Il vino americano nell’era post-Covid, le previsioni della Silicon Valley Bank
Il 20° rapporto della Silicon Valley Bank sullo stato dell’industria vinicola statunitense prospetta un 2021 di rinascita anche in questo settore. Tra i fattori di cambiamento, però, vanno considerati l’aumento del lavoro da casa e lo spostamento dalle città alle periferie. Un nuovo scenario che indica una crescita più lenta nel primo semestre e una ripartenza più decisa nel secondo.
La statunitense Silicon Valley Bank (SVB) è la banca delle aziende più innovative al mondo e anche dei loro investitori. Grazie alla sua “Wine Division”, dedicata ai servizi finanziari e di consulenza specifici per le Cantine, l’istituto, con sede centrale in California, ha a disposizione una serie di dati che gli permettono di pubblicare annualmente un rapporto sul settore vinicolo. L’autore è Rob McMillan, una delle principali voci dell’industria enologica statunitense e un esperto di economia in grado di valutare le attuali condizioni di mercato e fornire previsioni sulle tendenze future (qui la versione integrale del report).
Passato, futuro e “new normal”
Il bilancio del mondo del vino a un anno dall’inizio della pandemia (ne abbiamo scritto anche qui) è il punto di partenza del rapporto.
“Dire che il 2020 è stato un anno difficile è un eufemismo”, scrive McMillan. “Ma posso affermare con sicurezza che il 2021 sarà migliore, anche se dovremo abituarci a una nuova normalità; tutto sarà diverso da quello che abbiamo lasciato. Ci saranno molti cambiamenti permanenti che dovremo considerare, come il passaggio al lavoro da casa, il crescente trasferimento dei consumatori dalle città alle periferie e l’accelerazione delle vendite online rispetto agli altri canali. Anche le aziende vinicole meglio gestite nel 2019 non troveranno lo stesso livello di successo nel 2021, a meno che non si siano evolute nel 2020 e continuino a farlo anche adesso”.
Il 2021, un anno diviso in due
“Il 2021 per l’industria del vino sarà un anno diviso in due fasi. Nella prima parte si vedrà il mantenimento di una modalità limitata per via del Covid. Seguirà una graduale riapertura delle attività e una rinascita dell’ospitalità, dei viaggi e dell’intrattenimento, resa possibile dal successo delle vaccinazioni”, ha affermato Rob McMillan. L’esperto ha mostrato fiducia nel governo statunitense e nella campagna vaccinale che, effettivamente, sta procedendo a ritmo sostenuto; tanto da aver già coinvolto anche i lavoratori del settore agro-alimentare. In particolare, le aziende vinicole con modelli diretti al consumatore saranno ancora frenate dalle norme anti-Covid nella prima metà dell’anno, ma finiranno il 2021 con un aumento delle vendite.
La ripresa e l’e-commerce
Sono principalmente due le leve su cui il settore vitivinicolo mondiale dovrebbe fare affidamento; il miglioramento della domanda da parte dei consumatori (a mano a mano che il settore dell’ospitalità inizierà a riaprire) e la crescita delle opportunità nel campo dell’e-commerce e delle strategie digitali. Per la SVB “l’online è la più grande opportunità per i produttori nel 2021”. Tanto da ritenere che si stia verificando un passaggio permanente dei consumatori verso un maggior numero di acquisti di vino su piattaforme virtuali che, nel giro di cinque anni, potrebbero arrivare a costituire il 20% delle vendite medie di un’azienda vinicola. Il vino è rientrato, infatti, nel paniere delle famiglie americane; tutti i commensali si sono adattati tanto allo shopping online quanto alla consegna a domicilio, facendo impennare nel giro di pochi mesi i dati relativi all’e-commerce degli alcolici.
Ripartenza lenta
Come previsto da McMillan, anche negli Usa un sentimento di saggia precauzione sta frenando le riaperture in questa prima parte dell’anno. Nel rapporto della SVB si legge chiaramente che le vendite di vino attraverso i canali della ristorazione non torneranno ai livelli pre-Covid nel 2021, né per molti anni. Per le Cantine non resta, dunque, che sperare nella riapertura dell’enoturismo e nelle vendite dirette, conservando la stessa elasticità mostrata nel 2020, in modo che le lezioni apprese nell’ultimo anno di pandemia possano effettivamente dare forma alle strategie per il prossimi dieci anni.
I vincitori di domani
Secondo il rapporto, saranno le aziende vinicole in grado di valutare il loro successo o il fallimento a migliorare continuamente, saper reagire, sviluppare soluzioni ed eseguirle rapidamente.
“Queste Cantine prenderanno il mercato di coloro che continueranno a gestire le loro attività come hanno fatto negli ultimi 25 anni e si atterranno a strategie che funzionavano prima, ma non adesso. I vincitori di domani saranno intrepidi e desiderosi di provare nuovi approcci”, conclude l’autore del rapporto. Per molte imprese, infatti, la pandemia è stata la goccia che le ha costrette all’azione; e chi ha mostrato spirito di adattamento è stato ricompensato con risultati migliori.
© Riproduzione riservata - 07/04/2021