In Italia In Italia Jessica Bordoni

Nizza e Barolo di Michele Chiarlo: anteprime e annate memorabili

Nizza e Barolo di Michele Chiarlo: anteprime e annate memorabili

Assaggiamo la produzione più emblematica della Cantina Michele Chiarlo. Da un lato il Nizza, dall’altro il Barolo Cerequio, proposti in una serie di verticali che testimoniano la straordinaria tenuta nel tempo sia della Barbera che del Nebbiolo.

Dal 1956 la mission dell’azienda Michele Chiarlo è sempre la stessa: vinificare l’essenza del Piemonte. In tutto 110 ettari di vigneti tra Langhe, Monferrato e Gavi, espressioni dei cru più celebri e prestigiosi. Qualche nome? Cerequio, Cannubi, Asili, Faset, La Court, La Serra, Montemareto, Costa delle Monache, Nivole, Rovereto. Gli intenditori conoscono il valore inestimabile di questi toponimi. Lo scorso 28 maggio al Ristorante Terrazza Gallia di Milano è andata in scena una serata di degustazione guidata dall’enologo Stefano Chiarlo, figlio del fondatore Michele, che ha accompagnato gli ospiti alla scoperta della produzione più emblematica della Cantina, tra Nizza e Barolo Cerequio.

La rivincita del Nizza

La premiazione del Cipressi 2015 come vino numero uno al mondo secondo Wine Enthusiast è stata per la famiglia Chiarlo una doppia vittoria: infatti, accanto a quella aziendale, c’è la soddisfazione per la riuscita del progetto Nizza, nel quale i Chiarlo sono stati tra i primi a credere, portando avanti con fermezza il lungo iter per il riconoscimento di una Docg a se stante.

Cipressi, Nizza Docg 2017

Il 2017 è stata un’annata decisamente asciutta: non è piovuto per due mesi e mezzo (e in Piemonte l’irrigazione non è contemplata). Per mantenere la freschezza, accanto a una serie di operazioni mirate in vigna, si è provveduto ad anticipare la vendemmia. La fermentazione del Cipressi avviene in acciaio, poi un anno in botte grande e sei mesi in bottiglia. Nel calice troviamo il lato femminile della Barbera, la sua veste intrigante fatta di piccoli frutti rossi, l’acidità spinta ma gentile, la particolare balsamicità. L’assaggio in anteprima (l’uscita è prevista a settembre) denota una certa giovinezza, ma lascia intravvedere il notevole potenziale dei vigneti Cipressi della Tenuta La Court a Castelnuovo Calcea.

L’enologo Stefano Chiarlo

La Court, Nizza Riserva Docg 2016

Stessa Tenuta, ma stile decisamente differente per la Riserva La Court, fiore all’occhiello della produzione Michele Chiarlo in Monferrato e massima espressione della Barbera targata Nizza. Le uve provengono da un vigneto di 3 ettari con piante di più di 40 anni, e rese di soli 60 quintali per ettaro. Fermentazione in tini di rovere francese da 55 ettolitri, 15 giorni a contatto con le bucce con il sistema di bagnatura soffice del cappello a doccia, a una temperatura tra i 27 e i 30° C. Affinamento complessivo di 30 mesi, di cui mediamente un anno in legno. Il 50% della massa matura in barrique l’altro 50% in botte grande. Anche in questo caso di tratta di una preview: la commercializzazione è prevista per il prossimo settembre. L’annata 2016 può essere definita classica, con una primavera piovosa e un’estate non caldissima. Vendemmia a fine settembre con gli ultimi 25-30 giorni caratterizzati da notti fredde e giornate più miti. Profilo austero con tannini setosi e già ben integrati. Frutto netto, scuro di mora e mirtillo, leggera speziatura, note di cacao e caffè, lieve accenno di terra bagnata. È ancora un bimbo, ma il legno non è già quasi percettibile.

La Court Vigna Veja 2013, 2011 e 2010

La degustazione prosegue con una verticale di Barbera La Court Vigna Veja, impiantata nel 1964 sulla sommità di uno dei due colli con i celebri cipressi. La prima fase della vinificazione è uguale a quella del La Court, ma in questo caso la permanenza in legno si protrae per 24 mesi, a cui si aggiungono altri 2-3 anni in bottiglia. La vendemmia 2013 (che sarà messa in commercio nel novembre 2019) e la 2010 sono due annate molto classiche, dalle stagioni ben cadenzate con raccolta a fine settembre; al contrario la 2011 è il frutto di una vendemmia anticipata, avvenuta intorno al 12-13 settembre. Passando alle note di degustazione, nel La Court Vigna Veja2013 la frutta è ancora fresca e predominante, mentre nel 2013 si colgono note di cacao, eucalipto con un finale mentolato e, in generale, una maggiore ricchezza e complessità. La 2010, che è anche la prima annata prodotta, si distingue per la speziatura fine, impreziosita con note orientali, la trama tannica setosa e leggiadra. 

Palas Cerequio, casa del Barolo

L’expertise aziendale sul fronte del Nebbiolo si concretizza nella produzione del Cerequio, tra i cru del Barolo più conosciuti e apprezzati: in tutto 24 ettari ubicati tra La Morra e Barolo, di cui Michele Chiarlo possiede 9 ettari. Tra le colline di questo anfiteatro di vigneti – definito “la Riviera delle Langhe” per la sua felice posizione protetta dai venti –  sorge anche il Palas Cerequio, il primo relais dedicato ai cru del Barolo, nato dal recupero di un palazzo nobiliare del Settecento. Il terreno è marnoso calcareo con una grande dotazione di magnesio.

Il Cerequio 2015 illuminato da SommOled, la lampada inventata da Chiarlo per scoprire il vero colore del vino

Barolo Cerequio Docg 2015, 2010 e 2004

Dai tre ettari meglio esposti, solo nelle annate top viene prodotti il Barolo Cerequio Docg. Il 2015, ancora giovane, è considerato una grandissima annata. Note fruttate di fragolina, eucalipto, rosmarino, associate ad una bella mineralità. Il sorso è elegante, equilibrato, già ben definito e aperto. Si va decisamente in direzione Borgogna. La 2010 è un’annata iconica, “vecchio stile” con vendemmia tardiva. Le note terziarie iniziano a farsi più evidenti, con una intrigante speziatura, cacao amaro, anice stellato, liquirizia, ma anche funghi e salamoia. La 2004, annata abbondantissima, ha richiesto un diradamento in due passaggi. Al naso incenso, legna arsa, resina, chinotto e sottobosco. Tannino setoso e grande bevibilità. Per la serie: 15 anni e non sentirli.

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© Riproduzione riservata - 11/06/2019

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