In Italia In Italia Matteo Forlì

Monferrato Wine Festival, i nostri migliori assaggi

Monferrato Wine Festival, i nostri migliori assaggi

Il Castello di Costigliole d’Asti ha tenuto a battesimo l’evento promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. In programma masterclass, incontri e assaggi di Ruché Docg, Barbera d’Asti Docg e Nizza Docg. La nostra selezione.

Il caloroso benvenuto del Monferrato non è dovuto solo al fatto che arriviamo portando l’agognata pioggia, “benedetta tanto attesa “in una stagione che finora ne aveva vista ben poca. Questo angolo di Piemonte, terra d’elezione della Barbera e non solo, che da sempre fa rima con vino, ci apre le porte raccontando il suo carattere più intimo e peculiare. Sorsi di bellezza delle sue colline patrimonio Unesco e assaggi dei suoi vini, la Barbera d’Asti, il Nizza, il Ruché all’interno del Castello medievale di Costigliole d’Asti in occasione dell’evento “Monferrato Wine Festival – Monferrato Identity”.

Dalla splendida 2019 alla siccitosa 2022: le annate

Molto siccitosa, l’annata 2022 in Piemonte aveva quasi convinto molti produttori a non vendemmiare, salvo poi ritrovare una buona maturazione e in alcuni casi anche sorprendenti acidità. Un fenomeno, quello del caldo, che si era ripetuto anche nella stagione 2021, considerata invece capace di offrire risultati piuttosto brillanti. Questo per le caratteristiche del vitigno: la Barbera ama le estati lunghe e con la tacca del termometro in alto, ed è capace anche in questo contesto di mantenere la sua naturale acidità e di converso, con le sue bucce poco resistenti, odia la piovosità eccessiva negli ultimi 40 giorni prima della vendemmia che tendono a gonfiare l’acino e diluire il patrimonio polifenolico. Un fenomeno quest’ultimo verificatosi ad esempio nel 2020, quando le precipitazioni medie dei mesi estivi sono state maggiori della media e le temperature registrate a settembre hanno subito un deciso calo. Pronunciate escursioni termiche, verificatesi in un’annata battezzata “straordinaria” come la 2019 nel periodo di fine agosto/inizio settembre, hanno poi il merito di conferire ai varietali astigiani una carica di profumi ancora più seducente.

I migliori assaggi

Monferrato  Wine Festival

Di seguito segnaliamo gli assaggi che ci hanno maggiormente convinto. Partiamo dai Ruché, proseguiamo coi Nizza e chiudiamo con le Barbera d’Asti (nelle versioni “base” e Superiore). I vini sono in ordinati dal più giovane al più vecchio e poi secondo una successione alfabetica.

Luca FerrarisVigna del Parroco, Ruché di Castagnole Monferrato Docg 2022

Luca Ferraris ha plasmato l’attuale forma nel 1999 ma le origini della Cantina risalgono a oltre un secolo fa, grazie ai risparmi del bisnonno Luigi, emigrato in America. Lo spettacolare infernot storico, scavato a mano nel tufo nel centro storico di Castagnole Monferrato, è diventato oggi un museo. Dieci appezzamenti vitati si trovano in 4 comuni della denominazione: in totale 34 ettari di cui 23 coltivati a Ruché. Di questi fa parte la mistica Vigna del Parroco, sulla collina di Sant’Eufemia a Castagnole Monferrato, la parcella da cui Don Giacomo Cauda nel 1964 iniziò il recupero del varietale.  Il vino che ne deriva è l’unico frutto di selezione massale nel panorama del Ruché. Rosa, violetta, sentori di marasca, ciliegie e levigature balsamiche ne scolpiscono il profilo olfattivo. Stoffa, classe, sapidità e un tannino impeccabilmente proporzionato.

