Masi mette al centro la sostenibilità e diventa società benefit

Masi mette al centro la sostenibilità e diventa società benefit

I tre pilastri della sostenibilità che fanno parte del progetto Masi Green Governance vengono integrati nell’oggetto sociale dell’azienda veneta. Cambia anche il modello di governo interno nell’ottica di una maggior semplificazione e razionalizzazione.

La sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed etica, è ormai diventata per molti dei principali e più grandi attori del comparto agroalimentare, a partire da quelli che operano nel mondo vitivinicolo, un obiettivo da affiancare a quello legato al perseguimento del profitto. Un modo per mettere al centro della propria attività, sia concretamente che formalmente, questi obiettivi è quello di includerli all’interno dell’oggetto sociale adottando, di conseguenza, anche strutture di governo interne più funzionali al loro raggiungimento. È quello che ha fatto recentemente Masi. Vediamo come.

Cosa significa diventare società benefit

L’Italia è stata il primo Paese in Europa, a partire dal 2016, a dotarsi di una normativa specifica che riguarda le società benefit. Si tratta di una sorta di evoluzione del concetto di azienda perché integra all’interno del proprio oggetto sociale non solo obiettivi di profitto e divisione degli utili tra gli azionisti, ma anche quelli relativi a finalità di beneficio nei confronti delle persone e del territorio. Come si legge nella relazione dell’Assemblea straordinaria degli azionisti di Masi dello scorso 4 marzo, che ha approvato a larga maggioranza lo status di società benefit (oltre ad altri cambiamenti), questa integrazione dell’oggetto sociale obbliga l’azienda “verso obiettivi di sostenibilità e la realizzazione di ulteriori attività con beneficio comune, seppure sempre tenendo in considerazione anche gli interessi degli azionisti di Masi”.
Si tratta, inoltre, di una forma societaria che di fatto protegge la missione stessa che l’azienda si è posta nei confronti degli obiettivi legati alla sostenibilità nel caso di aumenti di capitale o cambi di leadership al suo interno.

Il progetto Masi Green Governance diventa un fine societario

Ma perché impegnarsi ancor di più sul fronte della sostenibilità rispetto a quanto già fatto sino ad ora? Le risposte possono essere molteplici e si può partire da una premessa di carattere generale: è ormai chiaro a tutte le aziende, soprattutto quelle più grandi e strutturate, come la sensibilità del mercato e dei consumatori, anche nel mondo del vino, nei confronti di questi temi sia decisamente cambiata e considerata come prioritaria e non più procrastinabile.
Masi, che aveva già aderito all’Agenda 2030 e ai suoi 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile (Sustainable Developement Goals SDGs), ora con il progetto Masi Green Governance  – questo il nome che l’azienda veneta ha dato al suo impegno nei confronti della sostenibilità – alza l’asticella ancora più in alto inserendo il perseguimento di questi obiettivi ambientali, sociali e di governance all’interno del proprio oggetto sociale.
Non bisogna poi dimenticare come sia in atto una tendenza a responsabilizzare sempre più le società, specie se quotate in Borsa, rispetto ai temi legati alla responsabilità sociale d’impresa. Masi è una delle sole due aziende del mondo del vino italiano quotate in Borsa, esattamente sull’Euronext Growth Milan, ovvero il mercato dedicato alle PMI (Piccole Media Imprese), dal 2015.

I cambiamenti sul fronte ambientale e sociale

In passato, a partire dal 2011, Masi aveva già avviato, sul fronte della sostenibilità ambientale, il progetto Masi Green finalizzato alla misurazione della performance di sostenibilità della filiera vite-vino, ad esempio con il calcolo delle impronte dell’acqua e del carbonio. Nel tempo sono stati altri i progetti eco-sostenibili portati avanti, come quelli relativi al riciclo e alla lavorazione dei materiali di scarto, il tutto all’interno di standard internazionali volontari come la certificazione ISO 14001. Con il cambio di oggetto sociale ora vengono incluse “attività connesse alla salvaguardia, alla cura e al recupero del patrimonio paesaggistico, del territorio e dell’ambiente”.
Anche per quanto riguarda la sostenibilità sociale si tratta dell’evoluzione di un percorso già avviato con la realizzazione, ad esempio, del Codice etico di comportamento interno, ma anche di tutta una nutrita serie di programmi di promozione e valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e storico delle Venezie, attraverso la creazione della Fondazione Masi, costituita nel 2001 e di tante altre attività. In questo caso, ora, l’impegno è quello di “prevedere ulteriori attività aventi finalità di beneficio comune a favore dei dipendenti, del territorio e del patrimonio artistico e culturale”.

Un nuovo modello di governance

Infine, c’è un aspetto relativo alla governance, anch’essa cambiata, sempre in funzione di un miglior perseguimento degli obiettivi presenti nel progetto Masi Green Governance. Da un sistema di governo tradizionale di amministrazione e controllo si passa ora a quello chiamato “monistico”. In pratica, non esisteranno più due organi collegiali – il consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione – ma un unico consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea dei soci. Con questo sistema è presente quindi una coincidenza delle funzioni di amministrazione e controllo in un unico organo.
Questo cambiamento, secondo Masi, si è reso necessario per semplificare la propria struttura e renderla più efficiente e funzionale alle esigenze dell’impresa, ma è anche come una sorta di naturale sviluppo di un percorso interno che aveva portato già all’adozione di un Codice etico, di un Modello di organizzazione, gestione e controllo e all’istituzione del Comitato controllo, rischi e sostenibilità e della funzione di internal audit. Anche in questo caso, si legge nella Relazione dell’assemblea dei soci, il passaggio a questo modello di governance allinea Masi alle modalità di organizzazione di società quotate in Borsa a livello internazionale.
Tra i cambiamenti approvati dall’assemblea straordinaria, infine, anche la modifica del meccanismo di voto applicabile per la nomina del consiglio di amministrazione (non più liste bloccate, ma proposte di candidati su cui esprimere il voto) e alcune modifiche statutarie nell’ottica di ottimizzare e razionalizzare alcune regole organizzative e di funzionamento.

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© Riproduzione riservata - 14/03/2024

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