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Il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza

6 Luglio 2025 Matteo Forlì
Il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza

Dopo Matera e Parigi, il terzo World Lambrusco Day organizzato dal Consorzio di Tutela sale sulle vette di Courmayeur. Un brindisi ad alta quota per riflettere sul futuro delle sue sei denominazioni. E sulle opportunità dei suoi vini moderni e low alcol.

In un istante storico che fotografa il cambiamento nei consumi di vino, per moda o contingenze riscritti dalla capacità di spesa e da esigenze salutistiche, il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza, la versatilità e il posizionamento economico per ritagliarsi un posto al sole sul mercato nazionale e internazionale.
Proprio “leggerezza” è il termine chiave che il Consorzio di Tutela del Lambrusco ha associato all’edizione 2025 del World Lambrusco Day, summit annuale che dopo Matera e Parigi ha scelto Courmayeur. Il tema è diventato il filo conduttore di ogni appuntamento nella tre giorni tra le vette della Val d’Aosta, tra masterclass, incontri ad alta quota (con i calici levati ai 3.466 metri di Punta Helbronner), degustazioni stellate – da Pierre Alexis 1877, della famiglia Marchetto, e con la cena a quattro mani firmata Heinz Beck, chef del ristorante La Pergola di Roma, e Paolo Griffa, patron del Caffè Nazionale di Aosta – fino alle riflessioni sul futuro delle denominazioni legate al Lambrusco.

Il Lambrusco in numeri

Lambrusco, ma sarebbe meglio dire Lambruschi perché la parola abbraccia 12 vitigni a bacca nera coltivati e vinificati in due Province, Reggio Emila e Modena, che danno vita a sei denominazioni (Colli di Scandiano e di Canossa Doc e Reggiano Doc per Reggio, Grasparossa di Castelvetro Doc, Modena Doc, Salamino di Santa Croce Doc e Sorbara Doc per Modena più la Igt Emilia). Il parco conta 10 mila ettari vitati, da 5 mila viticoltori che producono 40 milioni di bottiglie con la fascetta della Doc (100 milioni in più allargando la platea alla Igt). E una forte vocazione internazionale: oltre il 60% della produzione vola oltre confine, venduto in oltre 90 Paesi nel mondo con gli Usa (20% dell’esportato) come primo mercato di sbocco.

Un vino pop e contemporaneo

«Il Lambrusco oggi interpreta la leggerezza non come assenza di contenuto, ma come profondità che si esprime nella sua trasparenza gustativa senza filtri, è identità e modernità», ha sottolineato Gabriele Gorelli MW, nella masterclass condotta nelle sale del Castello di Sarre, ex residenza di caccia di Vittorio Emanuele II di Savoia.
È un vino pop, figlio di un territorio che ha imparato a brillare con vitalità e precisione tecnica. E che si esprime con capacità poliedrica. Metodo Classico, Rifermentazione in bottiglia, Charmat: ogni declinazione racconta una sfumatura diversa della pluricitata leggerezza. La spensierata varietà cromatica, la spiccata acidità, la moderazione alcolica e la sorprendente versatilità fanno del Lambrusco un prodotto «perfettamente in linea con il gusto contemporaneo», ha rimarcato Gorelli.

Versatilità e novità nel disciplinare

È proprio su questa approcciabilità, che non fa rima con banalità ed è «da sempre l’anima di questo vino e non invece un carattere plasmato dalle mode», come ha ricordato il direttore del Consorzio Giacomo Savorini, che si gioca il futuro del Lambrusco. «L’80% dei 150 milioni di bottiglie di Lambrusco oggi prodotte ha meno di 12 vol% di alcol e questa è una caratteristica di grande attualità nel mondo del vino contemporaneo in cui molte denominazioni stanno inseguendo un minor tasso alcolico. I nostri vini sono già low alcol e non hanno bisogno di trasformazioni in vigna e in cantina per adeguarsi ai trend di consumo». Proprio la «valorizzazione di queste peculiarità rappresenta una grande opportunità per i prossimi anni», ha insistito Savorini. E assieme con la capacità di fare squadra e con quella di dialogare con le nuove generazioni, è una carta per conquistare nuovi mercati.
A proposito di sfumature, il fermento dell’attività consortile ha anche di recente approvato due modifiche al disciplinare che hanno dato vita alla sottozona Monte Barello per il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc e all’introduzione della tipologia Bianco per lo Spumante Lambrusco di Sorbara Doc.