Tenuta MontemagnoInvictus, Ruché di Castagnole Monferrato Docg 2021

Sono 21 gli ettari vitati a corpo unico, di cui 3,5 dedicati al Ruché, nell’omonimo paese di Montemagno. La terra argillosa e calcarea, caratterizzata da fossili marini riemersi, è ricca di sali minerali e conferisce ai vini peculiare mineralità. Frutto di una vendemmia tardiva, con l’uva che fa surmaturazione in pianta, l’Invictus fermenta a temperatura controllata con leggeri rimontaggi per 7-8 giorni dopo una macerazione di 3 giorni. Timbri di frutta rossa polposa, note di viola, rosa canina, menta e sfumature balsamiche. Il sorso è largo, caldo, setoso. Con lunghe e raffinate persistenze.

Sant’Agata – Pro Nobis, Ruché di Castagnole Monferrato Riserva Docg 2019

La storia vinicola inizia agli albori del XX secolo, quando la famiglia Cavallero si trasferisce a Moncalvo sulle colline di Scurzolengo. La svolta all’attività, che comincia con la vendita di vino sfuso e poi di imbottigliamento, è alla fine degli anni ’70, quando si scelse di estirpare un ettaro di Barbera per impiantare il vitigno reso celebre da Don Giacomo Cauda. Oggi il Ruché è il tratto dell’azienda guidata da Franco Cavallero.
Gesso e strisce ferrose dei terreni conferiscono mineralità e maggiore longevità ai vini. La versione del Ruché Pro Nobis, nata nel 2000, è figlia di una parcella esposta a Sud. Il vino fa due anni di affinamento, di cui 18 mesi in tonneau. Ha un profilo speziato, con una nota floreale di rosa e una marca gessosa. Al palato sposa delicatezza e decisione, ha il sostegno di una bella freschezza e se ne va malvolentieri.

Cascina La Barbatella – La Vigna dell’Angelo, Nizza Docg 2020

Plasmata negli anni 80 dalla mano di Angelo Sonvico, rilevata e rinnovata dal 2010 dalla famiglia Perego, Cascina La Barbatella si trova sulla strada Annunziata a Nizza, dove le testimonianze della vocazione viticola risalgono alla fine dell’Ottocento. Il vino simbolo dell’azienda nasce da un unico appezzamento, la “Vigna dell’Angelo” appunto, ai piedi della cantina: un cru di terreni vecchi e calcarei esposti a sud dove le viti hanno dai 60 ai 90 anni d’età. Un imprinting che regala a questo Nizza eleganza e potenziale di invecchiamento. Ribes, more, eleganti tostature, spezie e balsamicità. Il sorso è pieno, avvolgente ma anche brioso con un invidiabile equilibrio tra freschezza, sapidità e tannino.

Vinchio Vaglio – Laudana, Nizza Docg 2020

Un’antica rivalità che ha dato vita a un’eccellenza cooperativa. La sinergia viticola tra i Comuni di Vinchio e Vaglio Serra ha dato vita nel 1959 a questa realtà sociale che abbraccia 192 famiglie di conduttori di oltre 450 ettari di vigneto, oggi un punto di riferimento dell’eccellenza della Barbera del Monferrato. Bricco Laudana è il nome di un crinale collinare orientato a sud, tra Vinchio e Mombercelli, che insiste su suoli sabbiosi con lieve presenza di argilla. Il vino affina in tonneau e barrique di primo e secondo passaggio per 12/18 mesi. Viola e succo di mirtilli incorniciati da spezie e sussurri affumicati affumicati. Al palato una tessitura più sottile rispetto ai vini di altre zone del Nizza, ma anche una distintiva eleganza. Il sorso è fragrante, avvolgente e succoso, con tannini fitti e richiami balsamici.

Coppo – Pomorosso, Nizza Docg 2019

Luigi Coppo rappresenta la quarta generazione di una famiglia che fa vino a Canelli dal 1892. Le cantine fanno parte delle cosiddette “Cattedrali sotterranee”, cunicoli e volte con una storia secolare e scavate nel tufo sotto la collina. Le uve Barbera in purezza del Nizza “Pomorosso” nascono nella parte sud del territorio astigiano. Le marne argilloso-calcaree, uno scheletro del suolo che rivela presenze di gesso, conglomerati ferrosi e una modesta quantità di carbonato di calcio, conferiscono eleganza e carattere al vino. I 14 mesi di barrique non storpiano un naso di grande finezza, con sentori di viola, mora e ciliegia e una sottile scia minerale che ricorda la grafite. Pieno e aristocratico in bocca, con un finale di grande piacevolezza e la giusta dose di tannino.

