in agricoltura biologica, nel 1981 le prime sperimentazioni in regime biodinamico e dal 2002 la decisione di abbandonare il tappo di sughero a favore di capsule coronate in acciaio inox con un disco di polietilene che assicura l’impermeabilità. Una scelta che Pierre Frick motiva con l’impossibilità di reperire sul mercato prodotti in sughero che garantiscano la salute del vino. Il regime biodinamico interessa tutti gli stadi della vinificazione e l’uso di prodotti chimici è scomparso dalla cantina. Dal 1999 alcune delle cuvée vengono imbottigliate senza zolfo. Il risultato sono vini che non tradiscono quel carattere un po’ sempliciotto di certi biodinamici che s’incontrano dalle nostre parti. I vini della Maison Frick risultano fini, equilibrati, caratterizzati da notevole struttura e complessità che raccontano con grande personalità il terroir di cui sono figli. Vogliamo ricordare lo splendido Gewürztraminer Vendages Tardives – Grand Cru Steinert, con i suoi sentori di rosa, liquirizia e ananas, il gusto rotondo con ricordi di miele, di mela cotogna e rosa e il finale lunghissimo reso ancor più fresco dalla nota di ginepro che rimane in bocca, ma anche il Riesling e il Gewürztraminer della linea Cuvée Precieuse che si fanno notare per la loro pienezza oltre che per il rapporto qualità – prezzo.

Curve tra i vigneti della Strada dei Grand Cru

Maurice Schueller: vini di grande personalità

Pochi chilometri più a nord, a Gueberschwihr, opera l’azienda vitivinicola Maurice Schueller, un altro piccolo produttore capace di ottenere vini di enorme personalità. Una Maison che conta una dozzina di ettari lavorati in maniera molto tradizionale, il privilegio di avere tre vigne nel grand cru Goldert e un vitigno, il Muscat d’Alsace, che la famiglia Schueller sa portare allo stato dell’arte. Provatene una bottiglia insieme agli asparagi con le uova e il burro fuso e scoprirete un vino, da noi poco conosciuto, completamente diverso dal suo omonimo della Loira; un prodotto di notevole eleganza e pulizia rigorosa, secco, rotondo e fruttato, assai complesso, dal naso ampio, di aromaticità schietta. Il gusto è minerale, pieno, con sentori di agrumi, quarzo, anice. Il finale lunghissimo, di grande pulizia, con ricordi balsamici. Fra i vini di Schueller, da ricordare anche un Riesling da vecchie vigne, che sposa splendidamente il cotechino e poi un ottimo Gewürztraminer Grand Cru Goldert da abbinare ai formaggi erborinati. Colmar è alle porte, con i suoi vecchi edifici, le ricche facciate, i canali e i vicoli. Percorrendo la zona pedonale, una delle più grandi d’Europa, si può ammirare il patrimonio artistico che va dal Medio Evo al XX secolo. Molto caratteristico il Quai de la Poissonnerie, quartiere dove un tempo veniva venduto il pesce, oggi chiamato Petite Venise.

Bernard Antony, uno dei più importanti affinatori di formaggi della Francia, nella sua bottega a Vieux-Ferrette

La biodinamica secondo Zind Humbrecht 

Lasciata Colmar, si entra nella parte più suggestiva dell’Alsazia con i colli e i vigneti che regalano una successione emozionante di prospettive. Uno dei paesi più caratteristici è proprio Turckheim dove si trova la Cantina Zind Humbrecht, uno dei nomi meglio conosciuti della regione. Costruita agli inizi degli anni Novanta nel vigneto dell’Herrenweg, è una struttura notevole, edificata con criteri di risparmio energetico e di ergonomia del lavoro. Il Domaine Zind Humbrecht è condotto dal Duemila in regime di coltura biodinamica e l’uso di anidride solforosa per il mantenimento dei vini è quasi bandito; le rese per ettaro vengono tenute a limiti bassissimi e le maturazioni ritardate al limite dell’equilibrio alcool/acidità, al fine di ottenere vini di grande struttura e potenza, conferendo agli stessi una longevità inusuale, che può tranquillamente oltrepassare i 25/30 anni in condizioni di assoluta freschezza. La genialità e l’intraprendenza della famiglia Humbrecht con Léonard e sua moglie Généviève che hanno creato la proprietà, affiancati oggi dal figlio Olivier e da sua moglie Margaret, ha dato vita a un’azienda di riferimento in Alsazia che oggi vanta 40 ettari in proprietà, fra i quali si distinguono il Clos Saint Urbain au Rangen de Thann, in cui si producono Riesling, Pinot gris e Gewürztraminer (Alsace Grand Cru), un vigneto unico, cioè un monopole,  con una pendenza di oltre il 70%. I vini che nascono da queste uve sono unici come la terra che li genera: basti pensare allo strepitoso Clos Saint-Urbain Grand Cru Pinot gris. Seducenti per l’equilibrio fra potenza, concentrazione ed eleganza anche Hengst Grand Cru Gewürztraminer e il Brand  Grand Cru Riesling.

