In Italia In Italia Elena Erlicher

Terlaner 1991 Rarity, la “rarità” di Cantina Terlano

Terlaner 1991 Rarity, la “rarità” di Cantina Terlano

Ha riposato per 25 anni sui lieviti (1 anno in botte da 25 hl e 24 in contenitori d’acciaio da 25 hl) a 13 gradi in una cantina profonda 13 metri. Si chiama Terlaner 1991 Rarity, la nuova “rarità” della altoatesina Cantina Terlano, a base di Pinot bianco (per la maggior parte), Chardonnay e una piccola aggiunta di Sauvignon. È stato presentato in anteprima all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, il 30 gennaio.

Correva l’anno 1893…

La cuvée è quella storica che la Cantina altoatesina produce fin dal 1893, l’anno della sua fondazione. Nel caso del Terlaner 1991 Rarity stiamo parlando di un grande bianco che è nato sotto la supervisione dell’allora cantiniere Sebastian Stocker e che poi è stato seguito e “accarezzato” dall’enologo Rudi Kofler, come lui stesso ha spiegato. Dopo aver maturato per 12 mesi in botti grandi di rovere, è nei successivi 24 anni di affinamento sui lieviti in piccoli contenitori di acciaio che il vino ha trovato il suo perfetto equilibrio. Nel gennaio 2016 è stato infine imbottigliato per fare il suo debutto quest’anno.

Terlaner 1991 Rarity si degusta solo al ristorante

«Il vino sa di fiori di prato e roccia bagnata», ha spiegato Kofler, «e in bocca è morbido, sapido e pieno di energia, con un potenziale evolutivo di almeno altri 10 anni. Nasce dal terroir unico di Terlano, da piante con rese limitatissime allevate su suoli sabbiosi, poveri, ricchi di rocce di porfido e quarzo, su un corpo subvulcanico, che conferiscono un carattere di particolare sapidità e longevità al nostro vino. L’etichetta è in argento, che è la “polvere delle stelle” e vivrà per sempre, proprio come il nostro nuovo vino». Lo si potrà assaggiare solo seduti al tavolo di un ristorante (perché disponibile in esclusiva per la ristorazione) a un prezzo che in carta si aggirerà sui 300 euro.

Nel 2018 sarà la volta del Pinot bianco 2005

Ad oggi nella cantina delle “Rarità” di Terlano riposano in botti di acciaio altre 18 annate, risalenti fino a oltre 30 anni addietro. Quando un’annata raggiunge il suo apice, viene imbottigliata per poter conquistare i pochi fortunati consumatori che si aggiudicheranno una di queste rare bottiglie. «La prossima in lizza», anticipa Kofler, «sarà un Pinot bianco del 2005». Non resta che attendere il prossimo anno per scoprirla.

 

Foto: Ochsenreiter

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© Riproduzione riservata - 03/02/2017

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