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La sfida di Tannico all’e-commerce di vino mondiale

La sfida di Tannico all’e-commerce di vino mondiale

Vente-à-la-Propriété, Naked wine e Bodeboca. Ma anche colossi come Vivino e Alibaba. Quali sono i competitor del primo sito italiano sul mercato internazionale. L’ad Magnocavallo: «Puntiamo sull’ampiezza dell’offerta e lo storytelling».

Un mercato oggi abbondantemente sopra i 20 miliardi di dollari a livello mondiale e che nel 2045, secondo il Global Ecommerce 2019 Strategic Study, supererà i 45. L’e-commerce del vino e degli spirits è un settore affollato, che attira i capitali dei big generalisti del commercio online – leggasi Amazon o Alibaba – è territorio di portali specializzati e delle insegne della grande distribuzione (da Carrefour in Francia a Tesco in Uk) e richiama anche le singole Cantine. Sul contesto internazionale dal 2017 opera anche Tannico, primo portale italiano di vino che oggi, dopo la recente partnership con Campari e “l’assist” del lockdown (capace di gonfiare le vendite fino al 300%), è proiettato ancora di più verso una dimensione globale.

Verso lo sbarco in Francia con la spinta di Campari

«Dal 2017 siamo attivi in 20 Paesi e dall’estero arriva il 10% dei nostri volumi (2 milioni sui 20 di fatturato complessivo, nda)», spiega l’ad Marco Magnocavallo, «con una maggiore presenza nel Regno Unito, in Francia e negli Usa. L’accordo con Campari però cambia le cose; dopo aver studiato i mercati e i competitor, ora c’è l’obiettivo di intensificare la presenza internazionale. Nel business plan 2021 è già prevista l’apertura di una sede fisica e un magazzino in un Paese dell’Ue (probabilmente in Francia, nda)». Quello dell’e-commerce del vino è «un mercato particolare», spiega Magnocavallo, «dove ci sono pochissimi siti specializzati forti in più Paesi, una concorrenza territoriale e il catalogo proposto deve essere fornito di etichette locali per essere competitivo».

Marco Magnocavallo, ad di Tannico

Oltralpe un mercato online da 500 milioni

In Ue la voce grossa, anche sul web, la fa la Francia, dove il mercato online del vino vale tra 400 e 500 milioni di euro, attorno al 9% del totale delle vendite al dettaglio (dati France AgriMer), ed è quasi del tutto fagocitato da tre principali attori (i generalisti Veepee e Cdiscount e il portale di direct marketing Millésima Bordeaux). Tra i siti specializzati, della stazza di Tannico, c’è Vente-à-la-Propriété con 20 milioni di euro di fatturato.

I principali concorrenti in Ue

Il ruolo di competitor nel Regno Unito è rivestito da Naked Wines, sito specializzato con un particolare modello di abbonamenti che ha spinto il colosso Majestic Wine ad acquisirlo nel 2015 per 70 milioni di sterline. Altra realtà è Berry Bros & Rudd, il più antico wine merchant britannico (dal 1687!) che ha sedi e negozi in tutto il mondo, ha sviluppato anche una forte componente web e un turnover complessivo di 188 milioni di sterline. In Spagna l’indirizzo di riferimento per acquistare vino online è Bodeboca: fondato nel 2010 ha un fatturato di 10 milioni di euro, oltre 6 mila etichette da 1.500 Cantine, la più vasta comunità di appassionati in Spagna (900 mila persone) e nel 2019 è stato acquistato dai francesi di Pernod Ricard. In Germania se dici “vino online” pensi a Wine in black: un po’ più piccolo di Tannico (7,2 milioni di dollari l’ultimo dato sui ricavi) punta su prodotti premium, mira a conquistare un target di giovani entusiasti, utilizza solo vendite private e non dispone di un vero e proprio catalogo ma di offerte “a tempo limitato”.

Il magazzino di Berry & Bros

Wine.com e la galassia Alibaba: i mercati di Usa e Cina

Fuori dal perimetro dell’Ue il discorso cambia. Sul mercato americano, a fianco di colossi come Wine.com, coi suoi 200 milioni di fatturato e 10 mila vini in stock, crescono wine club virtuali come WineAccess e le stesse Cantine hanno siti e sistemi di vendita online già molto evoluti. In Cina sotto il grande cappello di Alibaba, l’Amazon con gli occhi a mandorla, ci sono Tmall, portale numero uno che cattura il 50% delle vendite del segmento, e 1919.com, compagnia con sede nello Sichuan che oltre agli ingenti volumi generati in rete dispone anche di più di 1.500 store fisici.

L’altro mondo (virtuale) di Vivino

Altro mondo (virtuale) è quello di Vivino, app nata 10 anni fa in Danimarca e che oggi ha sede in California e conta più di 42 milioni di utenti e 225 mila aziende vinicole registrate. Con una semplice foto all’etichetta racconta vita, morte e miracoli della bottiglia che abbiamo in mano e offre anche la possibilità di acquistarla con flash sale (offerte lampo di 2-5 giorni) o nel marketplace, una grande vetrina per gli store che hanno in questo modo uno spazio sulla piattaforma.

Vivino con una semplice foto all’etichetta offre informazioni sulla bottiglia e la possibilità di acquistarla

I vantaggi competitivi del portale italiano

In un panorama così diversificato, ma che resta nella stragrande maggioranza dei casi un e-commerce B2C, «il modello di Tannico è diverso», prosegue Magnocavallo, «è un brand cappello che lavora trasversalmente: con le Cantine sulla piattaforma, nel retail col suo wine bar e nella formazione. Il nostro vantaggio competitivo? L’ampiezza dell’offerta e il modo di raccontare il vino: lo storytelling e il linguaggio rappresentano per noi delle fondamentali leve di marketing, e in questo siamo diversi dai competitor internazionali».

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© Riproduzione riservata - 29/07/2020

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