ProWein 2017, (quasi) tutto bene

ProWein 2017, (quasi) tutto bene

ProWein 2017 si è confermata fiera internazionale e di affari. 6.500 espositori da oltre 60 Paesi hanno partecipato alla ventiquattresima edizione dell’evento, dal 19 al 21 marzo. Tra questi l’Italia vanta la rappresentativa più ampia con 1.600 presenze, incalzata da vicino dalla Francia (1.500), che è aumentata del +13% rispetto al 2016, mentre la Germania (1.000) si piazza al terzo posto.

Internazionalità è la parola d’ordine a ProWein 2017

Internazionale è stata anche la presenza degli operatori del settore, ai quali la fiera è riservata, provenienti da 130 Paesi. Quest’anno si sono presentati ai tornelli in 58.500, il 6% in più del 2016. E un pizzico di glamour ha dato la presenza della star della musica Sting, intervenuto qui nel ruolo di produttore con Il Palagio in Toscana. «ProWein è una fiera ricca di possibilità», ha detto Hans Werner Reinhard, direttore di Messe Düsseldorf. «Quest’anno un visitatore su due proveniva dall’estero. Il 60% dei buyer presenti ha potuto concludere acquisti e la metà di loro ha trovato nuovi fornitori». Tra i punti forti della fiera, l’Organic World sul tema biologico, la Champagne lounge e l’area degustazione Mundus Vini.

Le opinioni dei produttori: Mastroberardino

Abbiamo chiesto a Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto grandi marchi e vicepresidente di Federvini, di esprimere un giudizio sulla fiera. «I dati parlano di un ulteriore e rilevante aumento sia degli espositori sia dei visitatori. Lo sviluppo dimensionale di ProWein 2017 impone però di far crescere di pari passo anche le facilities, la qualità dell’organizzazione interna ed esterna. A mio avviso bisogna migliorare, anche sensibilmente, tutti i cosiddetti “servizi periferici”: dalla gestione del guardaroba, ai servizi igienici, dalla sicurezza (soprattutto in prossimità dell’orario di chiusura e subito dopo) al servizio taxi».

Criticità e idee positive

«Quanto ai visitatori, stando ai dati diffusi dall’ufficio stampa della manifestazione, uno su due era straniero e almeno due terzi degli operatori esteri erano buyer alla ricerca di nuovi fornitori. Questo credo sia il punto chiave: la scelta di campo di una fiera B2B ora richiede la capacità di affrontare le criticità emergenti in modo drastico, per arginare certe voci di malcontento che in questa edizione si sono levate. Ho trovato molto apprezzabili, invece, sia lo spazio dedicato al tema emergente del biologico, l’Organic World, sia l’area di degustazione, Mundus vini».

Perché essere a ProWein

Perché è importante per un’azienda italiana essere a Düsseldorf? «Anzitutto penso sia importante per avere davanti agli occhi, in maniera plastica, la rappresentazione dell’enorme varietà dell’offerta enologica planetaria. Questo “mondo”, così rappresentato, consente a tutti gli operatori di avere chiara la percezione di quanto sia importante essere competitivi per affrontare i mercati internazionali, soprattutto in una fase storica nella quale i consumi interni sono costantemente in calo. E sarebbe importante anche per i key players istituzionali, affinché aumenti in loro la consapevolezza del grande lavoro che c’è da fare per valorizzare ancora e ancora il brand “ITALIA” nel mondo del vino, provando a semplificare certi messaggi e ad incrementare le azioni di collaborazione tra parte istituzionale e imprese, problema ormai annoso».

Il vino italiano in Germania

C’è anche da dire che il consumatore tedesco ama sicuramente il vino italiano. «Sul totale delle importazioni tedesche di vini fermi, circa il 48% arriva dall’Italia. E siamo al 23% per gli sparkling. Questi dati vanno letti tenendo conto che negli ultimi cinque anni le vendite di vino italiano in Germania sono cresciute in valore, pur calando in volumi, segno di una migliore valorizzazione delle nostre esportazioni in questo paese. Il consumatore tedesco è molto accorto, price oriented. In termini di volumi, in Germania, una bottiglia su due è acquistata in un discount e una su quattro presso un supermarket. Quanto alle tipologie, vengono privilegiati i rossi fermi (circa il 36% dei consumi) e le bollicine (circa il 30%). Seguono i bianchi fermi e i rosati fermi».

Marilisa Allegrini e ISWA: insieme è meglio

Marilisa Allegrini interviene in qualità di presidente dall’Italian Signature Wines Academy. «Abbiamo partecipato a ProWein 2017 con uno stand comune alle otto aziende che compongono l’Academy e questo non tanto per una questione di risparmi e riduzione dei costi, ma soprattutto per aumentare le nostre opportunità di business. Sono fermamente convinta che l’unione faccia la forza e stare insieme ci ha permesso di scambiare opinioni, idee e, ancora, contatti e partner commerciali. Il mio bilancio è decisamente positivo».

