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Consorzio Vino Toscana. Il futuro dell’Igt secondo la sua nuova voce istituzionale

Consorzio Vino Toscana. Il futuro dell’Igt secondo la sua nuova voce istituzionale

Versatilità, innovazione, libertà di espressione e tutela del brand: i progetti del Consorzio Vino Toscana, appena riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura, per vini a Indicazione geografica della Regione.

Lasciare a tutti i produttori «la libertà di esprimersi e di poter sperimentare» perché «da questo approccio in passato si sono ottenuti grandissimi risultati che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti». Il presidente Cesare Cecchi indica i primi passi del Consorzio Vino Toscana, da pochi giorni riconosciuto come voce istituzionale, a tutela e promozione dell’Igt Toscana, dal Ministero dell’Agricoltura. «Il legame con il territorio è imprescindibile e strategico e su questa tela ogni produttore disegnerà i propri sentimenti e fantasie».

Un marchio d’eccellenza

Il vino toscano Igt vale oltre 495 milioni di euro, mette il tappo a 95,5 milioni di bottiglie, tra le quali alcuni gioielli dell’enologia nazionale. Dal Tignanello o il Solaia di Antinori al Masseto di Frescobaldi o Le Pergole Torte di Montevertine. «Era forte la necessità di avere un Consorzio di riferimento per un’indicazione che rappresenta oltre un quarto di tutta la produzione Toscana e che al suo interno ha delle eccellenze riconosciute in tutto il mondo», prosegue il presidente. «E questa necessità era sentita da produttori, da operatori del settore e della comunicazione in genere, dalle istituzioni e non per ultimo dai consumatori».

La voce di oltre 1.500 produttori

Il Consorzio Vino Toscana rappresenta oltre il 39,5% dei produttori (a oggi sono 1594 i soci cui dà voce) e oltre il 58% della produzione; ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero dell’Agricoltura il 21 agosto a compimento di un progetto di rinnovamento sviluppato a partire dal 2019.
«Quando si parla di Igt Toscana si sta parlando di grandi produzioni spesso non riconducibili a una tipologia ben definita, limitata a una nicchia. All’interno di questa indicazione devono trovare il loro spazio ed il loro posizionamento vini che, avvalendosi di un grande brand, devono avere il massimo rispetto e correttezza nella realizzazione e nella commercializzazione. Il consorzio in questo senso dovrà fare la sua parte al fine di contribuire alla gestione e valorizzazione del Toscana Igt», prosegue il presidente Cecchi.

Trasversale e inclusivo

Proprio in considerazione della varietà di approcci, espressioni e stili enologici dai produttori, il primo obiettivo è quello di «cercare di essere più trasversali e più inclusivi possibile», aggiunge Cecchi. «La consapevolezza di poter far grandi cose deve essere il collante tra i produttori per il futuro». Punto di partenza è certamente la tutela dell’indicazione Toscana Igt, patrimonio comune, da contraffazioni ed usi impropri.
«Fino ad oggi questa tutela era molto difficile da esercitare perché mancava un ente che potesse rappresentare l’interesse di questa indicazione geografica. Esemplare, in tal senso, è il caso della impossibilità a registrare il nome Toscana negli Usa, mercato tra i più importanti. Gli strumenti sono il disciplinare e il controllo della produzione dell’indicazione Toscana Igt  demandato all’ente certificatore. Inoltre, Il consorzio dovrà essere molto attento anche alle segnalazioni che perverranno dal mercato cercando di verificare la correttezza e il rispetto delle regole così da diventare piano piano un ente regolatore».

Diversità nel nome della Toscana

Ogni singolo prodotto ha un proprio valore oltre a quello che già è garantito dal nome Toscana, «che sui mercati rappresenta un brand dal grande prestigio e come tale verrà comunicato. Il Consorzio si concentrerà soprattutto sulla valorizzazione dei vini legandoli al territorio, tenendo presente che al suo interno ci sono prodotti molto eterogenei e diversi per zona, vitigno e posizionamento sul mercato. Ci avvarremo dei canali classici di comunicazione, presenzieremo in maniera istituzionale alle manifestazioni più importanti e cercheremo di partecipare ai tavoli più autorevoli per contribuire a indirizzare le politiche future del settore. Tutto questo avendo delle priorità in base alle caratteristiche dei vari paesi e al loro potenziale di sviluppo».
«Versatilità e innovazione», conclude Cecchi, «saranno le componenti di maggior fascino nel futuro della Igt Toscana. La base rimane il territorio che accomuna tutta questa produzione. La nostra è una regione che in passato ha già dato prova di grande capacità di impresa, adesso ha uno strumento in più a disposizione che garantisce controlli, indirizzi e gestione comune della Igt Toscana».

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© Riproduzione riservata - 07/09/2023

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