I vini di montagna abitano luoghi aspri ed estremi. Le vigne sono strappate alle cime attraverso piccoli fazzoletti di terra, in un corpo a corpo con le rocce, le rupi e gli anfratti, tra terrazzamenti, muri a secco e forti pendenze. Dalla Valle d’Aosta all’Etna, questa nuova serie ci porta al cospetto di una viticoltura impervia e spettacolare, frutto di secoli di strenuo lavoro contadino, di cui è erede il vignaiolo moderno. Terza tappa: Donnas.
Situato all’imbocco della Bassa Valle come naturale proseguimento della denominazione Carema, che ricade in Piemonte, il territorio del Donnas vanta un’illustre tradizione storica. A riguardo, si consiglia la lettura del libro Donnas. I vini della Valle d’Aosta tra signorie alpine e dominio sabaudo di Elena Erlicher pubblicato da Kellerman.
Dove regna il Picotendro
Si sviluppa lungo una ventina di ettari su ambedue i versanti orografici della Dora Baltea, coinvolgendo, oltre a Donnas, anche i comuni di Pont Saint-Martin, Perloz e Bard. La viticoltura offre qui spettacolari aspetti rupestri dal fascino arcaico, quasi preistorico, specie in inverno, quando le vigne sono nude e le masse rocciose degli imponenti muri, unitamente ai lunghi e alti legni della pergola, spiccano sul paesaggio circostante. I terrazzi hanno pendenze pronunciate e toccano picchi di verticalità, specie se vissute dall’alto, mentre i suoli, di origine morenica, sono sciolti e sabbiosi. È il regno del Nebbiolo valdostano, localmente chiamato Picotendro.