Sicilia en Primeur, un format vincente che compie 20 anni
Un’edizione importante, che ha tenuto a battesimo anche i festeggiamenti per i 25 anni di Assovini Sicilia, l’associazione di viticoltori che organizza la manifestazione e oggi riunisce ben 100 Cantine dell’isola.
Sicilia en Primeur, l’evento ideato da Assovini Sicilia si conferma l’appuntamento più importante per il settore vinicolo della regione, tanto più nel 2024, anno che ha visto i festeggiamenti per il 20° compleanno della manifestazione e per i 25 anni dalla fondazione di Assovini. Secondo vigneto d’Italia per estensione, con 95.760 ettari coltivati e prima regione per superficie vitata bio, come riportato dai dati elaborati da Nomisma Wine Monitor, la Sicilia del vino vede crescere il suo appeal, anno dopo anno, grazie alla visione lungimirante dei “padri fondatori” di Assovini Sicilia e dei 100 produttori che oggi ne fanno parte.
Una formula vincente
Come di consueto, la manifestazione ha richiamato in Sicilia giornalisti provenienti da tutto il mondo (quest’anno oltre 100) che, subito dopo l’arrivo, sono partiti alla volta di uno dei dieci enotour alla scoperta dei differenti territori dell’isola, con visite approfondite e degustazioni nelle cantine. Sicilia en Primeur è, infatti, una manifestazione itinerante che ha fondato il suo successo su un format vincente: affiancare all’anteprima dei vini dell’ultima annata la visita delle Cantine e dei territori, raccontando le bellezze storico-archeologiche e paesaggistiche della Sicilia attraverso lo storytelling del vino.
«Con Sicilia en Primeur il vino diventa strumento di narrazione non solo del patrimonio vinicolo ma anche del patrimonio umano e storico della Sicilia. Il vino è il filo conduttore che unisce le storie dei produttori a quelle dei territori, intreccia racconti, unisce tasselli di un mosaico unico dove la Sicilia è uno straordinario continente vitivinicolo», ha dichiarato la presidente di Assovini Mariangela Cambria.
Cefalù è stata la cittadina scelta per ospitare la seconda parte della kermesse, che ha previsto l’assaggio delle nuove annate (sono state oltre 300 le etichette presentate da 59 aziende), masterclass, incontri con i produttori e un convegno che ha ripercorso i 25 anni di Assovini Sicilia.
25 anni di crescita
“Cultivating the future” è stato il claim scelto per l’edizione 2024 e per il convegno, che ha tracciato il bilancio di questo primo quarto di secolo di vita. Era il 1998, infatti, quando Diego Planeta, Lucio Tasca d’Almerita e Giacomo Rallo, firmarono l’atto costitutivo di Assovini Sicilia, che al suo via contava otto aziende. Oggi il sogno dei “padri fondatori” di attribuire un valore culturale, di promozione e di storytelling al vino siciliano è pienamente realtà.
«Sono orgogliosa di rappresentare un’associazione che ha sempre veicolato e promosso un’immagine contemporanea della Sicilia, legata alle tradizioni, dinamica, elegante» ha affermato Mariangela Cambria. «Grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, credendo nel fare squadra, oggi la Sicilia è un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale. Assovini Sicilia è nata da una visione e progettualità che ha spinto l’isola verso orizzonti nuovi, l’ha fatta conoscere nel mondo per le sue bellezze, per la sua storia. Una storia il cui racconto è stato affidato al potere narrativo e simbolico del vino. La grande rivoluzione di Assovini Sicilia è stata quella di aver creduto nel vino come un prodotto culturale, dal potenziale straordinario e unico, prima che economico».
Le testimonianze al convegno
Il racconto dei 25 anni, narrato in un video e declinato in molteplici temi, è stato il cuore del convegno Cultivating the Future, moderato da Gioacchino Bonsignore, giornalista di Mediaset, che ha ripercorso la storia di Assovini Sicilia attraverso le testimonianze di chi in questi anni ha sostenuto la visione e il percorso dell’associazione.
«È un po’ come è avvenuto per la lingua italiana: è nata nella Firenze di Dante, nel Trecento, ma la precorritrice è la Scuola Siciliana della corte dello “Stupor Mundi”, Federico II di Svevia, nel Duecento. Le Anteprime sono nate negli anni Novanta in Toscana, ma è Sicilia en Primeur, con la sua formula fin da subito itinerante, ad aver gettato le basi della comunicazione contemporanea, nella quale il vino non mostra solo se stesso nel calice, ma diventa il “medium” per raccontare le bellezze dei territori che fanno della Sicilia un vero e proprio “continente” enoico», ha commentato Alessandro Regoli direttore di WineNews.
«Ho assistito in prima persona al rinascimento del vino siciliano in questi ultimi vent’anni e scrivere dei vini della Sicilia mi ha regalato alcuni dei momenti professionali più gratificanti. Sono profondamente convinta che il brillante futuro del vino italiano inizia qui, in Sicilia, nel cuore del Mediterraneo», ha detto Monica Larner, giornalista e wine critic statunitense per Robert Parker Wine Advocate.
L’importanza di fare squadra
«Sono sempre stato convinto che collaborare e condividere obiettivi di lungo termine sia il modo giusto per creare valore e per promuovere i nostri straordinari contesti viticoli. L’associazionismo incarna concretamente lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani. Il nostro “fare squadra”ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo», ha commentato Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia.
«Ogni fase racconta una storia, intessuta con numeri, tendenze e varietà che riflettono il nostro impegno per il futuro. Non è solo un esercizio di riflessione, ma un ponte verso il domani, plasmato dall’esperienza familiare e dall’innovazione. In un mondo in cui esportiamo in 75 mercati, operando in cinque regioni siciliane diverse, ci affidiamo alla saggezza dei nostri predecessori, come mio zio Diego Planeta, e alla nostra visione», ha aggiunto Alessio Planeta, ceo e presidente di Planeta Winery e past president di Assovini Sicilia.
«L’esperienza della Fondazione SOStain integra e si inserisce perfettamente nell’associazionismo di Assovini Sicilia. Nata nel 2020, ha l’obiettivo di accompagnare le cantine verso la misurazione dell’impatto che la loro azione ha sull’ecosistema. Alla fondazione hanno aderito ad oggi ben 43 Cantine siciliane che, facendo rete, si confrontano su temi diversi utilizzando il contradditorio non più come presa di posizione ma come crescita reciproca», ha sottolineato Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia. All’evento era presente anche Matteo Zoppas, presidente dell’Ice, che ha elogiato i vini siciliani per la loro storia e unicità e per il loro potenziale di crescita nei mercati esteri.
L’enoturismo e il passaggio generazionale
Assovini Sicilia ha vinto anche la scommessa sull’enoturismo come strumento di racconto del territorio e del patrimonio storico e vitivinicolo: oggi, l’84,8 % delle imprese associate ha implementato all’interno delle proprie cantine una serie di servizi che costituiscono vere e proprie wine experience, divenute una voce importante del turismo esperienziale.
Nonostante questi successi, nessuno riposa sugli allori e le aziende si preparano alla transizione generazionale: circa il 78% delle Cantine associate ha già integrato una nuova generazione nella gestione aziendale. All’interno dell’associazione è nato il gruppo “Generazione Next” che rappresenta le nuove generazioni di Assovini Sicilia, giovani under 40 anni che si stanno impegnando a dar vita ad una squadra definendo strategie nei settori legati alla comunicazione, formazione e valorizzazione de territorio.
© Riproduzione riservata - 22/05/2024