Maremma Toscana Doc verso 10 milioni di bottiglie
Il neopresidente Francesco Mazzei parla dei prossimi traguardi produttivi e della crescita d’immagine su scala internazionale della Doc Maremma Toscana. Focus anche sulla sostenibilità e sulla sinergia con altri enti territoriali.
Pochi distretti vinicoli italiani possono contare su una varietà di terroir pari a quella della Maremma Toscana. Dai suoli vulcanici del comprensorio di Pitigliano e Sorano, alle formazioni marnose delle colline tra i fiumi Fiora e Ombrone, passando per i terreni argilloso-limosi dell’Alta Maremma. Un mosaico pedoclimatico che si declina in una ricca offerta produttiva, tra rossi dalla struttura importante, rosati profumatissimi e bianchi di bella freschezza.
Autoctoni, non solo Sangiovese
Sul fronte degli autoctoni, l’egemonia del Sangiovese – diffusa in molte parti della regione – è scongiurata dalla presenza di Ciliegiolo, Alicante, Vermentino e Ansonica, mentre la squadra degli internazionali mette in campo Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Chardonnay, Sauvignon blanc e Viognier.
La sfida del Consorzio
La promozione e la valorizzazione della viticoltura di qualità è affidata al giovane e dinamico Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, nato nel 2014 dopo il riconoscimento della Doc e oggi composto da 312 soci: aziende storiche, nuove realtà e grandi gruppi che hanno deciso di investire in zona.
«L’area di riferimento è l’intera provincia di Grosseto», precisa il presidente Francesco Mazzei, che si è insediato lo scorso agosto con il nuovo cda. «Attualmente produciamo poco meno di 6 milioni di bottiglie all’anno, ma l’obiettivo è arrivare ai 10 milioni in un tempo ragionevolmente breve. Si tratta di una sfida ambiziosa, ma fondamentale per raggiungere una maggiore visibilità a livello italiano e internazionale. Sono circa 4 mila gli ettari di vigneto rivendicati a Igt Toscana che potrebbero “convertirsi” alla produzione Doc, con un potenziale di oltre 40 milioni di bottiglie».
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Superare i campanilismi per valorizzare la Maremma Toscana
Accanto alla crescita dei volumi, si punta all’innalzamento della qualità media del prodotto, individuando le best practices e costruendo valore intorno al brand Maremma Toscana mediante un attento piano di marketing e comunicazione. «In questa direzione si inserisce la volontà di superare i campanilismi e creare un protocollo di intesa con gli altri Consorzi attivi sul territorio, come il Morellino di Scansano e il Montecucco, per sviluppare sinergie organizzative e promozionali in modo da ottimizzare le risorse».
Grande attenzione alla sostenibilità ambientale
Ultimo, ma non per importanza, l’impegno consortile sul fronte della sostenibilità ambientale. «Partiamo da una posizione privilegiata: qui l’industrializzazione è molto bassa, la natura incontaminata e quasi selvaggia, i mari puliti. Insomma, i requisiti per fare della Maremma Toscana il primo distretto vitivinicolo sostenibile in Italia ci sono tutti».
Tag: Consorzio Maremma Toscana, Francesco MazzeiQuesto articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com
© Riproduzione riservata - 28/05/2019