In Italia In Italia Jessica Bordoni

Le sorelle Roberta e Silvia Gardina di Quota 101

Le sorelle Roberta e Silvia Gardina di Quota 101

L’azienda si trova a Torreglia, pochi chilometri da Padova, ed è immersa tra le verdi vallate dei Colli Euganei. Siamo precisamente a 101 metri di altitudine, da cui la scelta del nome Quota 101. «L’acquisto risale al 2010», spiega Silvia Gardina, classe 1981, che insieme alla sorella Roberta di tre anni più piccola è titolare della Cantina. «I nostri genitori stavano cercando una casa in cui trascorrere il fine settimana, rimanendo con base a Rovigo. Accompagnandoli in uno dei sopralluoghi, io e Roberta abbiamo visto questa proprietà: è stato un vero e proprio colpo di fulmine e… oggi siamo qui impegnate in vendemmia».

La gioia di vivere e lavorare in campagna

Silvia ha una laurea in Giurisprudenza, Roberta in Ingegneria, mentre la famiglia possiede un’azienda di costruzioni. «Abbiamo deciso entrambe di abbandonare le rispettive carriere per dedicarci alla creazione di una realtà vinicola di qualità», prosegue Silvia. «La prospettiva di vivere e lavorare all’aria aperta, a contatto con la natura, ha prevalso su tutte le nostre altre aspirazioni. La divisione dei compiti è questa: io supervisiono il lavoro in campagna e in cantina e seguo il reparto acquisti, mentre Roberta gestisce la parte amministrativa».

Al centro il Moscato giallo Fior d’Arancio

La varietà di riferimento è il Moscato giallo, qui denominato Fior d’Arancio, che viene vinificato sia come spumante dolce, sia come vino secco e passito. «Crediamo molto nella Docg e abbiamo deciso di proporla in tutte e tre le versioni. Il Passito, che abbiamo chiamato “Il gelso di Lapo”, è stato presentato per la prima volta quest’anno al Salone di Vinitaly con l’annata 2013 e ha subito raccolto dei buoni consensi. Quanto al Fior d’Arancio in versione fermo e secco, è in generale ancora poco conosciuto dal grande pubblico, che ha la tendenza ad associare il Moscato soltanto al vino dolce. Va dunque raccontato e spiegato con attenzione al consumatore, che poi lo apprezza molto».

Gli altri vitigni: bianchi autoctoni e rossi internazionali

Tra le altre varietà di riferimento ci sono anche la Glera, da cui nasce il Prosecco Brut ed Extra Dry e il vino fermo Serprino, Colli Euganei Doc; ma anche la Garganega, il Manzoni bianco e il Tocai friulano, da cui si produce il blend Malterreno, Colli Euganei Doc. «Con l’annata 2015 abbiamo deciso di produrre anche il Tocai friulano e il Manzoni bianco in purezza. Siamo intorno ai 10 ettolitri per tipo, circa 15 mila bottiglie». Tra i rossi, invece, in vigna c’è spazio per il Merlot, il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon, da cui si ottiene, tra gli altri, il Cabernet Poggio Ameno, vinificato e affinato in acciaio.

Quota 101 per la sostenibilità ambientale

Con l’acquisizione della tenuta, le sorelle Gardina hanno subito deciso di intraprendere un percorso verso il biologico, eliminando l’uso dei diserbanti e dei prodotti chimici e di sintesi. «Attualmente siamo al secondo anno di conversione delle vigne e molto attente al tema della sostenibilità ambientale. Nel novembre 2015 abbiamo ricevuto la certificazione Biodiversity Friend, ovvero il riconoscimento per la tutela della biodiversità in agricoltura patrocinato dal Mipaaf».

I primi premi e il progetto di vendere all’estero

La prima vendemmia firmata Quota 101 risale al 2011 e già nel 2015 la Cantina è stata selezionata per partecipare al prestigioso Merano Wine Festival con il suo Prosecco Extra Dry, mentre a Vinitaly 2016 le bollicine del Fior d’Arancio 2015 si sono aggiudicate le ambite 5 Stars. «Siamo soddisfatte di questi importanti risultati, ma c’è ancora molto da fare. Oggi produciamo circa 35-40 mila bottiglie che vendiamo soprattutto a livello regionale e in Lombardia. Nei prossimi anni prevediamo di muoverci più attivamente sul fronte export».

Per ogni vino una canzone e un film

Per Roberta e Silvia Gardina il vino non rappresenta un mondo a sé; al contrario va sempre messo in relazione con altre forme d’arte e produzione. «Sulle etichette dei nostri vini segnaliamo sempre anche l’abbinamento a un film e a una canzone, oltre ovviamente a quello cono una pietanza. Siamo convinte dell’importanza di associare il vino al divertimento, alla cultura. In questo modo l’approccio all’enologia diventa meno esclusivo e più immediatamente fruibile anche per i giovani e i semplici appassionati».

Il gelso di Lapo: un’etichetta e un racconto di 101 parole

Chiudiamo l’articolo con una breve storia. A firmarla è il giovane scrittore padovano Matteo Righetto, che ha composto un racconto di 101 parole in onore dell’azienda e del cagnolino di famiglia Lapo, che è solito riposarsi sotto a un grande gelso cresciuto in mezzo ai vigneti. Ecco il testo e l’etichetta, realizzata dall’illustratrice Stefania Tonello per personalizzare il Moscato Fior d’Arancio in versione passita:

 

Gelso di Lapo + Illustrazione

 

Se certi cani sanno più cose degli uomini, allora Lapo ne sa addirittura una tutta sua.
 Vi è infatti un prezioso segreto che, da raffinato flâneur, soltanto egli conosce. Nei caldi pomeriggi dell’estate euganea, Lapo si inoltra tra i filari di Moscato e, scodinzolando allegramente, giunge sempre lì e proprio lì sotto si ferma: all’ombra fresca e sicura del suo albero prediletto. 
Annusa l’aria buona e infine si addormenta, in un ozio dolce e dorato come l’uva là intorno.
 Chissà cosa sogna Lapo, ai piedi del suo gelso. 
E chissà a cosa pensa, il gelso di Lapo.

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© Riproduzione riservata - 29/08/2016

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