La vendemmia nei Domaines Schlumberger

Meyer-Fonné e il vino “flessibile”

La strada dei grand cru prosegue serpeggiando fra le vigne fino all’abitato di Niedermorschwihr, dove si resta incantati dal profumo delle marmellate di Christine Ferber. Tra le confetture più sfiziose ci sono quelle allo Champagne Veuve Clicquot, alle fragole di bosco con i petali di rosa e all’amarena e menta. Subito a nord di Niedermorschwihr si entra a Katzenthal dove va visitata la Cantina Meyer-Fonné. Viticoltori da tre generazioni, 12 ettari di vigna sparsi in sette comuni nel cuore dell’Alsazia, cinque grand cru (Wineck-Schlossberg, Kaefferkopf, Furstentum, Sporen e Schoenenbourg) e una filosofia di lavoro che fa cardine sul concetto di flessibilità. Una flessibilità volta ad assecondare le necessità delle diverse vigne, delle diverse stagioni e annate, per ottenere vini sempre vicini al territorio e aderenti alle mutevoli condizioni che la natura impone. Un’attitudine di grande rispetto che filtra nel carattere unico dei vini di casa Meyer-Fonné. Nota a livello internazionale per i suoi Gewürztraminer marcati da un’acidità vibrante, fra i vini di questa Cantina brilla anche il Muscat Vignoble de Katzenthal, snello, fresco, di grande finezza, da provare come aperitivo. Splendido il Riesling Grand Cru Wineck-Schlossberg di eleganza e profondità siderali che ben si sposa con le preparazioni a base di uova, in particolare omelette e sformati agli asparagi.

Un cartello indica il percorso della Strada dei Vini Alsaziani, circa 200 chilometri da Thann a Barr

Binner, viticoltori dal 1770 

Ecco Ammerschwihr dove incontriamo un’altra famiglia di vignaioli votati alla produzione di vini totalmente naturali: i Binner. Viticoltori dal 1770, oggi dispongono di 11 ettari di vigna dislocati per lo più nei tre superbi grand cru di Schlossberg, Kaefferkopf e Wineck-Schlossberg. I Binner vinificano esclusivamente le proprie uve, un dato questo, che non è scontato in Alsazia dove molti le acquistano, e a volte comprano addirittura il succo. Non solo, l’azienda, condotta con passione dai quattro membri della famiglia, vanta pratiche di agricoltura biologica e biodinamica certificata, inerbamento del terreno fra i filari per proteggerlo dall’erosione, vendemmie in ottobre e novembre per ottenere la massima concentrazione, e raccolte esclusivamente manuali. La vinificazione parte da una spremitura lenta e prolungata, quindi fermentazioni lunghe a bassa temperatura, senza alcuna aggiunta o pratica di cantina, affinamento sui lieviti in grandi botti di legno centenarie, nessun filtraggio e riposo in bottiglia per almeno tre anni prima della commercializzazione. Per molti sarebbe un puro suicidio commerciale, ma non per i Binner. I vini sono potenti, pieni di carattere oltre che di struttura. Citiamo il Riesling Grand Cru Schlossberg, vino immenso ma elegante, potente ma rigoroso, che nasce sul granito della valle di Kaysersberg, dove la roccia letteralmente affiora e regala quella mineralità che caratterizza questo Riesling pieno, indimenticabile e capace di lungo invecchiamento. Altrettanto unico il Muscat Kaefferkopf Cuvée Beatrice, splendido, nitido, aromatico, caratterizzato dal finale lunghissimo fresco e minerale. Interessante è poi provare anche l’ottimo Riesling Wineck-Schlossberg per capire quanto sia evidente la differenza di vigneto a parità di vitigno e lavorazione.