Michele Chiarlo – La Court, Nizza Riserva Docg 2019

Dal 1956, Chiarlo vinifica l’essenza del Piemonte. Michele, 65 vendemmie sulle spalle, coi figli Stefano e Alberto, conducono oltre 110 ettari di vigneti tra Langhe, Monferrato e Gavi. La Court (ex Barbera d’Asti Superiore) è diretta espressione dell’omonimo cru, fra i più importanti del Monferrato: un corpo unico di vigneti di oltre 20 ettari a Castelnuovo Calcea disposti su due colline attorno all’omonima tenuta, acquisita nel 1995 per essere lo “Chateaux del Nizza Docg”. I terreni sono le cosiddette “sabbie astiane”: marne argilloso-calcaree di origine sedimentaria marina, con buona presenza di limo e sabbia. Il vino fermenta in tini di Rovere da 55 ettolitri e affina 30 mesi complessivi: 12 in legno con la massa equidistribuita tra barrique e botte grande e 18 in bottiglia. Amarena, cacao e caffè e nobiliari accenti balsamici. Struttura, freschezza e persistenza al palato.

Tenuta Olim Bauda – Nizza Riserva Docg 2019

Il marchio Tenuta Olim Bauda nasce poco più di 60 anni fa, ma la viticoltura fa parte della famiglia Bartolino da generazioni. Le uve provengono dalla vigna storica a Incisa Scapaccino, piantata nel 1961. Uno strato superficiale di argilla nasconde sabbie profondissime: caratteristiche che consentono al vino di sposare finezza e potenza. Finita la fermentazione alcolica, il vino riposa in botti di rovere francese da 25 ettolitri per 30 mesi. Il risultato è un perfetto bilanciamento nel calice, da cui emergono ricordi di more e ciliegie, delicate pennellate speziate. Tannino e acidità al tie-break e finale corroborante.

Bersano – La Generala, Nizza Riserva Docg 2017

Bersano coltiva 230 ettari tra Langhe e Monferrato. Attorno alle grandi cascine di proprietà sulla sommità dei bricchi piemontesi si estende la maggior parte dei vigneti. Qui siamo ad Agliano, una delle mecche della Barbera del Monferrato assieme a Nizza, nella parte più occidentale della denominazione. Terre calcaree e limose, con alte percentuali di argilla rossa. L’affinamento dura 12 mesi e si svolge per l’80% in tonneau da 500 litri di quarto passaggio e per il 20% in botte grande. Della complessa impalcatura olfattiva fanno parte lamponi in confettura, rabarbaro, liquirizia, pepe. Struttura e pienezza in un assaggio esaltato dall’aristocratica astringenza e dalla discreta speziatura.

Dacapo – San Bastian, Barbera d’Asti Docg 2021

Dacapo nasce nel 1997 ad Agliano Terme con la ristrutturazione di una vecchia tenuta nel Comune di Agliano Terme da parte di due amici che credevano fortemente nella personalità del vino del territorio. La Barbera d’Asti, uno dei cavalli di battaglia del brand che produce anche Grignolino, Ruché, Moscato e Nebbiolo, nasce sulla stessa collina che dà vita al Nizza La Generala di Bersano, ad Agliano.
Da queste terre bianche nasce un vino denso e consensuale. Dopo la fermentazione viene travasato in tini di rovere francese da 55hl dove resta in affinamento fino alla successiva vendemmia (circa 11 mesi). Ha profumi intensamente eleganti, di chiara marca fruttata (ciliegia e mora). Dopo l’ingresso morbido al palato esce la sua acidità, ben equilibrata da sapidità e tannino.

