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Vino italiano in Giappone. Cresciamo a piccoli passi

Vino italiano in Giappone. Cresciamo a piccoli passi

Le importazioni di vino italiano in Giappone vedono una crescita lenta, ma costante. Così come l’intero mercato vinicolo, dove la concorrenza è agguerrita e non è semplice immettere nuovi prodotti. La Borsa Vini organizzata da Ice Tokyo il 12 e 13 novembre è occasione per fare il punto sul nostro export nel Sol Levante.

«Confrontando i dati statistici dal 2006 al 2017, il vino italiano in Giappone passa da un valore di 15,6 miliardi di yen nel 2006 a 21,7 miliardi di yen nel 2017 (da quasi 120 milioni a 167 milioni di euro, ndr), corrispondenti a 284 mila ettolitri e 428 mila ettolitri», spiega Aristide Martellini, direttore di Ice Tokyo.

 

Aristide Martellini, direttore di Ice Tokyo.

Aristide Martellini, direttore di Ice Tokyo

 

Francia e Cile sono i nostri competitor

L’Italia è fra i primi tre Paesi fornitori di vino imbottigliato in Giappone. Nel 2017 la Francia ha coperto quasi la metà del mercato (il 42,4% del valore complessivo), ma la nostra quota (15,7%) si avvicina molto a quella dei vini cileni, in seconda posizione con il 16,4%. E il 2018 segna un piccolo, ma significativo incremento delle importazioni del Bel Paese. «Considerando il periodo gennaio/giugno, il vino italiano pesa il 16,1% del valore complessivo, a pari merito con il Cile che, nello stesso tempo, ha visto ridurre la propria quota rispetto ai primi sei mesi del 2017 (da 18,4% a 16,1%). Ben più ampio il raggio della Francia, che detiene il primato con una quota del 40,4%», precisa Martellini.

Come ci posizioniamo sul mercato

«Da rilevare che il vino cileno si posiziona su una fascia di prezzo più bassa rispetto ai vini italiani e francesi, generalmente sotto i 1.000 yen, mentre i vini italiani sono prodotti di fascia media (tra i 1.000 e i 1.500 yen), in competizione diretta con quelli francesi che, storicamente percepiti come vini di alta qualità, occupano anche fasce di prezzo più alte». Ice segnala, nello specifico, un interesse crescente per i nostri spumanti, anche se il mercato di questa tipologia è regno incontrastato della Francia, che pesa l’83,6% del valore complessivo. Nel primo semestre 2018 siamo però riusciti a superare la Spagna, che copre il 5,8%, mentre le bollicine made in Italy raggiungono quota 6,5%.

Un accordo per abbattere i dazi doganali dal 2019

Stando al rapporto sul settore beverage in Giappone che Kirin Company pubblica ogni anno, l’evoluzione del mercato vinicolo interno è un processo lento, ma costante: in dieci anni (2006-2016) il consumo di vino in Giappone è aumentato 1,5 volte. «L’Italia ha partecipato a questo costante processo che ha visto l’aumento del consumo di vino. E ne è tuttora parte attiva», specifica il direttore di Ice Tokyo. «Il Giappone rappresenta un mercato molto importante per le aziende italiane che sempre più numerose, di anno in anno, propongono i loro prodotti sul mercato. Un bel vantaggio arriva dall’accordo tra Ue e Giappone (Epa), in vigore dai primi mesi del 2019, grazie al quale verranno aboliti i dazi sul vino».

La concorrenza è agguerrita

Il limite di questo mercato? È maturo. «In Giappone già si trova una vasta gamma di vini provenienti da tutte le regioni italiane, senza considerare le innumerevoli etichette importate da altri Paesi e la produzione enologica interna (Nihon Wine). I più grandi importatori di vini italiani possono contare su una lista di fornitori ampia ed esaustiva. Per immettere nuovi prodotti su questo mercato si deve essere concorrenziali dal punto di vista del prezzo, e al contempo capaci di distinguersi per originalità e identità. La concorrenza è molto agguerrita».

Le attività di Ice Tokyo per il vino italiano in Giappone

Per promuovere il vino italiano in Giappone, Ice Tokyo organizza e partecipa a diverse manifestazioni nella metropoli (e in altre aree del Paese), coinvolgendo direttamente le aziende vinicole italiane. Imminente è l’edizione 2018 della Borsa Vini, una mostra autonoma di Ice dedicata proprio alle produzioni vinicole di qualità: il 12 novembre a Kyoto e il 13 a Tokyo. Nella prima tappa di Kyoto si svolge anche il Japan Export Pass, una manifestazione parallela dedicata alle piccole-medie imprese italiane del settore agroalimentare. In totale parteciperanno circa 70 aziende italiane, incluse 55 Cantine. Mentre ad eventi di rilevanza internazionale come Foodex Japan (5-8 marzo 2019 a Tokyo), importante manifestazione annuale del settore alimentare, Agenzia organizza il Padiglione Italia. L’edizione 2018 (con 3.400 espositori totali e 72.500 visitatori) ha visto l’adesione di oltre 170 marchi italiani.

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© Riproduzione riservata - 09/11/2018

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