Il foie-gras della Maison Liesel

Weinbach, Paul Blank e Sipp-Mack 

Arrivati a Kaysersberg, borgo fortificato sul fiume Weiss, con la sua spettacolare conca di vigneti, bisogna visitare il Domaine Weinbach dove Colette Faller, insieme alle sue due figlie, produce etichette fra le più titolate d’Alsazia. Si tratta di vini di grande eleganza e sensualità, basti pensare al Riesling Grand Cru Schlossberg Cuvée Sainte Catherine L’Inedit!, vino di splendida raffinatezza e maturità, in perfetto equilibrio fra snellezza nitida e corposità opulenta, da abbinare all’astice e alle capesante. Poco lontano, a Kientzheim, ci si può fermare al Domaine Paul Blanck, famiglia di vignerons dal 1610. Oltre a visitare la cantina, si assaggiano gli ottimi vini che Chantal Blank illustra con passione. Brilla lo strepitoso Riesling Grand Cru Furstentum Vieilles Vignes, capace di invecchiare a lungo, regalare grandi emozioni e accompagnare situazione che vanno dai formaggi di capra, ai crostacei fino alla meditazione. Subito prima di arrivare a Ribeauvillé, si incontra l’abitato Hunawihr in posizione particolarmente bella circondato da un anfiteatro spettacolare di vigne. È qui che incontriamo Jacques Sipp, titolare dell’azienda Sipp-Mack, che ci racconta con passione e competenza come nascono i suoi vini grazie alle prerogative di un terroir particolarmente vocato. La verticale dei suoi Riesling Grand Cru Rosacker è indimenticabile. Il 2000 è uno dei Riesling più interessanti mai provati, caratterizzato da un bouquet ampio, complesso, fine. Di grande mineralità, con sentori di pietra focaia, idrocarburi appena accennati, quarzo, banana, cedro caramellato e pompelmo rosa. Il gusto è secco, potente, quasi opulento con note di spezia, fichi, tabacco e incenso. Il finale lunghissimo regala ricordi balsamici, di limone e nocciola tostata. Si tratta di un vino da invecchiare almeno 15 anni e bere da solo, oppure tentando un abbinamento con i frutti di mare.

Botti e bottiglie del Domaine Weinbach di Colette Faller

Rémy Gresser e tappa foie-gras da Maison Liesel

A Ribeauvillé bisogna fermarsi alla Maison Liesel, tempio del foie-gras, perfetto con certi Pinot gris e Gewürztraminer della zona. Da non perdere anche la Cantina di Jean Paul Metté, dove si possono degustare oltre 80 distillati. I più curiosi sono all’aglio, al basilico, agli asparagi e al pepe. Il viaggio prosegue in direzione di Andlau, a metà strada fra Colmar e Strasburgo, per visitare una delle aziende più interessanti d’Alsazia: Rémy Gresser. Quattro secoli di storia, 10 ettari e mezzo di vigna, tre grand cru (Kastelberg, Wiebelsberg e Moenchberg), una filosofia di vita e di lavoro che mette il terroir al centro di ogni scelta: dall’agricoltura biologica e biodinamica al rispetto per l’equilibrio naturale fra flora e fauna che permette all’uomo di svolgere il proprio lavoro in armonia con l’ambiente che lo circonda. Una convinzione che si esprime anche in cantina dove i ritmi della fermentazione e della maturazione dei vini di Gresser sono determinati dalla natura. Assolutamente formidabile il Riesling Grand Cru con la sua elegante mineralità, in perfetto equilibrio fra concentrazione e pulizia. Si tratta di un vino che esprime in modo netto il terroir, molto fruttato al naso, complesso e rigoroso in bocca, con un finale lunghissimo e fresco. Vino capace di regalare notevoli sensazioni. Ottimo con il sushi e i crostacei. Seducente il Gewürztraminer Duttenberg Vieilles Vignes, un vino quasi opulento, ma fresco, minerale, pieno, concentrato e potente, dove l’acidità regala lunghezza aerea a un finale di grande pulizia. Da ricordare anche l’ottimo Pinot gris Clos de l’Ourse Vieilles Vignes; di grande struttura e concentrazione, è caratterizzato dall’equilibrio fra estratto, residuo zuccherino e acidità. Ne esce un vino inconsueto e intrigante, tanto al palato quanto per gli abbinamenti che vanno dal foie-gras spadellato fino alle carni bianche e il pollame. Ultima tappa a Barr dove rimane uno degli ultimi bottai della regione e quindi attraverso un paesaggio ordinato dalle vigne si torna verso la pianura prima di raggiungere Strasburgo con i suoi canali, i suoi palazzi á colombage e il parlamento europeo.

 

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© Riproduzione riservata - 06/09/2012

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