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Martin Kerres e i vini di Valdonica

13 Dicembre 2016 Jessica Bordoni
Siamo a Sassofortino di Roccastrada, tra le Colline Metallifere della Maremma grossetana. L’azienda Valdonica è stata fondata nel 2006 su un terreno cosiddetto vergine, ovvero mai allevato a vite prima. Al vertice aziendale c’è l’imprenditore austriaco Martin Kerres, che una decina di anni fa arrivò in Toscana per cercare una residenza dove trascorrere le vacanze estive con la famiglia.

Quel che si dice un amore a prima vista

«Quando visitai la proprietà, che all’epoca era completamente abbandonata, rimasi semplicemente senza fiato», spiega lo stesso Kerres. «La sua bellezza ancora intatta, la natura autentica dei luoghi mi indussero a non andare oltre con le mie ricerche e decisi di acquistarla». Intuendo le grandi potenzialità enologiche della zona, Kerres decise di avviare un’attività vinicola, trasferendosi definitivamente in Toscana per seguire da vicino il suo progetto.

In vigna Vermentino, Sangiovese e Ciliegiolo

Valdonica si estende per 85 ettari, di cui 10 a vigneto. Il terreno è di origine vulcanica, con prevalenza argillosa e presenza di pirite e quarzo. «La posizione è molto favorevole, ad un’altezza di circa 500 metri sul livello del mare, con una benevola esposizione a sud e la vicinanza al mar Tirreno». Da subito si è scelto di impiantare solo varietà autoctone e tradizionali: Vermentino (due diversi cloni), Sangiovese (ben 9 cloni) e Ciliegiolo (due cloni).

La ricerca dell’autenticità territoriale nei vini di Valdonica

La prerogativa è stata quella di valorizzare la micro-territorialità, riducendo al minimo gli interventi dell’uomo per mantenere il massimo equilibrio naturale dell’ambiente. La filosofia aziendale è chiara: il vino è concepito come «pura rivelazione del territorio, passione, rispetto e conoscenza». Sono quindi banditi gli stereotipi e la ricerca di uno standard stilistico: ogni annata ha una storia diversa e ben precisa da raccontare, all’olfatto come al gusto.

Sostenibilità dalla vigna alla cantina

In questa direzione va anche l’ottenimento della certificazione biologica, conseguita nel 2012. In cantina si tende a evitare la fase della diraspatura, mente la vinificazione avviene solo a opera di lieviti indigeni, con lunghe macerazioni atte a favorire la migliore estrazione. L’edificio aziendale è costruito con materiali biocompatibili e opera nel rispetto dell’eco-sostenibilità e del risparmio energetico.

I progetti per il futuro

Attualmente la produzione si aggiorna sulle 35.000 bottiglie annue, ma l’obiettivo è arrivare a 100.000, continuando a valorizzare gli autoctoni e il contesto naturalistico in cui la Casa vinicola è inserita. “A gennaio impianteremo altri quattro ettari e mezzo, sempre con vitigni locali. Si tratta del Ciliegiolo, ma anche dei più rari Vermentino nero e Massaretta”.

I nostri assaggi

Lo scorso primo dicembre, nel corso di un pranzo riservato alla stampa presso il Ristorante Daniel Canzian di Milano, Martin Kerres ha proposto in degustazione alcune referenze Valdonica. Ecco le tasting notes delle quattro etichette che ci hanno convinto di più:

Mersino, Igt Toscana 2014

Vermentino in purezza di grande piacevolezza e bevibilità. Affina un anno in acciaio prima dell’imbottigliamento di minimo tre mesi. È un bianco facile ma tutt’altro che banale, di grande freschezza ed eleganza minerale. La produzione attuale si aggira sulle 9.500 bottiglie. Voto: 89/100  

Saragio, Maremma Toscana Doc 2012

Dalla migliore selezione di uve Sangiovese. È il frutto di una lunga macerazione sulle bucce, a cui segue un invecchiamento di 18 mesi in barrique di rovere di media tostatura e un periodo di altri 18 mesi in bottiglia. Complesso, strutturato, fine, con una freschezza molto interessante. La produzione raggiunge le 15 mila bottiglie Voto: 90/100

Baciòlo, Monteregio di Massa Marittima Sangiovese Riserva 2012

Viene prodotto in edizione limitata di circa 2000 bottiglie e solo nelle annate migliori. 24 mesi di affinamento in barrique di rovere e 18 mesi di bottiglia regalano una Riserva di grande pienezza e ricchezza aromatica. Si tratta di un Sangiovese dal notevole potenziale di invecchiamento, che può tranquillamente essere dimenticato in cantina per un decennio. Voto: 91/100

Ciliegiòlo, Maremma Toscana Doc 2012

È tra le punte di diamante della produzione Valdonica, nonché il simbolo della grande ricerca sulle uve autoctone condotta da Martin Kerres e dal suo team. Il Ciliegiolo ha fama di essere una varietà rustica, robusta; qui però presenta un bouquet profumatissimo e raffinato. In bocca è potente, complesso, senza però venir meno in eleganza e finezza. L’affinamento si protrae per 42 mesi in tonneau nuovo, poi 3 mesi in bottiglia. Solo 600 esemplari (ne sono rimasti meno di 20) per un vero tesoro aziendale. Voto: 92/100

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