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Giovani e vino: una passione responsabile. Lo dice il rapporto Enpaia-Censis

Giovani e vino: una passione responsabile. Lo dice il rapporto Enpaia-Censis

Qualità, territorialità e consumo senza eccessi. Sono le stelle polari del legame delle nuove generazioni col vino secondo il rapporto Enpaia-Censis presentato a Vinitaly 2022.

Gioventù non significa sconsideratezza, almeno per quanto riguarda il consumo di vino. Il rapporto delle nuove generazioni col nettare di Bacco è anzi privo di eccessi, attento alla qualità e principalmente territoriale. È questa la fotografia scattata dall’osservatorio EnpaiaCensis dal titolo “Responsabile e di qualità: il rapporto dei giovani col vino”, presentato alla 54esima edizione del Vinitaly.

Lettura suffragata dai numeri

«La lettura contenuta nel titolo del rapporto, e supportata dai numeri, smentisce quella che troppo spesso è stata fatta dai media e nell’opinione comune», ha esordito Francesco Maietta, responsabile delle politiche sociali del Censis. «In 30 anni la quota di giovani che dichiara di bere vino è passata dal 48 al 53%, a fronte di un consumo rimasto sostanzialmente stabile nel resto della popolazione italiana. Sette giovani su 10 bevono “di tanto in tanto”; il 17% sostiene di farlo “stagionalmente” e il 10% “massimo uno o due bicchieri al giorno”. Meno dell’1% barra la casella “bevo un po’ troppo”. E questa quota si è ridotta di tre volte negli ultimi decenni. Per quasi l’80% vale la logica “meglio meno ma di qualità” e al 70% piace “bere vino ma senza eccessi”».

Approccio maturo, antidoto alle warning label

Prevale dunque un approccio che ha come stella polare la qualità e non la quantità, la responsabilità e non la sregolatezza. «La maturità di consumo di vino associato ai giovani che questo rapporto fa emergere con chiarezza è molto importante per continuare la battaglia in Europa contro le warning label», ha sottolineato il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. «Questi numeri ribadiscono con forza come le etichette semaforo non servono perché è già nel nostro Dna, e in particolare nelle abitudini delle nuove generazioni, la limitazione dell’eccesso».
L’analisi certifica come i nuovi consumatori scelgano responsabilità, qualità, sostenibilità e territorialità. E, secondo il sottosegretario, «pone l’accento ancora di più sull’importanza di sostenere le politiche di promozione del vino anziché cercare di demonizzarlo o bloccarne i fondi per la sponsorizzazione con proposte scellerate a livello comunitario».

Italianità garanzia di qualità

La carta di Enpaia-Censis sottolinea poi come l’italianità rappresenti una garanzia di qualità nella sfera cognitiva dei 18-34enni (è così per il 79,3% del campione), molto di più del marchio. Il riferimento alle certificazioni Dop (85,9%) o Igp (85,2%) certifica il valore riconosciuto alla tipicità localistica, che sembrava destinata a sparire. Il recupero di questa connessione può rappresentare un importante impulso all’enoturismo, un altro modo per moltiplicare il valore del settore e i margini sul prodotto.
«Organizzazione e promozione sono i due fattori chiave per stimolare il turismo legato al vino, uno strumento di marketing che può rivelarsi importantissimo per l’Italia. E che può svilupparsi trovando terreno fertile nei giovani di oggi che saranno i clienti di domani», ha spiegato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. «La sfida è quella di tutelare la qualità. Al contempo bisogna incentivare tutti i servizi aggiuntivi legati a questo mondo. La Valpolicella, la zona del Prosecco o la Franciacorta sono esempi virtuosi di realtà che hanno saputo stimolare l’interesse del pubblico allargando il business attorno alle Cantine, alcune delle quali oggi guadagnano di più con le visite che con la vendita diretta. Ad Alba quest’anno, per la prima volta in Italia, si tiene il Congresso mondiale dell’enoturismo. Un altro segnale di un settore che vuole accelerare su questo tema».

RAPPORTO Enpaia Censis
Da sinistra il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii; ministro del Turismo Massimo Garavaglia; il presidente della Fondazione Enpaia Giorgio Piazza; il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e il responsabile delle politiche sociali del Censis Francesco Maietta

Tracciabilità e sostenibilità

La tipicità locale, proiezione anche della biodiversità del territorio, è una bussola importante nelle scelte di consumo. La tracciabilità del prodotto e la sostenibilità delle scelte produttive sono ai primi posti nelle priorità dei ragazzi tra i 18 e 34 anni. Il 92% è pronto a pagare qualche euro in più sul prezzo base per i prodotti di cui riesce a conoscere biografia e connotati. Il 56,8% è ben disposto verso vini biologici e apprezza aziende agricole attente all’ambiente.
«Con i loro stili di scelta e di consumo, dipinti dai luoghi comuni come banali o disattenti e che invece sono l’esatto opposto, i giovani possono innescare cambiamenti positivi nelle scelte strategiche dei produttori. Dalla veicolazione di messaggi di sostenibilità, all’uso responsabile dell’innovazione, al controllo dei costi per raggiungere auspicabilmente un aumento del valore e della qualità in bottiglia»; è la posizione di Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia.

Nostalgia della convivialità

 «Per i giovani in particolare», ha ricordato Maietta, «il rapporto col vino fa riferimento a un’aspetto di cui 8 su 10 hanno avuto grande nostalgia in questo biennio: il fuoricasa. Lo “stare insieme” appartiene allo stile di vita italiano e caratterizza il benessere soggettivo in particolare delle nuove generazioni».
«Leggo il mondo del vino come una grande metafora del nostro sistema-Paese; bravissimo ad espandersi e presidiare nuovi mercati globali ma col ventre molle dei consumi interni», ha aggiunto Massimiliano Valerii, direttore generale Censis. «Consumi che ancora alla fine del 2019, nell’epoca pre pandemica, non avevano recuperato i livelli del 2007. Oggi invece vivono il timore dell’erosione del potere d’acquisto in seguito alla fiammata inflazionistica. E allora individuare i nuovi driver in grado di stimolare il mercato interno, in particolare in riferimento al segmento degli under 35, è cruciale tanto quanto mantenere l’eccellenza dell’export. Questo documento di ricerca ci dice che al centro c’è il desiderio della relazionalità, della convivialità. Questo è l’X-Factor italiano che abbiamo il dovere di recuperare. E il vino, che i dati ci dicono in forte crescita nelle preferenze dei giovani, può essere volano straordinario per questa missione».

Foto di apertura: il rapporto Enpaia – Censis evidenzia come i giovani vivono il vino con un atteggiamento privo di eccessi, attento alla qualità e principalmente territoriale © H. Lopes

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© Riproduzione riservata - 15/04/2022

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