I tre volti di Tenuta di Trinoro raccontati da Andrea Franchetti

I tre volti di Tenuta di Trinoro raccontati da Andrea Franchetti

Il Tenuta di Trinoro è considerato dal suo creatore, Andrea Franchetti, il “vino perpetuo dell’azienda” perché indicato per un lungo invecchiamento. Ma la produzione d’alta gamma dell’omonima Tenuta toscana comprende anche Palazzi (Merlot 100%) e I Campi: Magnacosta, Camagi e Tenaglia, tre singoli appezzamenti di Cabernet Franc.

Tre interpretazioni di Tenuta di Trinoro. È questo che Franchetti ha voluto trasmettere ai giornalisti toscani con la degustazione di lunedì scorso alla libreria-enoteca Todo Modo di Firenze, in quella via dei Fossi quasi in riva all’Arno.

L’alta gamma dei vini di Tenuta di Trinoro

In assaggio nove vini di diverse annate (dal 2011 al 2016 en primeur) dell’alta gamma che Franchetti produce da una ventina d’anni sulle colline solitarie della Val d’Orcia meridionale, quasi al confine con il Lazio. Palazzi, Campo di Magnacosta, Campo di Camagi, Campo di Tenaglia e il fiore all’occhiello, Tenuta di Trinoro, le etichette (bellissima la grafica!): una panoramica della produzione della Tenuta, che si completa con Le Cupole – la versione più giovane e accessibile (in termini di prezzo) dei vigneti della Cantina.

 

Andrea Franchetti

 

 

Andrea Franchetti, il loro creatore

Personaggio del mondo del vino tra i più carismatici, Andrea Franchetti è riuscito nel corso degli anni a produrre, grazie alla sua visione intuitiva e poetica, grandi vini da una zona tradizionalmente poco vocata alla vitivinicoltura. Una gioventù avventurosa ma ricca di esperienze che lo conduce spesso negli Stati Uniti (figlio da madre americana e padre italiano) dove si occupa anche, negli anni ’80, di importazione dei grandi vini italiani dell’epoca.

La scelta di diventare vignaiolo

Solo nel pieno della maturità Franchetti decide di diventare lui stesso vignaiolo. E per farlo nel migliore dei modi, essendo privo di conoscenze agronomiche ed enologiche, si trasferisce a Bordeaux e lì apprende l’arte e la filosofia del fare vino da grandi maestri. Per piantare vigneti, nel 1991, sceglie le colline intorno ad un’antica casa fortificata di campagna immersa nella Val d’Orcia, nella zona di Sarteano. Le marze dei vitigni bordolesi le ha portate direttamente lui dalla Gironda, e finalmente con la vendemmia 1997 produce la prima annata di Tenuta di Trinoro, un vino che viene subito ben accolto dalla critica internazionale.

Un mosaico di tante piccole vigne

Oggi a Trinoro ci sono tanti piccoli appezzamenti di vigna, alcuni anche di soli 0,2 ettari, situati tra i 450 e i 600 metri di altitudine, con suoli diversi tra loro. In tutto sono circa 20 ettari delle varietà Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot, per metà piantati su ghiaie alluvionali di altopiano e per il resto su calcare eroso e creta sul fianco della montagna. La densità è altissima e arriva fino a 10 mila piante per ettaro. La produzione media annua è di circa 100 mila bottiglie, per il 70% destinate all’esportazione.

 

Tenuta di Trinoro 2011, apice della produzione

 

Complessità e concentrazione

Per la degustazione fiorentina Franchetti ha “messo in campo” (è il caso di dirlo visti i nomi di alcune etichette!) tre annate di Palazzi (2013, 2014 e 2016), l’annata 2015 del Cabernet Franc di Magnacosta, Camagi e Tenaglia e tre annate di Tenuta di Trinoro (2011, 2013 e 2015). Un assaggio sontuoso che ha confermato l’alta qualità dei prodotti Franchetti attraverso la ricchezza, la concentrazione, la profondità e la complessità dell’intera gamma.

Tenuta di Trinoro 2011, vero fuoriclasse

Il tasting raggiunge il suo apice con lo straordinario Tenuta di Trinoro 2011. Un vino frutto quasi interamente del Cabernet Franc (90%) e solo marginalmente del Cabernet Sauvignon (6%) e del Petit Verdot (4%). Percentuali invece che nelle annate successive sono state radicalmente modificate, perché sia nel 2013 che nel 2015 en primeur la composizione prevede solo il 50% di Cabernet Franc mentre la restante metà è divisa tra Merlot (33%), Cabernet Sauvignon (13%) e Petit Verdot (4%).

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© Riproduzione riservata - 07/06/2017

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