La degustazione

L’assaggio di 13 etichette, tra declinazioni tanto raffinate quanto opposte – esempi di fermentazioni spontanee e versioni Metodo Ancestrale Charmat lungho e Classico affinati con pazienza – ha reso l’idea della poliedricità emozionale che questi vini sanno offrire assieme alla loro capacità di vestirsi per ogni occasione.

La masterclass tenuta da Gabriele Gorelli MW nelle sale del Castello di Sarre, ex residenza di caccia di Vittorio Emanuele II di Savoia © Consorzio di Tutela del Lambrusco

Francesco Bellei – Puro VSQ 2017

Fondata nel 1920 l’azienda è un punto fermo dell’areale Modenese. Puro è un esperimento che è diventato riferimento: un Lambrusco di Sorbara vinificato in bianco, un Metodo Classico senza dosaggio, con sette anni di affinamento sui lieviti, che stupisce per complessità e raffinatezza. Sfumature di cedro, miele d’acacia e richiami floreali anticipano un sorso energico, freschissimo, elegante e lungo. Vsq che diventerà Doc dall’annata 2025 come da modifica del disciplinare.

Paltrinieri – Grosso, Lambrusco di Sorbara Doc 2024

Metodo Classico da Lambrusco di Sorbara in purezza. Sosta sui lieviti di almeno 24 mesi e per altri sei riposa in bottiglia. Un’espressione più trasversale, su cui convergono l’esuberanza del Sorbara giovane e la finezza che ricerca uno Champenois. Salino, teso, profondo, espressivo, con un’acidità pungente.

Cantina Carpi e Sorbara – Omaggio a Gino Friedmann, Lambrusco di Sorbara Doc 2024

Rifermentato in bottiglia che nasce da sole uve Lambrusco di Sorbara cresciute su terreni prevalentemente argillosi. Richiami di arancia rossa, frutta rossa croccante e cenni erbacei. In bocca è preciso, aromatico, fragrante, con una verve acida che bilancia la struttura.

Umberto Cavicchioli & F – Vigna del Cristo, Lambrusco di Sorbara Doc 2024

Lambrusco di Sorbara in purezza ottenuto dal vigneto di 5 ettari in località Cristo – La Vigna del Cristo – a Sorbara. È una delle espressioni più emblematiche e storiche della denominazione. Viene prodotto col Metodo Charmat lungo: il mosto decantato viene posto in autoclave alla temperatura di 15-18°C per una lenta presa di spuma, fino al totale esaurimento degli zuccheri. Successivamente inizia il processo di affinamento sui propri lieviti per almeno 120 giorni, dopo i quali il vino viene messo in bottiglia. Sbuffi di rose e violette, arancia e fragoline. Il sorso è freschissimo, teso, sapido, secco, armonico ed equilibrato.

Ventiventi – La•Vie, Lambrusco di Modena Doc 2024

Spumante Charmat da Lambrusco di Sorbara in purezza. Vinificazione e fermentazione a basse temperature, prolungato affinamento in autoclave e imbottigliamento isobarico per mantenere la pressione generata in fermentazione. Sentori di piccoli frutti rossi che tornano al palato. In bocca ha un’integra freschezza, succosità ma anche una parte gessosa e salina.

Cantina Sociale di San Martino in Rio – Lambrusco di Sorbara Doc 2024

Fondata nel 1907 da un gruppo di 29 soci la Cantina è una delle principali realtà cooperative della zona modenese e reggiana. Questo vino è un Sorbara di stampo e fattura più classica, che si presenta con un color rubino chiaro e preserva le sensazioni olfattive di fiori freschi e frutta rossa. In bocca mantiene una piacevole acidità, ha una chiusura fruttata ed equilibrata.

