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Oltre le “nuove competenze”, a VinoVip Cortina si scoprono gli strumenti per la crescita aziendale

Oltre le “nuove competenze”, a VinoVip Cortina si scoprono gli strumenti per la crescita aziendale

La tematica principale del talk-show cortinese, cioè le “nuove competenze” nel mondo del vino, è stato lo spunto per discutere anche di altri argomenti. Dalla digitalizzazione alla sostenibilità, dal global networking alla tracciabilità.

Al talk-show di VinoVip Cortina 2022 sulle “nuove competenze” e la centralità delle risorse umane nella vita delle imprese, sono stati tanti gli interventi degli esperti del settore che si sono alternati sul palco. A Stefano e Roberto Bianchi di Foragri, Eugenio Sartori dei Vivai Cooperativi Rauscedo e Luca Castagnetti di Studio Impresa abbiamo dedicato articoli già pubblicati nelle scorse settimane.

Gruppo Della Toffola: i driver per la crescita aziendale

Sostenibilità, digitalizzazione e servizi per la tecnologia di cantina sono stati al centro dell’intervento di Andrea Stolfa del Gruppo Della Toffola.
«La società, con un fatturato di 210 milioni di euro (2021), riunisce un team di aziende storiche specializzate nel mondo del vino e del beverage», ha così presentato la complessa realtà imprenditoriale il Ceo Andrea Stolfa, «con la possibilità di offrire servizi su tutto il processo di vinificazione, dal ricevimento delle uve all’imballaggio». Per quanto riguarda la sostenibilità, per esempio, l’azienda sta studiando le proprietà adesive dell’acqua, come alternativa alle colle. La governabilità dei processi con il digitale è un altro dei driver di crescita offerti al cliente, che a sua volta ha così la possibilità di strutturare la sua filiera in modo trasparente.

Gianni Bruno (Vinitaly) e Andrea Stolfa (Gruppo Della Toffola); Andrea Degl’Innocenti (Agenzia ICE); Christian Scrinzi, Tiziana Mori e Cristian Ridolfi (Gruppo Italiano Vini); Emanuele Fontana (Crédit Agricole)

I progetti e-commerce e blockchain di Agenzia ICE

Andrea Degl’Innocenti di Agenzia ICE ha presentato nuovi strumenti per l’export. Dal 2019 il braccio destro del Governo per la promozione all’estero delle imprese italiane ha attivato progetti e-commerce, stringendo accordi con grandi piattaforme, come Amazon, evino, Tannico, Alibaba, per creare vetrine di prodotti made in Italy, rivolti alle piccole e medie aziende. Finora sono state ammesse oltre 2.500 imprese del vino.
«Abbiamo dato il via anche al progetto blockchain di tracciabilità digitale del vino», ha spiegato Andrea Degl’Innocenti. «Si tratta di una tecnologia che permette di tracciare l’intera filiera dalla materia prima allo scaffale, con le informazioni relative a produzione, trasporto e mantenimento del prodotto. Con la tecnologia blockchain, inoltre, le informazioni sono immutabili nel tempo, totalmente digitalizzate e maggiormente controllabili; il tutto a garanzia del cliente finale». Tra i pionieri che se ne avvalgono, Ricci Curbastro in Franciacorta, Ruffino in Toscana e Torrevento in Puglia.

Il global networking di Vinitaly

Di ultime frontiere degli eventi fieristici ha parlato Gianni Bruno di Vinitaly, partner storico dalla prima edizione di VinoVip Cortina. «Quest’anno la nostra fiera ha chiuso con una partecipazione di 88.188 visitatori da 139 Paesi», ha dichiarato Gianni Bruno, «un calo rispetto ai 125.000 della passata edizione, ma frutto di una maggiore selezione da parte nostra e delle aziende espositrici». Vinitaly è l’esempio di una fiera che opera su più direttrici con una visione ampia, che intende andare oltre l’evento in sé e creare un vero e proprio global networking. «Ne sono un esempio le numerose iniziative di incontro e scambio organizzate sia durante la fiera sia nell’arco dell’anno; per esempio il business forum Wine2Wine, la Vinitaly International Academy e le iniziative in Asia e Sudamerica».

Gruppo Italiano Vini e le nuove competenze messe a sistema

Della necessità di “fare rete” ha parlato anche Christian Scrinzi, direttore enologico e di produzione del Gruppo Italiano Vini: «Questo è un momento di forte cambiamento, dove l’impatto del mutamento climatico non è stato ancora compreso fino in fondo. Cambierà l’interazione tra vitigno e territorio, subentreranno nuove varietà, ci sarà l’esigenza di definire con maggior rigore l’agricoltura di precisione, le nuove tecnologie, la sostenibilità… Tutto questo non può riguardare una sola azienda, ma deve coinvolgere l’intero territorio. Per comprendere il cambiamento bisogna anticiparlo creando una rete a carattere territoriale, un hub che raccolga le esigenze aziendali e che a sua volta dia input alla ricerca scientifica e universitaria. Non si tratta solo di capire quali nuove competenze servano, ma bisogna saperle mettere a sistema. Come, per esempio, stanno già facendo in Francia con il Centro Ricerche Robert-Jean de Vogüé (creato da Moët Hennessy), dedicato allo sviluppo delle conoscenze del settore».

Santi, l’equilibrio tra le parti

Anche Cristian Ridolfi di Santi, la Cantina nella Val d’Illasi del Gruppo Italiano Vini, avverte l’urgenza del momento: «Non possiamo più attendere i tempi di assimilazione delle competenze da una generazione all’altra, come avveniva una volta. Le nuove competenze ci servono ora, perché possono dar modo alle nuove tecnologie di trovare il terreno fertile sul quale crescere e svilupparsi. Bisogna essere più permeabili al cambiamento e avere anche iter istituzionali più semplici e snelli. Questo, però, sempre garantendo un rapporto equilibrato tra le parti in gioco. Cioè le nuove competenze e tecnologie utili devono essere in equilibrio in un ambiente dove tradizioni e valori del territorio siano sempre tutelati».

L’aiuto del pegno rotativo vino

Infine Emanuele Fontana di Crédit Agricole ha spiegato quali sono gli strumenti finanziari più utili ai fini dello sviluppo imprenditoriale, come il pegno rotativo. Si tratta di una soluzione di finanziamento dedicata ai prodotti agricoli, compresi quelli del vino, che consiste nell’anticipazione su pegno di merce senza spossessamento della stessa, che resta quindi nella cantina del produttore. È uno strumento messo a punto dal Governo dal 2020 per rafforzare la liquidità delle impresein una fase di estrema difficoltà del mercato dovuta all’epidemia di Covid-19. Il finanziamento può essere rinnovato automaticamente con la semplice sostituzione del prodotto dato in pegno con quello di nuova produzione. Il pegno consente alle imprese di sfruttare gli asset di cantina per avere nuova liquidità da impiegare nella gestione. 

Foto di apertura: al talk-show di VinoVip Cortina 2022 si è parlato di nuove competenze, ma non solo. Tanti gli spunti emersi per lo sviluppo e la crescita aziendale

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© Riproduzione riservata - 01/09/2022

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