La Montagnetta – P-Cit, Babera d’Asti Docg  2021

Siamo a Nord di Asti, in una zona più nota per la Freisa che per la Barbera. Nelle colline dell’Astigiano, e precisamente su quelle di Roatto e Piovà Massaia, Domenico Capello, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, conduce 10 ettari di vigneto e produce 10 mila bottiglie. A dispetto del nome P-Cit (che suona come “più piccolino” in piemontese) è una Barbera “base” corposa. Un vino che svolge macerazione delle bucce per circa 20 giorni e dopo la fermentazione malolattica riposa in vasche d’acciaio. Frutta rossa, spezie dolci ma anche una tenace nota terrosa che in bocca però si scioglie trovando un bel compromesso tra dolcezza, sapidità e freschezza. Piacevole allungo finale.

Emanuele Gambino – Barbera d’Asti Superiore Docg 2020

Testimone del fermento produttivo del Monferrato, l’azienda è una neonata realtà del territorio. Seguendo le orme dei nonni, Emanuele Gambino ha scritto la prefazione della sua storia nel vino a partire dal 2016 a Costigliole D’Asti. Gestisce vigneti tra Nizza, Santo Stefano Belbo e Canelli. Questa versione Superiore è la prima mai prodotta, con uve che vengono dalla zona d Nizza. La scelta è di far evolvere il vino in botte grande per 10 mesi. Austera senza essere inaccessibile, ha sentori di frutta macerata, un ricordo di pomodoro, spezie e scie boisè. In bocca l’alcol ben dosato e l’acidità vibrante rinfrescano un assaggio che dura a lungo. Gran bella espressione d’esordio di Barbera invecchiata.

Tenuta La Pergola – La Cappelletta, Barbera d’Asti Superiore 2020

A Cisterna d’Asti, sulla sponda sinistra del Tanaro e vicino al confine col Roero, Tenuta La Pergola prende il nome dal pergolato vitato che risale la collina dietro all’azienda. I 25 ettari vitati hanno terreni con più alte percentuali sabbiose. La versione Superiore della loro Barbera d’Asti tocca solo barrique per 12 mesi. Un affinamento che disegna subito un naso di spezie dolci ma non ne ipercaratterizza i sentori. Un vino che non è sovra-estratto, anche per via delle caratteristiche dei suoli e dall’età delle vigne da cui nasce, e che regala un sorso elegante, giustamente tannico e lungo.

Castlet – Passum, Barbera d’Asti Superiore Docg 2019

Etichetta storica e una delle prime “Barbere importanti” del territorio (addirittura antecedente al celebrato Bricco dell’Uccellone). Passum è nata nel 1975 nelle cantine di Castlet a Costigliole d’Asti, quando Armando Cordero, vecchio enologo piemontese con un passato professionale in Valtellina, ha applicato agli acini di Barbera la filosofia dell’appassimento. Oggi il vino è stato modernizzato e segue le stesse intuizioni aggiornandole: alla prima settimana di asciugatura dei grappoli in ambiente chiuso e deumidificato, seguono 15 giorni di appassimento naturale. Al mosto viene assemblato, gradualmente per non bloccare la fermentazione, il 15% di vino finito della stessa annata. Dopo la maturazione di un anno, parte in barriques e parte in botti tradizionali di media capacità, seguono sei mesi di bottiglia. Accenti di confetture di ribes e sensazioni speziate anticipano un sorso austero, pieno, sapido, con un ricordo che dura a lungo.

Montalbera – La Mia Nuda, Barbera d’Asti Superiore 2019

La lunga tradizione nel mondo vitivinicolo piemontese Morando abbraccia i territori tra Langhe e Monferrato. Gli appezzamenti di proprietà più vasti si trovano a Castagnole Monferrato dove le vigne (molte della quali a Ruché) ricoprono sei intere colline. Dopo il passaggio in barrique di primo e secondo passaggio (10/15 mesi) la Barbera d’Asti Superiore la Mia Nuda viene imbottigliata senza stabilizzazione tartarica a freddo, senza chiarificazione e senza filtrazione (un processo che ha ispirato il nome del vino). Ha profumi di frutta rossa matura e spezie dolcì. Tannino deciso ma anche la freschezza del varietale in bocca, anche se al sorso resta una marca legnosa dal gusto internazionale.

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© Riproduzione riservata - 20/06/2023

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