Premio Masi 2016 a Fioroni, Scruton, Heller, Mattotti, Balasso

Trentacinque anni di Premio Masi hanno il profumo di un evento storico. Ma quello che contraddistingue questa iniziativa nata dalla fertile e lungimirante volontà della Fondazione Masi è la capacità di andare sempre oltre, di guardare all’oggi non solo mettendo in luce i valori delle Venezie ma proiettandosi a un futuro internazionale. «Il filo rosso è l’apertura culturale» ci dice Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola. «Attraverso il confronto e la contaminazione puntiamo a offrire una visione contemporanea anche alle nuove generazioni».

I protagonisti del Premio Masi 2016

E, ogni anno, nuovi stimoli. A firmare la storica botte di Amarone e a partecipare al talk show condotto da Alessandro Milan al Teatro Filarmonico sono stati quattro protagonisti della cultura odierna. Grande assente Giosetta Fioroni (Premio Civiltà Veneta), artista visuale di fama internazionale che è stata compagna di Goffredo Parise. In onore dello scrittore – di cui ricorre quest’anno il trentennale della scomparsa – oltre che di Giosetta Fioroni e di Masi, Massimilla Di Serego Alighieri ha letto uno storico articolo scritto dall’autore sul “Corriere della Sera” a proposito del Masi Campofiorin.

In vino veritas per Roger Scruton

«Il vino fa parte della mia vita. Se la filosofia è un mezzo per estrarre il significato dell’esistenza, il vino è un dono che mi aiuta a farlo». Parola di Roger Scruton (Premio Civiltà del vino), influente filosofo contemporaneo, autore del libro “Bevo dunque sono” dove accosta provocatoriamente filosofi e vini. «Non era forse Platone a considerare il vino il maggior beneficio elargito dagli dei agli uomini?» ha ricordato a una folta platea al Teatro Filarmonico. «Il vino ci porta a rallentare e a riflettere su quello che facciamo».

L’assoluta autonomia del gusto

Se la sua cultura enologica ha privilegiato sino a qualche tempo fa i vini francesi, Scruton è in seguito rimasto colpito dalla qualità e dalla straordinaria varietà di quelli italiani: «Spesso sono legati a piccoli paesi, ogni località ha il proprio vino di carattere. Quando bevo vino italiano ho la sensazione di assaporare una parte di terra consacrata». Strenuo difensore dell’assoluta autonomia del gusto quando si parla di wine tasting, ha sottolineato il valore di un approccio fuori dai luoghi comuni: «L’ironia è una risorsa importante per prendere le distanze dalle verità che si acquisiscono: peccato che sia carente nei giovani e nel mondo digitale».

Ágnes Heller: serve un’autentica collettività europea

«Sarei dovuta morire 70 anni fa». Un esordio forte per una testimonianza di grande spessore culturale. Trovatasi a fronteggiare drammi mondiali sin dall’età di quattro anni, quando Hitler salì al potere, la filosofa e scrittrice Ágnes Heller (Premio Grosso d’oro Veneziano), massimo esponente della corrente marxista detta “Scuola di Budapest”, oggi rappresenta un punto di riferimento saldo e vibrante della coscienza europea. A vederla da vicino non è molto alta ma la sua statura storica e morale è via via cresciuta di pari passo con le lotte che ha sostenuto contro discriminazioni sessuali, etniche e politiche. Oggi la sua voce ha una eco importante anche su questioni molto attuali, dalla situazione politica in Ungheria alla Brexit. «L’Inghilterra non si è mai sentita parte dell’Europa continentale. Se però le cose non funzionano come vorremmo è perché occorre invece solidarietà tra tutte le nazioni europee, Inghilterra compresa».

Lorenzo Mattotti live con un disegno sognante sul vino

Un talento genuino nell’arte del fumetto e dell’illustrazione che ha raggiunto la fama a Parigi con le sue illustrazioni sognanti. Dalle parole ai fatti al Teatro Filarmonico, con un disegno che ha messo le ali, in senso anche letterale, alla passione per il buon vino. Pochi veloci tratti con un pennarello e, dal maxischermo, sotto gli occhi del pubblico, è nata una geniale creazione di Lorenzo Mattotti (Premio Civiltà Veneta). «Quando dipingo in bianco e nero parlo a me stesso» ha dichiarato a proposito della propria arte. «Se uso invece il colore sono obbligato a organizzarmi e, quindi, parlo agli altri».

Natalino Balasso presto in uno spettacolo di Baricco

La Commedia dell’Arte è nel suo Dna come l’originale spirito versatile e geniale. Veneto per nascita oggi è un autore teatrale, attore e scrittore noto e amato dal grande pubblico. Una verve genuinamente comica lo ha portato agli applausi: «Credo di portare le mie maschere anche nella vita» ha detto. «In realtà sono un timido che si esibisce per una terapia… pagata da altri». A proposito dell’identità Natalino Balasso (Premio Civiltà Veneta) ha affermato: «Chi dice di avere una precisa identità spesso non ce l’ha. Possiamo rievocare il passato, indossare etichette ma la sostanza spesso ha un’altra forma». E ha preannunciato che tornerà presto alla ribalta con lo spettacolo “Smith & Wesson” scritto da Alessandro Baricco.

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© Riproduzione riservata - 03/10/2016

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