Meregalli e Bollinger: 30 anni di sodalizio raccontati dal dg Corrado Mapelli

Meregalli e Bollinger: 30 anni di sodalizio raccontati dal dg Corrado Mapelli

La collaborazione tra il Gruppo monzese e la Maison di Champagne è cominciata nel 1993 e si è consolidata nel corso del tempo. Visione a lungo termine e spirito familiare, ieri come oggi, sono i valori fondanti e i segreti del successo.

Dopo trent’anni esatti di “matrimonio”, l’intesa è la stessa del primo giorno. Anzi, è cresciuta e continua a maturare nel tempo. I protagonisti di queste “nozze di perla” sono il Gruppo Meregalli e il Gruppo Bollinger, partner fedeli dai primi anni Novanta ad oggi.

Dalla firma del 1993 ad oggi

Era il 1993 quando il presidente Giuseppe Meregalli riuscì a conquistare la fiducia della griffe francese, già all’epoca tra le Maison più blasonate, avviando la vendita in esclusiva dei suoi Champagne sul mercato italiano. Con grande pionierismo, la famiglia Meregalli impostò una distribuzione decisamente innovativa, introducendo le referenze Bollinger nelle carte dei più prestigiosi ristoranti e nei listini delle più importanti enoteche dello Stivale. Fu una svolta decisiva, che trasformò la Maison in un brand acclamato e riconosciuto anche nel mostro Paese.

Ma come è nata e si è evoluta questa collaborazione? E qual è il segreto di tale successo? Lo abbiamo chiesto a Corrado Mapelli, direttore generale di Gruppo Meregalli.

Meregalli Bollinger

Quali sono i valori comuni su cui avete impostato la relazione? 

Gruppo Meregalli e Gruppo Bollinger sono due aziende leader nelle rispettive attività, ma soprattutto due aziende fatte da uomini, due imprese di carattere familiare. La gestione da parte dei membri di una famiglia o di più famiglie implica l’adozione di una visione a lungo termine. Tra gli obiettivi chiave, infatti, c’è quello di raggiungere la continuità attraverso le generazioni, cercando di fare il massimo per chi verrà dopo. Lo sguardo è sempre rivolto in avanti, in un’ottica profondamente costruttiva, basata sull’heritage e sullo sviluppo costante e progressivo.

Quali sono i volumi movimentati ogni anno? Sono cambiati nel tempo?

Maison Bollinger produce circa 2,8 milioni di bottiglie all’anno e, di queste, intorno alle 220 mila raggiungono il mercato italiano. Trent’anni fa erano 20 mila… possiamo dire che di strada ne è stata fatta parecchia. Oggi l’Italia rappresenta il terzo mercato di riferimento per lo Champagne Bollinger, dopo gli Stati Uniti e il Regno Unito. Va però detto che noi ci distinguiamo anche per la qualità: l’Italia è infatti per Bollinger il primo mercato al mondo per l’incidenza delle bottiglie premium sul totale di quanto importato, i consumatori italiani sono fortemente orientati all’eccellenza e privilegiano referenze premium, le cuvée più esclusive e le special edition.

Quali sono le etichette più ricercate dal pubblico?

L’etichetta che ci ha dato più soddisfazione è la leggendaria Special Cuvée, in assoluto la più venduta, oltre alle Riserve che ogni anno permettono di raccontare la filosofia della Maison con interpretazioni sempre diverse. Una nota di merito, infine, va alla cuvée R.D., che conquista il palato degli estimatori più esperti e aperti alle sperimentazioni.  

Qual è la clientela di riferimento?

Lavoriamo per assegnazioni e allocazioni. Abbiamo più di 4.000 clienti, per il 99% collocati nel canale Horeca. In particolare, la ristorazione occupa circa il 37% delle quote, mentre il mondo delle enoteche e dei wine bar si attesa intorno al 33%. Il resto è dislocato tra le vendite online, i catering, le aziende e una piccola percentuale destinata alla clientela privata. Cerchiamo di essere il più capillari possibili per non scontentare nessuno, compatibilmente con il numero di bottiglie a disposizione, che vengono immancabilmente allocate. Qualcuno vorrebbe ricevere di più, ma i numeri sono quelli.

C’è uniformità geografica nelle assegnazioni?

Tendenzialmente sì, anche se alcune città evidenziano un bel trend di crescita. Penso soprattutto ad alcune regioni del Sud, Sicilia e Puglia su tutte: la ristorazione e un’hotellerie di alto livello stanno svolgendo un importante ruolo di traino. Mentre pensando al Nord, per le stesse ragioni, Milano è indiscutibilmente capolista.

Come si festeggia un compleanno così speciale?  

Il 27 settembre a Venezia si sono riunite le due famiglie, Meregalli e Bollinger, insieme a un numero ristretto di persone che in questi 30 anni ci sono state particolarmente vicine.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

Vogliamo concentrarci sul posizionamento, rendendolo ancora più coerente e profilato. Più che aumentare il numero di bottiglie distribuite, ci interessa lavorare su una distribuzione capillare, individuando una clientela che riesca a comprendere e interpretare al meglio questo Champagne gourmand. Per noi è fondamentale che i nostri interlocutori diventino consapevoli di ciò che distingue Champagne Bollinger e che trasferiscano queste differenze e peculiarità ai consumatori finali. Per il futuro l’impegno è quello di mantenere lo spirito familiare per una collaborazione a garanzia della tutela del prodotto e del mercato.

Foto di apertura: una presentazione della Cuvée R.D., molto amata dagli estimatori più esperti e aperti alle sperimentazioni

Tag: , ,

© Riproduzione riservata - 03/10/2023

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto