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Poggio della Dogana: nuovi interpreti del Sangiovese di Romagna 

29 Ottobre 2019 Jessica Bordoni
Poggio della Dogana: nuovi interpreti del Sangiovese di Romagna 

Poggio della Dogana presenta tre volti del Sangiovese di Romagna. La produzione condotta dall’enologo Francesco Bordini corre su due binari paralleli: rispetto della tradizione e ricerca di un’identità moderna.

«Tra i comprensori del Sangiovese, la Romagna è quello più a nord. E con i cambiamenti climatici in corso, la sua produzione è destinata a crescere sempre di più in termini di prestigio. Se la Toscana regala un vino di struttura e ricco in tannino, la Romagna offre maggiore frutto, aromaticità e freschezza: tutti elementi di grande modernità». A parlare è l’enologo consulente Francesco Bordini, tra i massimi esperti della viticoltura romagnola, soprannominato il “rivoluzionario del Sangiovese” a cui cerca di imprimere una chiave contemporanea, senza però perdere il forte legame con il terroir.

Paolo Rametta, Cristiano Vitali e Emanuele Coveri di Poggio della Dogana
Paolo Rametta, Cristiano Vitali e Emanuele Coveri di Poggio della Dogana

La sfida bio di Poggio Dogana

Questa impostazione è ben evidente nei vini di Poggio della Dogana, la recente avventura enologica di quatto amici imprenditori: i fratelli Aldo e Paolo Rametta, Cristiano Vitali ed Emanuele Coveri. L’azienda, alla sua terza vendemmia, può contare su 20 ettari di vigne – 9 a Castrocaro e 11 a Brisighella – allevate in regime biologico.

Vini moderni ma con un’identità profonda

«Il nostro obiettivo è valorizzare le sottozone e le selezioni del Sangiovese attraverso una collezione di vini dalla forte identità territoriale, ma al tempo stesso molto moderni», spiega Paolo Rametta. «Nel 2020 uscirà anche il nostro primo bianco; un’Albana di Romagna Docg in versione secca». Il nome Poggio della Dogana è un omaggio alla storia dei luoghi. I vigneti si trovano sul poggio dove anticamente si ergeva la dogana che divideva la Romagna Pontificia dal Granducato di Toscana. Oggi la produzione si aggira sulle 25 mila bottiglie all’anno con un aumento previsto per il 2020 che porterà la produzione a 40 mila bottiglie.

Francesco Bordini, enologo di Poggio della Dogana
Francesco Bordini, enologo di Poggio della Dogana

Lo scorso 22 ottobre a Milano, in una sala del nuovo ristorante Moebius di Enrico Croatti, è stato organizzato un pranzo per la stampa in accompagnamento alle ultime annate dei tre vini aziendali. Ecco le nostre note di degustazione:

I Quattro Bastioni

Romagna Sangiovese Superiore Doc 2018

Da vigne di 15 anni in località Le Volture con 6.000 piante per ettaro a cordone speronato. Fermentazione in tini di acciaio a temperatura controllata. Macerazione di 18 giorni, malolattica svolta. A seguire 6 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Vino giovane e leggiadro, al naso si esprime con sentori terrosi, di bacche, alloro, rosmarino. In bocca colpisce per la fragranza e la freschezza.

Santa Reparata

Romagna Sangiovese Castrocaro e Terra del Sole Doc 2017

Da vigne di 15 anni in località Le Volture con 6.000 piante per ettaro a cordone speronato. Fermentazione in tini di acciaio a temperatura controllata. Macerazione di 24 giorni, malolattica svolta. A seguire 9 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Rosso più complesso, che rivela una spiccata mineralità legata anche al suolo di argille gialle e ai terreni ricchi di acque sulfuree. Bel finale lungo e speziato.

Poggiogirato

Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc 2017

In uscita nel mese di dicembre 2019. Da vigne di 15 anni in località Le Volture con 5.000 piante per ettaro a cordone speronato. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in tini di acciaio a temperatura controllata. Macerazione di 24 giorni, malolattica svolta. A seguire 9 mesi in tonneau, 6 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Come giustamente lo ha definito l’enologo Francesco Bordini, “è un vino che parla di radici”. Ancora un po’ giovane e introverso, ha bisogno di rimanere per qualche altro mese in bottiglia ma già lascia presagire una grande stoffa. Grazia tannica, note di sanguinella e mineralità in primo piano.

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