Cantina Santa Croce – Vigne Vecchie, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc 2024

Oggi la Cantina di Santa Croce conta oltre 250 soci e ha una potenzialità di lavorazione pari a 170 mila quintali di uva all’anno. Il “Vecchie vigne” è l’unico prodotto da uve sottoposte a raccolta manuale (al 100% Lambrusco Salamino) da vigne tra 40 e 70 anni. Altre peculiarità includono vinificazione con una macerazione più prolungata e fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata in presenza di vinacce. Rubino profondo e lucente, con afrori spiccati di frutta rossa e un armonico equilibrio fresco-sapido al palato.

Cantina Puianello – Amarcord, Colli di Scandiano e Canossa Doc 2024

Fondata da cinque soci nel 1938 Cantina Puianello è una piccola cooperativa impegnata a valorizzare il territorio che da Scandiano sale verso Canossa, sulle colline della provincia di Reggio Emilia e in particolare della vocata area di Montericco. Questo vino segue una fermentazione in vasche a temperatura controllata fino ai 50 g/l di zucchero e la successiva presa di spuma con Metodo Charmat. La tecnica della monofermentazione permette di esaltare le caratteristiche primarie del Lambrusco Montericco. Veste rubino, ha sentori di amarene e lamponi, floreale di rosa e lillà. In bocca pieno ed equilibrato con una lunga piacevolezza finale.

Casali Viticultori – Pra di Bosso, Lambrusco Reggiano Secco Doc 2024

La storia di Casali Viticultori ha inizio nel 1900 quando Giuseppe Casali decise di trasformare la sua produzione famigliare in un’attività. Pra di Bosso è un progetto di Lambrusco in blend (40% Montericco, 40% Marani, 20% Salamino) in versione Metodo Charmat. Rosso porpora vivido che schiude un bouquet olfattivo fragrante di frutti di bosco maturi, pepe nero e sfumature balsamiche. In bocca ha succo, eleganza, profondità e vitalità.

Cantine Lombardini – Lambrusco Brut, Lambrusco Reggiano Doc Spumante 2024

Cantine Lombardini compie quest’anno un secolo di vita: è nata a Novellara nel 1925 ed è oggi guidata dalla quarta generazione di famiglia. Questo Reggiano Doc è un Salamino in purezza fatto con Metodo Charmat che resta 6 mesi sulle fecce fini alla ricerca di struttura e volume. Esprime note di more, ribes, mirtilli e sentori di incenso e spezie. Ha una bolla fine che regala cremosità e succo al sorso.

Medici Ermete – Concerto, Lambrusco Reggiano Doc 2024

100% Salamino Metodo Charmat firmato da Medici Ermete, 134 anni di storia oggi raccontata dalla quinta generazione di famiglia. Rosso porpora intenso e lucente schiude intense sensazioni di frutta rossa fresca, fragole, lamponi e ciliegie. Al palato è secco ma allo stesso tempo fruttato, rotondo, ha tannino ma soprattutto freschezza.

Cantina Formigine Pedemontana – For.Mo.Sa Rosé, Lambrusco di Modena Doc 2024

La Cantina Formigine Pedemontana ha una storia più che secolare (è stata fondata da 49 agricoltori il 14 maggio 1920). For.Mo.Sa Rosé è un Lambrusco Grasparossa in purezza che fa diraspa-pigiatura soffice, vinificazione in rosato, fermentazione a freddo e spumantizzazione in autoclave (metodo Charmat lungo) a temperatura controllata. Il breve passaggio sulle bucce dona colore finale pallido, quasi trasparente. Fragolina di bosco e ribes disegnano un naso molto contemporaneo. In bocca è morbido, cremoso, teso.

Cantina Settecani – Vini del Re, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc 2024

Un riferimento nell’area di Castelvetro, Settecani è una piccola cantina cooperativa di 130 soci fondata nel 1923. Vini del Re è un Grasparossa fatto “alla maniera classica”, anche se lo stile di questi vini negli anni si è molto ripulito. Rosso rubino intenso con riflessi violacei, ha un profumo intenso di frutti di bosco maturi esaltato da una bella speziatura. In bocca è polposo, ricco, succoso, con tannino rifinito e con un elegante equilibrio fresco-sapido.

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