Le strategie di Masi Agricola per la ripresa
In occasione della Festa della Vendemmia, Masi Agricola parla di strategie di marketing e prospettive future. La ripresa partirà dai vini di territorio, venendo incontro anche alle nuove richieste di mercato, come quella dei “vini naturali”. Non solo e-commerce, ma “omnicanalità” (wine platform, wine bar, ristoranti, shop aziendali).
Mercati all’estero che entrano ed escono dal lockdown in modo improvviso, comportando blocchi a macchia di leopardo nel canale Horeca e limitando export e viaggi. Quali prospettive? In un’Italia vitivinicola che rialza timidamente il capo dall’emergenza Covid-19, a Masi Agricola affrontano il delicato tema della ripresa, in occasione della Festa della Vendemmia che si è tenuta lo scorso sabato a Tenuta Canova di Lazise (Verona). Si naviga a vista e con strategie di marketing consolidate.
Vini e territorio, la forza della ripresa
«In Italia abbiamo perso tre mesi netti di lavoro in un canale, quello Horeca, che rappresenta circa il 40% a quantità ma quasi il 60% del valore del vino, mettendo a repentaglio la parte più elevata della produzione vitivinicola italiana», dichiara Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e di Federvini. «Per quanto i dati di questi ultimi giorni non ci consentano di essere molto ottimisti e i vini destinati all’Horeca stiano registrando un pesante calo nei consumi, auspico che la situazione si normalizzi quanto prima. Il vino e i territori che lo rappresentano saranno la forza della sua ripresa».
L’ordine medio sta cambiando
«La situazione post Covid-19 metterà il consumatore davanti a un’esperienza più valoriale di prima a partire dal valore intrinseco del prodotto, da un ottimo rapporto qualità prezzo e dall’anima di un marchio», spiega Federico Girotto, Ad e Investor relation di Masi Agricola. «La strategia del Gruppo Masi è continuare sulla strada del posizionamento Premium mantenendo alta la sensibilità alle esigenze del mercato e dei nostri clienti, ad esempio includendo nelle condizioni commerciali un servizio più attento o più spedizioni, dal momento che l’ordine medio è diventato sempre più “granulare”».
Eventi in prima fila per gli investitori
Per quanto riguarda il comparto Duty Free e Retail, l’osservatorio Masi rileva un sensibile ritorno al lavoro nell’ambito ristorazione e bar. Lo documenta anche il successo di pubblico, nel rispetto dei numeri, degli spazi e delle misure anti-Covid-19, della Festa della Vendemmia a Tenuta Canova, in cui oltre alla possibilità di raccogliere e selezionare grappoli, il pubblico ha apprezzato la visita al Masi Discovery Wine Museum e la cena degustazione con Moxxè, Campofiorin, Amarone e Recioto. Tra le persone una quarantina di membri del Masi Wine Investor Club che oggi conta più di 500 soci con oltre il 5% del capitale e centinaia di piccoli investitori privati che, acquistando 1.000 titoli di Masi, possono vivere esperienze vinicole in vigna o di degustazione in prima fila.
Omnicanalità a tutela del marchio
Non solo e-commerce, ma omnicanalità è la parola chiave per il Gruppo a partire dai 7 Masi wine bar, ristoranti e shop che stanno diventando profit center capaci di autofinanziarsi: «In questi luoghi il cliente vive un’esperienza, può acquistare un prodotto in loco o facendoselo inviare a casa attraverso la Wine Platform Masi: un canale che consente, attraverso credenziali o il club, di diventare un nostro amico frequente sul web e usufruire di promozioni e offerte», spiega Federico Girotto.
Tra Germania, Stati Uniti e l’inaugurazione a Monaco
Il gruppo anche oggi è alla ricerca di una crescita organica: «Il Covid ha rallentato un paio di progetti strategici che avevamo varato subito prima: la nuova distribuzione in Germania e negli Stati Uniti, che ha aperto il 1° di aprile, ma continuiamo a voler crescere nel nostro business convenzionale. Ed è prossima l’apertura del Masi Wine Bar a Monaco di Baviera in MaximilianStrasse», continua Girotto.
Desiderio di semplicità e “vino naturale”
«Nella vendemmia quest’anno balza in primo piano la qualità dei grappoli nei vigneti più vocati in collina rispetto a quella nelle aree di pianura, nella media degli ultimi dieci anni», conclude Raffaele Boscaini, responsabile del Gruppo tecnico Masi. E per il futuro? «Nei prossimi mesi risponderemo al desiderio di “semplicità” del consumatore, che può essere inteso come “vino naturale”. Un vino fatto in modo semplice, con poche lavorazioni, il più vicino possibile all’uva che lo origina».
Tag: Federico Girotto, Masi Agricola, Raffaele Boscaini, Sandro Boscaini© Riproduzione riservata - 23/09/2020