In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Le Macioche, un altro Brunello “veronese”

Le Macioche, un altro Brunello “veronese”

E tre! Dopo Allegrini (San Polo) e Tommasi (Podere Casisano), un’altra azienda di Montalcino passa in mani veronesi. Stavolta però non si tratta di un marchio affermato come nel caso dei due big della Valpolicella, bensì di tre giovani imprenditori del settore energetico, con qualche esperienza in campo agricolo, che si sono innamorati della terra del Brunello e hanno acquistato una piccola proprietà nella zona est di Montalcino: Le Macioche.

Conosciamo Le Macioche

Le Macioche, 6 ettari in tutto di cui 3 iscritti a Brunello e uno coltivato ad oliveto su terreni a 420 metri s.l.m., nasce ai primi anni Ottanta grazie a Matilde Zecca e Achille Mazzocchi e pure nella limitata dimensione aziendale riescono ad affermare i loro vini. Con il recente arrivo di Stefano Brunetto (direttamente coinvolto nella gestione), Massimo Bronzato e Riccardo Caliari, Le Macioche stanno facendo un ulteriore passo in avanti verso l’innovazione e la sostenibilità pur nel pieno rispetto della tradizione montalcinese. «Oltre ad avere rinnovato il logo aziendale», ci spiega Brunetto, «abbiamo sviluppato una nuova etichetta che vede riprodotto, in maniera fresca e stilizzata, il simbolo del territorio».

verticale-brunello-le-maciocheSostenibilità e nuovi impianti ad alberello

Al momento la produzione è di circa 19 mila bottiglie (per due terzi di Brunello Docg e il resto di Rosso di Montalcino Doc, con un export all’80%), ma è imminente l’impianto di un ulteriore ettaro ad alberello con densità di 6.200 ceppi/ha. Nelle migliori annate è prodotta anche la tipologia Riserva. Attualmente Le Macioche è in conversione biologica e dal 2018 sarà bio-certificata.

A Benvenuto Brunello la verticale di sei annate

In occasione di Benvenuto Brunello l’azienda ha invitato un ristretto numero di giornalisti per una verticale di sei annate di Brunello di Montalcino, vini prodotti naturalmente durante la precedente gestione ma sempre con la “mano” di Maurizio Castelli, rimasto consulente tecnico, così come l’intero gruppo di lavoro, in vigna e in cantina. In degustazione le annate 2009, 2008, 2006 Riserva, 2004 Riserva, 1999 e 1997 Riserva. Una bella panoramica di profumi e sapori tipici del Brunello, con in evidenza soprattutto l’annata 2008 e le Riserve 2006 e 1997.

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© Riproduzione riservata - 25/02/2016

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