Questo processo di sviluppo, declinato nei pilastri ambientale, economico e sociale, è sempre più influente sulle scelte di consumatori e aziende. Dalla vigna alla cantina, il percorso deve essere certificato e andare di pari passo all’innovazione tecnologica.
L’articolo fa parte della Monografia Impatto (Civiltà del bere 3/2024)
Molte Cantine, private o cooperative, hanno già realizzato, o stanno per realizzare, interventi per migliorare la loro sostenibilità, ma non sempre con una visione completa rispetto ai tre pilastri della sostenibilità (ambientale, economica e sociale). Tra i requisiti dei vini che hanno impatto sulle scelte d’acquisto dei consumatori, secondo Nomisma Wine Monitor, si confermano importanti il territorio viticolo, la denominazione e/o indicazione geografica, il prezzo e le promozioni, ma la sostenibilità dell’azienda pesa per almeno il 10%, misura sicuramente in grado di stimolare le scelte dei produttori.
Non è solo una questione ambientale
L’urgenza di fornire risposte ai consumatori ha portato le aziende a cercare soluzioni facilmente comunicabili, ma non sempre razionali e basate su una corretta e completa revisione del processo produttivo. Gli aspetti ambientali della sostenibilità, soprattutto della gestione del vigneto, e in particolare il regime di impiego dei fitofarmaci, hanno spesso monopolizzato l’attenzione dei consumatori, facendo sottovalutare aspetti altrettanto importanti, quali il risparmio in termini di CO2 emessa, la razionalizzazione del consumo di acqua, il riuso in termini circolari dei sottoprodotti.