Il Chiaretto cambia volto a Italia in Rosa 2017

Il Chiaretto cambia volto a Italia in Rosa 2017

«Non chiamiamoli vini da spiaggia o da aperitivo». L’invito è giunto da Jean Marc Ducasse, buyer manager del PinkRosè Festival a Cannes, giunto sabato a Villa Galnica a Puegnago del Garda (Brescia) per testimoniare le potenzialità di chiaretto, rosati e rosé nell’ambito di Italia in Rosa. La manifestazione, che corona i suoi dieci anni con l’edizione 2017, si è chiusa a Moniga del Garda (Brescia) a quota 8.000 wine lover. Se infatti 20 anni fa dei rosati gli Stati Uniti non volevano saperne, oggi rappresentano oltre il 10% dei vini fermi su scala mondiale, con una crescita tra il 2002 e il 2014 del +6,5%.

Il paradosso italiano

«Il consumo è trainato dalla Francia e da Paesi come Tunisia e Uruguay», ha detto Ducasse. «In Italia purtroppo è stabile, con un curioso paradosso: all’estero chiedono rosati agli italiani, mentre in Italia i produttori non sono in grado di sostenere la richiesta». E se in un supermercato di Antibes Ducasse ha testimoniato di avere reperito qualcosa come 600 referenze di soli rosè, in un analogo punto vendita nel Nord Italia si è arrivati sì e no a 40.

 

 

Le prospettive rosee ci sarebbero

Eppure, sempre tra il 2002 e il 2014, gli incrementi ci sarebbero. In Francia si parla di +43% e negli Stati Uniti di + 40%. Il mercato emergente di punta è la Svezia, con +750%. Alcune ricerche attestano inoltre che entro cinque anni il consumo di vino in Cina sarà pari al 70% dell’attuale livello di consumo americano. L’interesse non è di pura facciata. Ma le carte dei vini nazionali non rappresentano adeguatamente la situazione rispetto all’estero: «In questo stiamo lavorando e dobbiamo moltiplicare gli sforzi in ambito promozionale, rafforzando le sinergie», ha affermato il presidente di Italia in Rosa Luigi Aberti. Anche il Sud, rappresentato dall’associazione deGusto Salento (con un totale di 500.000 bottiglie), lo sforzo di fare rete va potenziato: «Noi siamo i primi a consumare il nostro rosato, ma arrivare sugli scaffali di ristoranti ed enoteche nazionali o straniere è un’impresa», ha detto Jlenia Gigante, in rappresentanza dell’associazione.

 

 

La nuova Doc Garda a Italia in Rosa 2017

«Da una tendenza dobbiamo passare a una denominazione» hanno detto Alessandro Luzzago e Carlo Alberto Panont, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Valtènesi. Sulla produzione rosè del Lago di Garda (che tra Colli Mantovani, Bardolino e Valtenesi assomma 15 milioni di bottiglie) tira nuova aria: dalla vendemmia 2017 le denominazioni Riviera del Garda Bresciano e Garda Classico saranno fuse in un’unica DocRiviera del Garda Classico – che da sola vale circa 2,3 milioni di bottiglie. Con il patto di territorio firmato a inizio 2016, inoltre, i produttori si sono impegnati a identificare l’apice qualitativo della denominazione nell’appellazione Valtènesi.

Valtènesi è il vertice qualitativo

Nella Doc Riviera del Garda Classico è prevista la produzione delle tipologie Rosso, Chiaretto, Bianco, Spumante Rosè e del Groppello come vino varietale. Per chi produrrà Valtènesi, sia nella versione Chiaretto sia in rosso, è previsto l’obbligo di riportare in etichetta l’appellazione Valtènesi sopra il nome della denominazione, con dimensione almeno doppia. «La denominazione scritta per esteso» conclude il presidente Luzzago «funzionerà come geolocalizzazione di un nome, Valtènesi per l’appunto, ancora non ben conosciuto come quello del lago di Garda».

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© Riproduzione riservata - 06/06/2017

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