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Più vino (+3%) nei supermarket Usa. Lo dice l’Italian Wine&Food Institute

Più vino (+3%) nei supermarket Usa. Lo dice l’Italian Wine&Food Institute

Aumentano le vendite di vino italiano nei supermarket degli Stati Uniti. Il trend negativo delle nostre esportazioni oltreoceano (da gennaio a ottobre 2012, -0,7% in quantità e -2,8% in valore), in controtendenza rispetto al totale dell’import vinicolo Usa, si accompagna a cifre moderatamente ottimistiche nel settore Gdo, che registra un +3% (rispetto allo stesso periodo nel 2011) nel commercio di bottiglie made in Italy.

Nei primi nove mesi del 2012 si sono divisi il mercato i rossi (più di 5 miliardi e 600 milioni di dollari) e bianchi (oltre 5 miliardi), mentre è crollato il rosé (solo 700 milioni, -61,1% rispetto allo stesso periodo del 2011)

I PIÙ RICHIESTI SONO I ROSSI (CABERNET SAUVIGNON, MERLOT E PINOT NERO) – Secondo i dati della Nielsen Company diffusi dall’Italian Wine&Food Institute, le grosse catene di supermercati, i grandi magazzini e i maggiori grocery stores americani hanno visto un aumento del 4,2% nelle vendite di vino da pasto da gennaio 2011 a settembre 2012, per la maggior parte di produzione americana (5,5% nei primi 9 mesi del 2012, contro lo 0,8% di etichette importate). Lo scorso anno si sono spartiti il mercato i vini rossi (più di 5 miliardi e 600 milioni di dollari, +3,8%) e bianchi (oltre 5 miliardi, +5,3%), mentre è crollato il rosé (solo 700 milioni di dollari, -61,1%). I vini più richiesti sono Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot grigio, Merlot, Pinot nero e Sauvignon.

Il nostro Paese è il principale importatore di vino negli Usa con con 968.652.868 dollari

TREND POSITIVI ANCHE PER ARGENTINA, NUOVA ZELANDA E SPAGNA – Oltre all’Italia, principale importatore anche in questo comparto commerciale con 968.652.868 dollari, hanno registrato un incremento di vendite l’Argentina (+14%, terzo produttore con 325.481.146 dollari), la Nuova Zelanda (+21,7%, al sesto posto con 213.089.005) e la Spagna (+0,6%, ottavo posto con 121.264.746). Subiscono invece una diminuzione l’Australia (-5,8%, secondo importatore con 852.638.968 dollari), il Cile (-2,4%, quarto con 289.385.777), la Francia (-1,3%, quinto con 244.801.656), la Germania (-10,9%, al settimo posto con 125.486.322), arrivando infine al Sudafrica e al Portogallo (rispettivamente -10% con 27.486.804 e -0,8% con 19.785.310).

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© Riproduzione riservata - 14/01/2013

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