Fine settimana in Valtellina tra piste, crotti e cantine
C’è ancora neve sulle piste delle località sciistiche della Valtellina, ma le giornate cominciano ad allungarsi e per riprendere le calorie consumate sugli sci non c’è niente di meglio che una pausa enogastronomica. La Valtellina è una terra dalle molteplici risorse: qui dove il Mediterraneo incontra il Nord Europa, l’influenza mitteleuropea si fa sentire, eccome. Per chi vuole prendersi una pausa da tuta, sci e scarponi, i posti migliori per una merenda, un bicchiere di vino e quattro chiacchiere tra amici sono i crotti, cavità naturali nelle montagne, resti di antichissime frane. Al loro interno spira una corrente d’aria che rende la temperatura costante, d’estate come d’inverno. Grazie a queste condizioni, i crotti sono ottimi luoghi per conservare e stagionare bresaola, formaggio bitto e affinare vini. Anche perché in Valtellina il vino non manca…
Dove si beve il vino e dove si coltiva la vite
Sugli assolati, ventilati e ripidi pendii della Valtellina il Nebbiolo ha trovato una seconda casa. Dallo stesso vitigno – qui ribattezzato Chiavennasca – con cui nelle Langhe si producono Barolo e Barbaresco, nasce un altro vino frutto di una viticoltura eroica, lenta, difficile e sempre opera della mano dell’uomo che ha cercato di addomesticare il terreno scosceso costruendo terrazze sostenute da muretti in pietra e dette anche “terragne” o “inferni” a causa delle alte temperature che si raggiungono in estate. La vendemmia è il momento più difficile, affrontato con l’aiuto di artigianali teleferiche, ma soprattutto con vecchie gerle in vimini portate sulle spalle. I vigneti che si trovano in “costiera”, ovvero aggrappati a pendii scoscesi, sono quelli che danno i vini migliori delle cinque sottozone che da ovest a est per 40 chilometri disegnano la produzione enologica di questa valle solcata dal fiume Adda: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella. È qui che vengono prodotti Rosso di Valtellina Doc, Valtellina Superiore Docg e Sforzato (o Sfursat) di Valtellina Docg.
Una sosta in cantina dopo la discesa
Per chi arriva da Bormio o Livigno, si incontra per prima l’azienda Fay, che ha portato valore alla sottozona forse più trascurata: la Valgella. I vini di Fay più complessi e strutturati nascono da altitudini elevate nel comune di Teglio. È possibile visitare l’azienda e degustarne i vini. Abbraccia praticamente tutte le sottozone della Valtellina, grazie ai 310 soci conferitori, la cantina Nino Negri la cui storia parte nel 1897 a Chiuro. Oggi la casa vinicola guidata dall’enologo Casimiro Maule fa parte del Gruppo Italiano Vini (Giv) ed è riuscita a coniugare tradizione e avanguardia. La Negri è stata la prima cantina valtellinese, nel 1956, a produrre lo Sfursat con appassimento naturale delle uve Nebbiolo, e il “5 Stelle” è un prodotto prestigioso e di gran classe. Oltre a visite e degustazioni, Nino Negri offre la possibilità di gustare meglio i vini dell’azienda all’agriturismo Fracia di Teglio. AR.PE.PE. è l’acronimo di Arturo Pellizzati Perego, i cui figli Isabella, Emanuele e Guido cont ribuiscono ogni giorno a rendere l’azienda uno dei simboli del forte legame tra questa terra difficile e la grande passione per il vino. La grande cantina sotto la montagna alle porte di Sondrio è ricavata sotto i vigneti della sottozona Grumello e si può visitare su prenotazione.
Dai crotti alla modernità
La storia dell’azienda Mamete Prevostini nasce, invece, nel crotto dove il nonno iniziò a produrre i suoi primi vini di Valtellina, ma la nuova e innovativa cantina ha ottenuto la certificazione “CasaClima Wine” grazie all’ecocompatibilità e all’efficienza energetica. Oltre a visita e degustazione, anche in questo caso è possibile fermarsi al ristorante Crotasc, in uno dei più caratteristici e suggestivi crotti della zona. Vino come cultura, esperienza e responsabilità è la filosofia della casa Vinicola Aldo Rainoldi, un’istituzione della Valtellina che, però, incuriosisce con qualche piccola novità per gli amanti delle bollicine: la Cuvée Maria Vittoria, spumante metodo classico da uve Nebbiolo; mentre i più tradizionalisti non possono perdere lo Sfursat Fruttaio Ca’ Rizzieri.
Dove mangiare
Ristorante Crotasc a Mese (www.ristorantecrotasc.com): la famiglia Prevostini da tre generazioni gestisce questo crotto diventato trattoria già nel 1946. Cucina schietta e tradizionale.
Agriturismo Fracia a Chiuro (www.ristorantefracia.it): per chi ama il buon mangiare e il buon bere in mezzo ai vigneti; cucina tipica Valtellinese accompagnata dai rossi della Casa Vinicola Negri.
Ristorante San Pietro a Teglio (www.ristorantesanpietro.com): Teglio è la sede dell’Accademia del Pizzocchero e un piatto fumante di queste corte fettuccine di grano saraceno condite con verze, patate, erbe, burro e formaggio non dovrà mancare sulla tavola.
Osteria del Crotto a Morbegno (www.osteriadelcrotto.it): prodotti stagionali, semplicità e gusto abbinati a un servizio moderno e ricercato.
Dove dormire
Immersi nella natura, a Mantello: La Fiorida (www.lafiorida.com)
Tag: Aldo Rainoldi, Ar.Pe.Pe., Chiavennasca, Consorzio vini della Valtellina, Fay, Mamete Prevostini, Nino Negri, Valtellina© Riproduzione riservata - 06/03/2016