In Italia In Italia Alessandro Torcoli

Le nuove annate di Pasquale Forte

Le nuove annate di Pasquale Forte

Pasquale Forte nel 1997 scelse Castiglione d’Orcia, quando non c’era molto vino intorno. Ma la storia tramandava un passato glorioso, specialmente nel Medioevo. La sua, oggi, è una proprietà gioiello, di quelle che uomini di successo, come lui, sognano e che solo qualcuno, come lui, realizza.

Il motore per un’impresa vinicola come Podere Forte è sempre e solo la passione: sai bene quanti denari investi e anche quanti ne vedranno tornare – forse – i posteri. Nel mezzo, resta la soddisfazione per il frutto del tuo lavoro nella terra, per cui serve un’enorme dose d’amore per il vino, nelle cui sfumature puoi sentire le vigne, le uve, le scelte operate in cantina.

Il nostro viaggio virtuale

Accompagnati da Pasquale Forte, che ci guida a distanza, lui fortunato a Castiglione, noi a Milano. La prima impressione, sentendolo parlare, è che conosca per nome ogni sua pianta. Nella Tenuta si sono succeduti rinomati consulenti, per comprendere al meglio suoli e potenzialità: Attilio Scienza, Donato Lanati, i coniugi Claude e Lydia Bourguignon, ma alla fine il vigneron è Pasquale, il quale per formazione (ingegneristica) persegue pragmaticamente i suoi sogni, con precisione. Una cifra che si trova nei suoi vini.

La degustazione

Vigna dell’Anfiteatro

Petruccino 2017

Le vigne sono le più giovani, il suolo è di scisto che conta circa 150 milioni di anni. L’annata era calda, ma il vino è purtuttavia fresco. Di piacevole beva, ha mineralità, succo, concentrazione. Emergono un tocco di prugna secca, segno della calda stagione, e una piacevole nota balsamica, quando si apre nel bicchiere. Colpiscono il tannino maturo e la pulizia stilistica, con un ammiccante finale di liquirizia. Ottimo con la cucina toscana o un succulento coniglio alla cacciatora. La bottiglia costa 45-50 euro in enoteca.

Anfiteatro 2015

Questa è l’annata in cui, per la prima volta, si sono vinificati separatamente le vigne dell’Anfiteatro e del Melo. Come tutti i Sangiovese, ha bisogno di tempo per assimilare il legno. Un vino comunicativo, più dell’austero Melo, forse grazie alla maggiore eterogeneità del suolo dal calcare bianco sino a terre scure, e con diverse esposizioni. Un’annata perfetta, orchestrale e distesa. Produzione del millesimo: 7 mila bottiglie. Prezzo: oltre 180 euro.

Vigna dell Melo

Melo 2015

Più austero, proviene da suolo di scisto quasi affiorante. Deve il nome ai meli selvatici che si trovano in loco. Un vino profondo, verticale, necessita di tempo nel bicchiere, ed ha una sapidità che richiama continuamente alla beva. Bottiglie: 4 mila. Prezzo: oltre 180 euro.

Guardavigna 2017

Uno dei Cabernet Franc in purezza che danno ragione a chi predica che questo vitigno, sottovalutato per tanti anni, meriti in realtà una posizione di privilegio nel cuore dei winelover. Piantato nel 2003 in vigna Orniello (un tipo di frassino molto diffuso in Toscana), che si trova sopra il lago chiamato “dei profumi”, Guardavigna ha note intense di more, fave di cacao e peperone crusco. Ha una forte identità segnata dalla vigna. Prezzo: circa 200 euro.

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© Riproduzione riservata - 21/07/2020

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