Le performance del vino italiano secondo Mediobanca

Le performance del vino italiano secondo Mediobanca

Quali sono i top seller del 2013? Con un fatturato di 534 milioni di euro (+4,2% sul 2012), Cantine Riunite – Gruppo Italiano Vini detiene il podio, seguito da Caviro (327 milioni, +15,2%) e dalla divisione vini di Campari (228 milioni, +15,8%). Via via, fino alla decima posizione, troviamo Antinori (166 milioni, +15,2%), Mezzacorona (163 milioni, +1,7%), Fratelli Martini (che passa dal quinto al sesto gradino con 159 milioni, +0,5%), Casa Vinicola Zonin (154 milioni, +9,9%), Cavit (che cala all’ottavo posto con 153 milioni, -0,1%), Casa Vinicola Botter (136 milioni, che con un +30% scala tre posizioni) e infine Enoitalia (che cede di un gradino, pur cresciuta del +13,2% con 128 milioni). Ma l’analisi del settore vinicolo italiano di Mediobanca, da cui proviene questa classifica, non si ferma qui.

LE AZIENDE PIÙ SOLIDE – Comparando le performance economiche con la solidità patrimoniale e l’efficienza produttiva del 2012, emerge la buona tenuta delle aziende venete e toscane. Il profilo migliore fra le società valutate è quello di Masi Agricola (Veneto). In seconda posizione, ancora una veneta: Casa Vinicola Botter, che completa il podio con la toscana Antinori.

CRESCE IL FATTURATO – I pre-consuntivi del fatturato 2013 ne segnalano un aumento del 4,8%, derivato soprattutto dal commercio estero (+7,7%); superiore, quindi, al lieve progresso delle industrie alimentari (+0,3%), in un contesto negativo per la manifattura (-0,3%). L’export è assorbito in primo luogo dai Paesi dell’Unione Europea (51%, con un incremento a valore del 9,2% sul 2012), seguiti dal nord America (37%, in progresso del 3,9% per valore). Ottime, in particolare, le esportazioni di vino spumante: +10,3% all’estero (su una crescita complessiva delle vendite del 4,3%), soprattutto in nord America (dove rappresentano il 18,4% del mercato non domestico, e nel 2013 sono cresciute del +24,6%).

IL FUTURO: INVESTIMENTI E ASPETTATIVE – Si registra un secondo calo degli investimenti tecnici (-24,2%, dopo il +5,6% del 2012 e il crollo del -25,8% del 2011), mentre quelli pubblicitari sono in lieve crescita (+1,5%, contro il calo nazionale del 12,3%). Le aspettative di vendita per il 2014, invece, sono timidamente positive: il 92% degli intervistati (la quota massima dal 2008) prevede di non subire un calo delle vendite; pochi, però, gli ottimisti: solo l’8,1% spera in una crescita di vendite superiore al 10%.

LA BASE DELL’INDAGINE – Il campione di analisi è rappresentato 111 società italiane del settore, scelte in base al fatturato (maggiore di 25 milioni di euro nel 2012). Complessivamente le aziende – 33 cooperative, 72 spa e srl a controllo italiano e 7 a controllo estero – corrispondono a 5,4 miliardi di fatturato, rappresentando il 60% del comparto in termini di produzione.

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© Riproduzione riservata - 03/04/2014

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