La ricerca dell’Associazione Ex Allievi del Master Manager delle aziende del settore vitivinicolo dell’Università di Palermo analizza i prezzi medi in enoteca di circa 1.500 vini prodotti dalle 209 Cantine che fanno parte del Consorzio. Il 68% dei ricavi stimati è appannaggio dei grandi nomi, mentre i cru consentirebbero una marginalità maggiore alle aziende.
Il grande interesse che ruota intorno ai vini prodotti ai piedi del vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna, non rappresenta ormai più una novità. I dati relativi all’imbottigliato, termometro non certo secondario per valutare lo stato di salute di una denominazione, non solo sono tornati sui livelli pre-pandemici, ma sono cresciuti a doppia cifra nel 2022. Secondo l’ultima rilevazione del Consorzio locale, poco più di 5,8 milioni di bottiglie, con un balzo in avanti del +28,68%.
Insomma, i vini dell’Etna piacciono ed esercitano un indiscusso fascino sia sul mercato italiano che su molte delle principali piazze internazionali. Ma qual è il loro valore in questo momento? A quale prezzo, mediamente, si vende in enoteca un Etna Doc, quali differenze se proviene da una specifica contrada o da un singolo cru? Quali sono i ricavi delle tante aziende presenti sui quattro versanti, che compongono un universo particolarmente articolato e altrettanto frammentato a seconda della loro grandezza?