La dealcolazione nel codice delle pratiche enologiche dell’Oiv

La dealcolazione nel codice delle pratiche enologiche dell’Oiv

Per la prima volta l’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv) ammette in via ufficiale la dealcolazione nella produzione vinicola fornendo definizioni e regole precise per creare una “bevanda ottenuta dalla dealcolizzazione del vino” (per la definizione del termine leggi anche la voce del nostro Manuale di conversazione vinicola).

REGOLAMENTARE UNA PRATICA DIFFUSA – Il 35° Congresso mondiale della vite e del vino, conclusosi a Izmir (Turchia) il 22 giugno, ha approvato all’unanimità l’inserimento di alcuni metodi di dealcolazione fra le pratiche enologiche contemplate dal codice internazionale dell’Oiv. La decisione del Congresso rispecchia il crescente interesse del mercato vinicolo per etichette a basso tenore alcolico, sempre più richieste dai consumatori; obiettivo primario dell’Oiv è regolamentare una pratica ormai diffusa, fornendo il prospetto delle tecniche da utilizzare per correggere il grado alcolico dei vini e una precisa normativa di riferimento.

LA DEALCOLAZIONE SECONDO L’OIV – La dealcolazione è ammessa dall’ente solo per vini senza difetti organolettici, e sempre sotto la responsabilità di un professionista specializzato o dell’enologo della Cantina. Nello specifico, le pratiche dealcolizzanti approvate dall’Organizzazione sono tre: l’evaporazione sotto vuoto parziale, l’uso di membrane tecniche e la distillazione; in ogni caso, il grado alcolico del vino potrà essere ridotto fino a un massimo del 20%.

Tag: ,

© Riproduzione riservata - 09/07/2012

Leggi anche ...

Vigna Michelangelo, la rinascita di un vigneto urbano di Firenze
In Italia
Vigna Michelangelo, la rinascita di un vigneto urbano di Firenze

Leggi tutto

Marchesi Antinori festeggia i 50 anni del Tignanello contribuendo al restauro del Ponte Vecchio
In Italia
Marchesi Antinori festeggia i 50 anni del Tignanello contribuendo al restauro del Ponte Vecchio

Leggi tutto

50 anni di storia del vino: da alimento a buon mercato a prodotto di culto
In Italia
50 anni di storia del vino: da alimento a buon mercato a prodotto di culto

Leggi tutto