L’Aleatico Rosé? È uno e trino. Da un’idea di Riccardo Cotarella

L’Aleatico Rosé? È uno e trino. Da un’idea di Riccardo Cotarella

Il 1° giugno a Guardia Sanframondi (Benevento) abbiamo partecipato alla presentazione di un progetto innovativo di Aleatico Rosé, prodotto con metodo Martinotti (o Charmat, che dir si voglia).
È uno spumante dal colore rosato brillante e cerasuolo, profumato di frutti rossi e di rosa fine, al palato è morbido, fresco, leggero e nel retrogusto si ripresentano i profumi colti al naso. Perfetto d’estate e in abbinamento alla frutta, specialmente piccoli frutti neri, more e mirtilli.

Riccardo Cotarella

LE CANTINE COINVOLTE – Il progetto coinvolge tre Cantine: La Guardiense, Falesco e Leone De Castris (Campania, Umbria e Puglia) e, ça va sans dire, nasce da un’idea di Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale, proprietario con il fratello Renzo della umbro-laziale Falesco e consulente delle altre due Cantine coinvolte.

Anita di Falesco

ITALIANITÀ IN ETICHETTA – Lo Spumante è Extra Dry (residuo zuccherino 25 g/l) prodotto da uve Aleatico nelle tre aziende, uno stile comune per tre diverse etichette, un inno all’italianità come dichiarato esplicitamente nel nome dei vini: “Teano” (La Guardiense), “Anita” (Falesco) e “i Mille” (Leone de Castris). Il paese di Teano, infatti, si trova a pochi chilometri da Guardia Sanframondi, dove è avvenuto il celebre incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele. Per quanto riguarda “Anita” e “i Mille” non servono spiegazioni… Nel 2013 si unirà al progetto una Cantina toscana, con l’etichetta “Bixio“.

Piernicola Leone De Castris

IL ROSÉ DI RICCARDO COTARELLA – «Non c’è nulla come l’uva che possa rappresentare l’Unità d’Italia», ha commentato Riccardo Cotarella durante il convegno di presentazione a Guardia Sanframondi. Sul perché di un Rosé da uve Aleatico, l’enologo ha spiegato che «i gusti cambiano continuamente, l’Aleatico genera tradizionalmente vini rossi dolci piuttosto corposi, che oggi non riscontrano un grande successo». Da qui l’idea di segnare una nuova strada per dare una prospettiva di futuro a quest’uva, d’origine greca, così presente nel centro-sud del nostro Paese ma legata purtroppo a un tipo di vino oggi poco apprezzato.

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© Riproduzione riservata - 05/06/2012

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