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Le stime globali Oiv sulla vendemmia 2021: Europa in forte calo

Le stime globali Oiv sulla vendemmia 2021: Europa in forte calo

È mediamente del –13% la flessione della raccolta 2021 in Europa rispetto al 2020, con una riduzione del -9% per l’Italia, del -14% in Spagna e addirittura del -27% in Francia. Lo segnala Oiv, con le sue stime sull’annata. Cresce invece l’emisfero australe. Nel frattempo l’organizzazione annuncia il cambio di sede: dal 2024 sarà a Digione.

Il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino Pau Roca ha presentato le prime stime sull’andamento dell’annata dell’ultima vendemmia. Mentre nell’Emisfero Sud si registrano crescite con numeri che sono i più alti di sempre, in quello Nord – in Europa, soprattutto – si devono fare i conti con un drastico calo del raccolto. Nel complesso, la produzione 2021 è da considerarsi storicamente bassa; è il risultato di condizioni climatiche che hanno messo a dura prova la viticoltura mondiale e in particolare i principali Paesi produttori europei. Intanto l’OIV fa un altro importante annuncio: il suo trasferimento a Digione.

Pau Roca: produzione bassa, ma fiducia nel futuro

Giovedì 4 novembre, in collegamento da Parigi, Pau Roca ha presentato i dati relativi alla produzione vinicola mondiale del 2021, che con 250 milioni di ettolitri (esclusi succhi e mosti), ovvero -4% rispetto al 2020, può essere considerata storicamente bassa e comparabile alla 2017. Si tratta, inoltre, del terzo anno consecutivo con un livello di produzione inferiore alla media. La conferenza stampa si è tenuta su una piattaforma virtuale, a testimonianza di un’annata ancora profondamente segnata dalla pandemia. Ma il settore del vino, esattamente come fa la vite, si sta adattando a questi nuovi tempi con resilienza e creatività. Per questo motivo «possiamo iniziare a guardare al futuro con ottimismo», afferma Roca; che oltre a dati e grafici, pone l’attenzione sul cambiamento climatico: «Non sarà disponibile un vaccino per questo problema», commenta il direttore generale, per il quale è giunto il tempo di giocare d’anticipo.

L’andamento della produzione vinicola mondiale negli ultimi anni secondo i dati OIV

Emisfero Nord: drastico calo in Europa

Nonostante l’annata sfortunata per i principali Paesi vitivinicoli del Vecchio Mondo, l’Europa continua a rappresentare, da sola, il 58% della produzione mondiale di vino. La stima per il 2021 è di 145 milioni di ettolitri (-13%, ovvero -22 milioni di ettolitri rispetto al 2020). L’Italia rimane in testa con 44,5 milioni di ettolitri (-9% dal 2020 e anche dalla media degli ultimi 5 anni), ma è la Francia ad aver subito le perdite più gravi con un calo del -27% e una delle produzioni più basse di sempre (34,2 milioni di ettolitri), tanto da slittare in terza posizione. La Spagna ora risulta la seconda nazione vinicola al mondo con una produzione di 35 milioni di ettolitri (-14%, sempre rispetto all’anno scorso). Interessante e in controtendenza è la vendemmia 2021 in Romania, che cresce del +37%. Negli altri Paesi la produzione rimane stabile: per esempio gli Stati Uniti crescono del +6% e la Russia del +2%.

Emisfero Sud: produzione da record

Dopo una forte diminuzione nel 2020 causata da condizioni climatiche avverse, a Sud dell’Equatore la vendemmia 2021 ha, invece, bilanciato la caduta dei volumi osservata in Europa e si è contraddistinta per essere stata la più alta di sempre con 59 milioni di ettolitri e una crescita del +19% rispetto all’anno precedente. Ma l’Emisfero australe rappresenta – a oggi – solamente il 23% della produzione vinicola mondiale. In Australia e in Cile si è registrato un aumento del +30% rispetto al 2020; il Brasile si distingue, addirittura, per un +60% (e +46% rispetto alla media degli ultimi 5 anni). L’unica nazione che ha ridotto la produzione è stata la Nuova Zelanda, soprattutto a causa delle gelate primaverili, così come è successo in buona parte d’Europa.

Intanto l’OIV annuncia il trasloco

Tempo di novità per l’Oiv, che da Parigi si trasferisce a Digione, in Borgogna. I 48 Stati membri hanno accettato l’offerta della Francia – sede dell’OIV fin dalla sua creazione avvenuta nel 1924 –, di dare all’organizzazione una sede più adatta alla propria attività, ovvero una casa che le garantisca una maggiore stabilità e spazi più ampi. Il primo trasloco avverrà nel settembre del 2022, ma i lavori termineranno per il centenario dell’organizzazione, nel 2024. La nuova casa sarà l’Hôtel Bouchu d’Esterno, storica dimora nel centro della capitale della Borgogna, che dista circa 350 km dal capoluogo francese.

Foto di apertura: Pau Roca, Direttore Generale di OIV, durante la conferenza stampa online con cui ha annunciato le stime sulla vendemmia 2021

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© Riproduzione riservata - 10/11/2021

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