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Il Malanotte Piave diventa Docg

3 Dicembre 2010 Monica Sommacampagna
Tra un mese il Raboso del Piave, definito “Malanotte Piave”, riceverà la tanto attesa Docg. Ce lo ha anticipato il 1 dicembre Antonio Bonotto, presidente dei vini Piave Doc, «per noi rappresenta la punta di diamante della produzione del noto vitigno veneto per entrare nei mercati del Nord Europa e dell'Asia». Si tratta di un vino monovitigno che deve il suo nome a una famiglia trentina del 1600 e che viene realizzato con un 70% di uve fresche, che offrono opportunità di personalizzazione per le aziende, e da una percentuale variabile tra il 15 e il 30% di uve in appassimento. «Considerato un tempo come vino da taglio, negli ultimi 20 anni ci siamo sforzati di recuperare la sua storia viticola e di reinterpretarlo in chiave moderna per regalargli un futuro» ha detto il presidente. Il Malanotte Piave Docg prevede tre anni di invecchiamento prima di essere commercializzato, la prima vendemmia autorizzata è il 2008. Una scelta decisamente di campo quella del Consorzio  che ha deciso di non inserire la tipologia Raboso, vino rosso ad ampia diffusione, in etichetta per puntare invece sul nome territoriale “Piave”. «L'obiettivo è avere maggiori opportunità di tutela contro rischi di frodi e contraffazioni» ha concluso Bonotto. E ha usato una frase provocatoria: «Se qualcuno chiamava il Raboso “vino degli zoccoli”, troverà in bocca, invece, un vino “di eleganza”».

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