Cresce la presenza degli americani

«Ci sono sempre più operatori internazionali e l’impronta business è molto evidente. Quanto alla presenza degli operatori, ho notato una grande affluenza degli americani, sia del Nord che del Centro e Sudamerica. C’erano invece pochi russi e asiatici, che verosimilmente preferiscono incontrarci al Vinitaly. Va però detto che la fiera è sempre più frequentata e la grande affluenza crea inevitabilmente problemi di gestione e logistica, a cominciare dalle code all’ingresso e all’uscita».

Agenti e importatori. Parla Antonio Stopper

Decisamente positivo anche il bilancio degli agenti e degli importatori. «Come agenzia di rappresentanza di Cantine italiane per i mercati di lingua tedesca abbiamo organizzato uno stand collettivo con circa una trentina di aziende e l’affluenza è stata notevole», spiega Antonio Stopper della Stoppervini di Lugano. «Tra i punti di forza di ProWein ci sono l’ottima organizzazione, la facile raggiungibilità, il focus esclusivo sugli operatori e l’offerta internazionale degli espositori. Il mercato tedesco è di per sé uno dei più importanti per il vino italiano – per la precisione il secondo – e la possibilità di entrare in contatto anche con operatori di varie aree del mondo amplifica l’utilità di partecipare alla ProWein».

I limiti del mercato tedesco

Prosegue Stopper: «Purtroppo i consumatori tedeschi amano in prevalenza i vini facili, con profili organolettici piuttosto banali: rossi fruttati, morbidi e con alto residuo zuccherino; bianchi freschi con acidità e zuccheri in equilibrio, tutti possibilmente con tenore alcoolico non eccessivo (max. 12,5-13% vol. per i bianchi e poco di più i rossi). Il prezzo resta sul mercato tedesco elemento fondamentale di discussione.  In fiera c’erano pervalentemente sono operatori qualificati della ristorazione, del commercio, dell’ingrosso e dell’importazione e distribuzione. Noi ci concentriamo sugli operatori di lingua tedesca ma ho potuto vederne anche molti del Nord e dell’Est Europa, del Canada e anche qualche orientale».

Francesco Sorrentino: serve un giorno in più

Anche per Francesco Sorrentino le valutazioni a posteriori sono più che buone: «Eravamo presenti con uno stand Ges Sorrentino e uno stand Brand Compendium e le soddisfazioni non sono mancate. Come dico sempre, però, esserci non è sufficiente. Sono il lavoro di preparazione alla fiera e gli appuntamenti prefissati a garantire il successo. Personalmente ritengo che ProWein sia diventata forse la fiera numero uno per il vino. Essere presenti alla ProWein 2017 offre a una azienda italiana non solo i contatti sul mercato tedesco, ma, come già detto, a livello mondiale. A Düsseldorf un operatore ha davvero la possibilità di confrontarsi con tutte le realtà vinicole internazionali. Vista l’importanza e le dimensioni raggiunte, credo quindi che sarebbe utile allungare la manifestazione di un quarto giorno. Ciò consentirebbe, soprattutto a chi arriva da più lontano, di lavorare con maggiore tranquillità».

La qualità del pubblico è la chiave del successo

«Penso che il successo della ProWein dipenda propria dalla qualitá del suo pubblico. Infatti in Fiera vi sono solo operatori del settore. Ogni degustazione ha il suo significato ed è rivolta a un potenziale cliente. L’ingresso al pubblico non è consentito e quindi non si è costretti a far bere a gente che vuole solo recuperare il prezzo del biglietto. L’Italia è indubbiamente la nazione più presente. Quello che mi ha stupito è il fatto che quest’anno erano presenti in Fiera, con un proprio stand, anche aziende di distribuzione americane. Evidentemente hanno recepito l’esigenza di essere presenti per poter meglio curare i visitatori provenienti dal loro paese».

L’edizione migliore per Gian Luca Morino? ProWein 2017

La parola passa a Gian Luca Morino, titolare di Oenostrategies, per il quale ProWein 2017 è stata l’edizione migliore fra quelle a cui lui ha preso parte. «Abbiamo lavorato tutti i giorni, compreso l’ultimo, di solito un po’ spento. Gli operatori si sono rivelati particolarmente qualificati. ProWein si è trasformata molto negli anni e oggi non è più una fiera per i mercati tedeschi, bensì una manifestazione in cui i produttori incontrano operatori da tutto il mondo. Sono operatori qualificati, si trovano pochi “turisti” tra gli stand. Prowein si è trasformata negli anni, non è più una fiera per i mercati tedeschi ma una fiera in cui i produttori ormai incontrano operatori da tutto il mondo».

I vini italiani più richiesti

«Quest’anno diverse aziende che rappresento hanno visto quasi tutti i loro importatori a Prowein 2017, lasciando a Verona solo le visite degli operatori italiani. Le aziende che rappresento hanno incontrato quasi tutti i loro importatori, lasciando a Verona solo le visite degli operatori italiani. Quanto alle tipologie più apprezzate dalla Germania, c’è da dire che il consumatore tedesco cambia direzione molto lentamente, e in certe fasce di prezzo non abbandona un residuo zuccherino accentuato. Primitivo, Lugana e Prosecco sono ancora sulla breccia, ma Piemonte e Toscana ricominciano a muoversi».

Appuntamento a ProWein 2018 dal 18 al 20 marzo!

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© Riproduzione riservata - 05/04/2017

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